fbpx

AGONIA CULTURALE…

FOTO-RUBRICA-SITO-DAMIANI2-400x242Oramai la nostra cultura occidentale è agli sgoccioli non fosse altro perché alla sua base vi è quella etica giudaico cristiana tanto messa in discussione se non avversata negli ultimi anni in nome di relativismo laicizzante del tutto privo di qualsivoglia punto di riferimento. Basta leggere quanto scritto e previsto dal Nobel Thomas Elliot in merito. Ma che si addivenisse a posizioni di ridicole intransigenze appare impensabile e inconcepibile. Nel mentre il Santo Padre si affanna nel costruire un dialogo interreligioso specie verso l’Islam accusando i nostri governanti di fomentare l’odio verso questi fratelli bisognosi di cure senza esclusione alcuna, in Egitto  gli islamici della jihad fanno saltare in aria una moschea ove pregavano i loro fratelli “sufi” cioè appartenenti a quel filone della religione musulmana che si ispira al monachesimo francescano, permeati dalla cultura greca, ad interpretare un islam nel modo più pacifico possibile, curando la meditazione e la ricerca mistica e cercando di avvicinarsi a Dio anche con pratiche fisiche come il canto e la danza, un po’ come nella grazia indù è lo yoga  o nel cristianesimo il gospel. In Egitto perché? Perché Al Sisi ha delegittimato e cacciato il leader dei fratelli musulmani Morsi dalla guida del paese, quei fratelli che oramai attraverso la dialettica dell’arroganza e della prepotenza stanno invadendo le nostre culture e le nostre istituzioni. Cultura che sta perdendo ogni giorno grandi pezzi del nostro mosaico rappresentativo. La teoria “gender” è divenuta oramai la tessera di appartenenza all’universo dei colti e illuminati come ai miei tempi l’occhialino rotondo tardo ottocentesco e il Capitale di Marx sul comodino: era sufficiente leggere alcune pagine per diventare filoso illuminista e partecipare con orgoglio nei cortei con eschimo e zoccoloni per poi fare sesso libero nelle “comuni” nella lotta di liberazione dai lacci e lacciuoli dei divieti morali e sociali. E nel Nord Europa l’ossessione di genere rasenta l’incredibile coinvolgendo persino Dio. In Svezia la confessione luterana della Chiesa è la più diffusa e riconosciuta come  religione di Stato avendo già risolto la questione del sacerdozio femminile.  E l’arcivescova Antje Jackelen che dal 2013 guida la Chiesa svedese ha invitato i fedeli ad usare un linguaggio neutro quando ci si riferisce all’Altissimo. Quindi anche in Cielo “Dio non è un Lui”. Lui non è maschio o femmina quindi basta con “Signore” o “Padre” e siccome Dio non è un umano va al di là del concetto di genere: il solo dire “Padre nostro che sei..” può essere tacciato di omofobia. Se questo non è paranoia, ditemi cos’è? Ancora, siamo in piena epoca di un “Cult” femminile che pervade ogni tavolo di discussione socio-filosofico-esistenziale che va dai neologismi neodeclinati come ministra, avvocata, prefetta, a distinguere l’omicidio maschile dal femminicidio femminile per decretare la maggiore importanza sociale e penale di quest’ultimo rispetto al primo come se la morte non fosse il comune esito finale. Come se l’uomo, nella storia, non avesse mai pagato con la sua vita la protezione della propria donna e della famiglia! Ma, care donne, non avete forse voluto quella parità di diritti giusti fra i due sessi, invocando spesso le vostre condizioni di sudditanza che fate sempre prevalere nelle aule tribunalizie quando decidete di smutandare il vostro compagno? Ed ora la legislazione finalmente si è resa conto che non tutto vi si deve e la parità dei diritti ha scoperto anche l’equiparazione dei doveri. Potete scegliere se essere madri e lavoratrici o essere solo lavoratrici in carriera con una maternità dell’ultimo momento con qualcosa da “affittare” perché non avete voglia o tempo. A Noi maschietti tutto questo è precluso: siamo semplici donatori di opportunità! Ma dobbiamo stare attenti se baciamo da principe azzurro la bella addormentata nel bosco nell’intento di un amore così grande che sconfigga la catalessi della fanciulla! Apriti cielo! Sarah Hall, una mamma 40enne di Newcastle in Inghilterra, ha scritto alla scuola elementare che frequenta suo figlio di 6 anni criticando la scelta di far leggere ai bimbi la fiaba della “Bella addormentata nel bosco” perché spiega che sono in ballo il comportamento sessuale ed il consenso. La favola veicola un messaggio sottile che contribuisce a creare un cultura in cui il “consenso” non è visto come una cosa importante. Ma ci rendiamo conto cosa può partorire una mente allenata alle decostruzioni dei miti che sono alla base di tutte le culture e a quale “contorsione ideale” può condurre il cosiddetto “pensiero unico”? A quale mistificazione di messaggio si può arrivare per i meravigliosi lungometraggi disneyani che hanno dato vita e speranza a tanti bambini e adolescenti per un futuro più sereno ma ove il fine per dirla con Machiavelli non è come si pensa la giustificazione del mezzo ma la sua grandezza etica che può coinvolgere anche il sacrificio di una vita? Quindi in soldoni il principe azzurro era un anestesista arrapato che in preda ad una finta necrofilia ha azzerato il protossido d’azoto facendo rinvenire la fanciulla dopo che si era divertito, l’altro principe che insegue Cenerentola, uno stalker seriale che insegue la sua preda, mettendo a soqquadro il suo regno con quell’amore feticistico dato dalla sua scarpa perduta, e Biancaneve che deve cambiare nome perché purtroppo la neve è bianca ed è segno di razzismo verso le persone  “coloured”. Ahinoi!