Incassa 100.000 euro l’anno dal Ministero della difesa più i fondi del 5 x mille (circa 300.000 euro l’anno ) e contributi da molti Comuni e Regioni. E lo storico Marco Gervasoni, in virtù del loro operato colmo di censura e propaganda, considera quest’Associazione oramai un partito i cui finanziamenti andrebbero tolti. E non gli si può dar torto viste le innumerevoli ed onnipresenti iniziative di questa che oramai è divenuta una “Congrega” a tutti gli effetti e longa mano di una sinistra piuttosto anarcoide e fuori dagli schemi come la lotta al “presepe fascista”, la fatwa rossa contro il libro sui crimini della Resistenza, la propaganda nelle scuole sullo ius soli, e negazionista sulle foibe, perché i ragazzi vanno “educati” ad una democrazia sempre in pericolo( la loro! ) se non la tessera d’onore al Sindaco di Riace Mimmo Lucano. Indubbiamente oggi l’Anpi ha molto da fare perché le iniziative che cercano di infrangere il muro dello “storicamente corretto” sono sempre più numerose e questo brusco risveglio dal sonnecchiare economicamente beato ha prodotto iniziative che appaiono ridicole e anacronistiche. Infatti negano la possibilità di intitolare strade o di ricordare solo le vittime della persecuzione etnica e politica dei partigiani titini verso italiani inermi come Norma Cossetto che nulla avevano a che fare col regime fascista, o come la ferma opposizione alla titolazione di una via ad Oriana Fallaci nella sua Firenze solo perché difendeva l’identità e i valori della nostra Nazione, mentre le nostre vie portano il nome di tanti illustri personaggi come Lenin, Stalin o Togliatti che abiurò addirittura la cittadinanza italiana in nome di quella sovietica. Ed il ricordo dei bambini infoibati che il Ministro dell’Interno ha paragonato col “similis cum similibus” ai bimbi di Auschwitz, decretando l’uguaglianza dei entrambi i regimi dittatoriali ha mandato in delirio i nostri amici partigiani che hanno stigmatizzato come vittime “vere” solo i secondi, nonostante il limpido revisionismo del nostra Presidente della Repubblica. Come il contro-Congresso a Verona proposto insieme alle femministe nel marzo prossimo quando si terrà il forum mondiale sulla famiglia pro-vita e contro l’aborto. Ora che ci si voglia allarmare per un ritorno nazional populista per loro molto prossimo ai regimi nazi fascisti, per noi solo frutto di malcontento, decrescita e povertà, mi sta bene ma che ci si rivolga contro la famiglia e la vita e contro il diritto del nascituro non ne vedo la compartecipazione ideologica a meno che non rappresenti in maniera “molto poco liberale” un ricettacolo di estremismo comunista come le tante casematte gramsciane disperse nella società dal Pci negli anni ’70, al pari delle Cooperative e del sindacalismo rosso. E come testimoniano altre associazioni partigiane che non si sentono mai come la Fiap, liberale e riformista o l’Anpc( Associazione nazionale partigiani cristiani. Non c’è altro da aggiungere!