”Caccia all’affare” torna sabato e domenica prossimi nella 6° Edizione del Mercatino del Vintage di Pescara, dalle ore 09.00 alle 19.00 al Pescara Fiere in via Tirino 427. E’ prevista una giornata speciale di valutazione economica di vecchie bottiglie di liquori: Aurum, Anisetta, Stravecchio, Arzente Riserva, Crema Abruzzese. Domenica al Pescara Fiere di via Tirino, nell’ambito della manifestazione Caccia all’Affare, Il Mercatino del Vintage di Pescara sarà possibile avere una valutazione economica gratuita di antiche bottiglie sigillate di liquori (sia in presenza che da foto) che ancora giacciono nella propria credenza di casa o in soffitta tra cimeli di famiglia.
Grazie all’iniziativa dell’esperto Gianni Brandozzi si potrà scoprire se si è in possesso di una bottiglia storica sigillata con tanto di bollino e contrassegno di Stato, vecchie bottiglie dell’Aurum del periodo dannunziano (secondo Ottocento – primo Novecento), l’antico Centerbe di Tocco da Casauria, l’altrettanto tipico Corfinio di Chieti e ancora altro.Dall’esame accurato di etichette e sigilli l’esperto valutatore e collezionista Brandozzi, sarà in grado di risalire all’epoca delle bottiglie, datarle e stimarne il valore, riservandosi l’eventuale proposta di acquisto.“Un’occasione ghiotta per metter a frutto un bene dimenticato, oltre a riscoprire un pezzo di storia originale abruzzese sconosciuta ai più” afferma l’esperto Brandozzi.“L’Abruzzo vanta una lunga storia nell’arte dei liquori” racconta l’appassionato antiquario e collezionista marchigiano, titolare di una collezione di oltre duecento bottiglie storiche di spirits nazionali e internazionali, oltre che di un repertorio di mappe geografiche d’antan uniche nel loro genere e che periodicamente sono presenti nell’ormai tradizionale fiera antiquaria l’Antico e le Palme sulla riviera di San Benedetto del Tronto, appuntamento atteso da tutti gli appassionati. “L’Abruzzo ha fatto scuola in materia di liquori e distillati a base di erbe naturali” racconta Brandozzi. Tra i primi liquori commercializzati nell’Italia preunitaria spicca l’antico amaro Centerbe inventato dal farmacista ltoccolano Beniamino Toro che metteva in infusione erbe aromatiche e officinali raccolte sulla Maiella.Andando ancora indietro nel tempo, tradizioni orali e leggende descrivono la dea Maja in cerca di erbe curative sulle montagne abruzzesi per guarire il figlio Mercurio, dal successo di quell’impresa la montagna sarebbe stata chiamata Majella. La purezza e l’efficacia delle erbe del divennero leggendarie tanto da ispirare opere immortali al genio di Gabriele D’Annunzio e Basilio Cascella. Della produzione del maestro Cascella è noto il dipinto dell‘Origanaro della Majella, innumerevoli e ancora vive a livello popolare sono racconti e tradizioni dove le erbe officinali e l’orto dei semplici rivestono un ruolo protagonista.