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BENETTON-TOSCANI: COLORS E MONEY

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Ho visto in questi giorni la pubblicità del fotografo Oliviero Toscani per conto della “United Colors of Benetton” e devo dire che come al solito la creatività di questo artista dell’immagine non ha limite, ovviamente della decenza, pur di fare scandalo o far parlare di sé. Come quando fece altri “scoop” fotografici con i jeans che foderavano due belle natiche “ Jesus chi mi ama mi segua”, quando fece sbaciucchiare un prete con una suora o quando fece vedere la fase terminale di un malato di Aids. Ed in ultimo quando entra a gamba tesa sul problema immigrazione con una foto che alterna corpi bianchi e corpi neri di ragazzi riprendendo a modo suo il Cantico delle Creature di San Francesco che, a differenza dell’artista, di povertà se ne intendeva. E procede con alcune frasi della scritta didascalica”…Nudi come San Francesco che si spogliò degli abiti e della ricchezza del demonio…Non più creature di città dolenti di macchine e cemento, di acciaio e di polvere, qui ci sono nove pezzi, unici e tuttavia uguali, di un’umanità che presto inchioderà il vecchio mondo al suo odore scorante di materia in decomposizione e di roba smessa…Pelli colorate che si mischiano finalmente abbracciati e confusi…Non più guerra delle razze ma il miracolo etnico con la ricchezza delle sue reminiscenza pacificate…E’ la foto delle Metamorfosi che sono tipiche delle civiltà imperiali, della Roma degli Augusti come dell’America dei Presidenti, della Globalità dove ogni cosa passa in un’altra, si tramuta nel suo contrario…C’è la rivoluzione che diventa con-fusione perché toglie l’identità certa all’Oriente e all’Occidente e li con-fonde, c’è il pavone dello Zoroastrismo che assimila la croce di Roma, il Ramadan che diventa banchetto pasquale, il latte di cammella che si tramuta in succo di vite, il burqa trasparente su corpo dio Venere, e c’è Fatima, figlia di Maometto, che prende le fattezze di Maria, madre di Cristo…Gioiosa con-fusione come valore…”. Ora sembra chiaro che l’intento finale del pubblicista non sia proprio l’elevazione della preghiera al Buon Dio perché faccia cessare disuguaglianze e guerre bensì al buon Cliente perché faccia lievitare i conti dell’azienda. Ed in effetti il target appare centrato perché i potenziali acquirenti per di dimostrare di aver compreso la sua campagna pubblicitaria, frutto di un filosofo “fatto”, acquisterà almeno una maglietta, molto con-fusamente. Infatti non ci vuole molto per capire che trattasi di messaggi poco subliminali che annullano differenze, identità, valori e quant’altro. Globalismo perfetto! Se poi a Cristo e alla sua Chiesa faccia piacere che la figlia di Maometto assuma le sembianze di sua madre o che il Ramadan diventi pranzo pasquale o il vino latte di cammella questo è un altro discorso nel nome di un sincretismo pianificante e oltremodo impossibile. Ma apprendo dai giornali quanto questo amore senza confini che annulla ogni differenza , anche le più naturali e identitarie, nell’alveo di un buonismo stucchevole ed inopportuno, dell’artista, non fa il paio con la sua vita privata che sembra tutt’altro che improntata al samaritanesimo e all’amore paterno-filiale. Infatti in una lettera pubblicata sul “Corriere della sera” la figli di Toscani, Olivia, descrive “..L’ho sempre sentito imprecare contro di noi, bestemmiando, fino ad arrivare al limite inaudito di imprecare contro la nostra stessa vita di bambine…” ed Olivia racconta di essere andata via a 15 anni proprio per sottrarsi alle torture paterne vivendo alla meno peggio. E da allora dice di non averlo più visto! Ma ciò che più suona paradossale al limite della “doppia personalità schizofrenica” è che il fotografo in un’intervista-confessione rilasciata al medesimo “Corriere” rivela “…Credo di essere stato un padre onesto, con le figlie ho dato fiducia, cercando di lavorare sull’autostima..”. E certo che se non avessero avuto autostima e senso del reale sarebbero già in depressione avanzata ed invece hanno undici figli che “non possono andare a casa sua ed un Non-padre avrebbe potuto riscattarsi come Buon nonno ma è già tardi” rispolvera Olivia. Ma lui è il “giusto”, il “buono”, il “creativo” che definisce i veneti ubriaconi e Salvini il nazista ma sarebbe stato opportuno per tollerare i primi giudizi se si fosse definito “doppiamente personalizzato”. E fatta la foto con i bambini in braccio si prega l’organizzazione del set di toglierli immediatamente dalle sue grinfie non si sa mai se si impossessa di lui qualche refolo di revanscismo!

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