L’ edizione del Vinitaly 2018 è stata sicuramente una delle più fortunate e riuscite ultimi anni. Parlando con i produttori, sia abruzzesi che di fuori regione, mi sono reso conto che tutti siamo tornati in cantina carichi e motivati per i nuovi e interessanti contatti.
Protagonista il Montepulciano d’Abruzzo che ha compiuto ciquant’anni. Una bottiglia del 1968 ha dato inizio ai festeggiamenti della Doc che celebrerà per tutto l’anno la sua storia: dalle origini agli esiti di un cambiamento che l’ha portata a farsi conoscere come il vino “principe” della regione.
Una festa che durerà tutto l’anno e che a Verona, in occasione dell’incontro “Montepulciano d’Abruzzo: le radici del futuro” organizzato dal Movimento Turismo del Vino Abruzzo, ha ripercorso tutta la storia del cinquantenario attraverso i testimoni diretti: produttori e vini di allora, pronti, ancora oggi, a dare il meglio. Perché, si sa, la regola del tempo non vale solo per i vini: con gli anni anche i ricordi migliorano, acquistano più spessore, fino a diventare leggenda. Da Emidio Pepe a Valentini, da Cataldi Madonna a Masciarelli, a Torre dei Beati, a Podere Castorani, i principali curatori italiani hanno elogiato il Montepulciano: un vino dallo spirito “nobilmente rustico”, “testimone della veracità e dell’intensità di una regione come pochi altri vini in Italia”, “un rosso che ti accompagna dal quotidiano alle grandi occasioni”.
Festeggiare l’anniversario del riconoscimento è un po’ come celebrare il passaggio del testimone da una generazione all’altra, dove il testimone è proprio quella bottiglia del 1968 di Valentini che, a 50 anni di distanza, ha ancora tanto da raccontare.
Non potevano non ricordare con emozione ed orgoglio tutti coloro che hanno partecipato alla nascita e alla crescita del Montepulciano d’Abruzzo, chi lo ha visto nascere quel vino, come Edoardo Valentini, Giuseppe Savini, Giustino De Cecco e un pensiero particolare nella mia testa, è andato a mio padre, l’enologo Carmine Festa che tanto si è adoperato per far conoscere il nostro Montepulciano d’Abruzzo e che mi ha fatto conoscere e scoprire questo mondo che ora, a distanza di anni è diventato il mio lavoro e la mia grande passione.
Un susseguirsi di emozioni, momenti di storia, una festa seguita al pranzo, nello Spazio di Niko Romito in fiera.
Radici profonde quanto una storia, che va ben oltre il riconoscimento della Doc, come hanno dimostrato i protagonisti, vignaioli delle quattro province, il volto di aziende storiche mature e di giovani realtà vitivinicole. Vini di successo accanto a vini che si fanno strada e a vini al debutto, portatori di tradizioni o nuove interpretazioni produttive. Una serie di annate che hanno avuto il compito di testimoniare, insieme a documenti, relazioni e aneddoti, il cammino di questo vino e di questa Doc.
Una giornata intensa di esperienze raccontate da chi ha vissuto ed è testimone di questa grande crescita. Partendo dai preziosi contributi del passato possiamo capire oggi come ci fosse consapevolezza, già allora, della qualità del vitigno e del vino Montepulciano d’Abruzzo Doc. Dobbiamo tutto ai nostri padri e ai nostri nonni che sono stati i pionieri del successo di questa Doc nel mondo. We are d’Abruzzo recita il claim della nuova campagna pubblicitaria, pone l’accento proprio sull’apostrofo e sulla forte appartenenza regionale.
Amo l’Abruzzo, amo il Montepulciano d’Abruzzo che per me è il fiore all’occhiello della nostra regione. Auguri al Montepulciano d’Abruzzo e buon vino a tutti!