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CORRUZIONE ETICA

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giordano bruno guerriRicordo ciò che espresse Ida Magli nel suo libro intervista con Giordano Bruno GuerriPer una Rivoluzione Italiana” “…La democrazia è un sistema di Potere in cui il cittadino perde la sua identità. Meglio: il cittadino diventa il corpo su quale il Potere esercita la sua energia…e senza corpo il potere si annulla…”. Sappiamo tutti che il potere trasforma l’uomo anche il pervaso dai più nobili ideali e come diceva Pittaco nel 632 a.C. “Se vuoi conoscere la vera natura di un uomo, devi dargli un grande potere”. Ed anche la “democrazia ateniese” non era una democrazia nel senso moderno, ossia il governo da parte di tutti, perché erano pochi aristocratici a guidare il gruppo ma dal punto di vista della logica era più funzionale della nostra, perché gli aristocratici erano gli unici uomini colti, i soli ad avere competenze nei vari campi della vita sociale. Oggi invece la delega della “rappresentanza”, falsamente democratica, ha creato un esercizio di profonda incompetenza che non ha fatto altro che costruire un sistema di potere fatto di leggi, norme, come il consociativismo degli anni ’80, che minano alle fondamenta il potere del cittadino a tutto vantaggio della politica. Schiavi felici e contenti. Sebbene la democrazia diretta sia anche più pericolosa di quella rappresentativa in quanto base culturalmente inesistente, la politica in quanto servizio non è mai esistita e sostituita dai mestieranti e dalla loro inamovibilità dalle cariche che perpetuano, anche da luoghi diversi, la soverchieria verso il cittadino. Col potere che si allarga e invade ogni istituzione integrando persone fidate in ogni ganglio sociale col paradigma della “raccomandazione” sicché il tessuto sociale diventa maggioranza che democraticamente ascolta la minoranza per validare la giustezza delle loro idee ma nel pericolo che quest’ultima la sostituisca ecco venir fuori le pseudo-idee degli ossimori come “larghe intese”, “compromesso storico”, “compromesso democratico”, “convergenze parallele” che non fanno altro che dare continuità al moloch del potere. Ma Ida Magli individua più precisamente la nostra perversa condizione che rasenta il più aspro sofisma “teologico”: “…La corruzione è prima di tutto la corruzione delle idee, non del denaro. La parola fa subito pensare al mercato dei soldi ma è stata la corruzione totale del sistema politico che ha distrutto l’Italia: la corruzione del denaro c’è in tutti i paesi del mondo, più o meno. Quello che distingue l’Italia è che si è trattato di un collasso etico totale che nessuno più riteneva fosse una colpa rubare, occupare posti importanti senza essere capaci, sistemare sempre e dovunque i propri uomini…Il sistema politico poteva attenersi al principio di realtà e affermare che per gestire il potere c’è bisogno di soldi ma questo non poteva mai dirsi (si è detto solo dopo Mani Pulite). Invece si è costruito un meccanismo silenzioso, di omertà da parte di un numero sterminato di persone, finanzieri, imprenditori, magistrati, sindacalisti, amministratori che non si accorgevano neanche dell’immensa corruzione in cui erano immersi. E’ questo il delirio! E sono convinta che i suicidi di Tangentopoli si sono ammazzati non perché oppressi dalla colpa, come è stato detto, ma perché venivano accusati pur sentendosi innocenti e la lettera di uno dei suicidi, il deputato socialista Moroni, inviata all’allora presidente della Camera Napolitano, è documento inoppugnabile di questa tragica realtà: “Siamo innocenti perché non abbiamo fatto altro che adeguarci al sistema”. La corruzione etica è l’incapacità di vedere dove sta la morale: avere concepito la logica della politica come logica della menzogna”. E la difficoltà maggiore che dovremo affrontare è come uscirne visto che questo “cancro” è oramai padrone dei nostri corpi, in avanzata fase metastatica. E la tragedia del ponte crollato in pieno centro cittadino a Genova ne è, tra gli altri, il più fulgido esempio. Tutto secondo i canoni della più bieca normalità! Antonio Brencich, docente di strutture in cemento armato della Facoltà di Ingegneria di Genova, due anni fa parlò di “fallimento ingegneristico” del ponte Morandi e di “ponte da ricostruire” perché non è in causa l’acqua o il cemento armato, che in altre strutture dura da più di cento anni, ma la statica costruttiva del ponte stesso che appena dopo vent’anni aveva già sostituiti o rinforzati i tirandi originali per problemi di corrosione e di vischiosità dei calcestruzzi, come riportato da altri professori di tecnica delle costruzioni, Franco Bontempi di Roma e Piergiorgio Malerba del Politecnico di Milano . Nel 2016 un senatore ligure Maurizio Rossi segnalò al Ministro dei trasporti Graziano Del Rio la situazione di grave rischio del ponte Morandi con una interrogazione scritta ma non ebbe risposta (delirio di incompetenza). Poi tutta una serie di provvedimenti che andavano dalla costruzione di un ponte parallelo, ostacolato dalle aziende sottostanti che avrebbero dovuto traslocare, alla costruzione di varianti come il “passante di Genova” per il quale furono fatti appalti e gare ma il progetto si bloccò per il ministro Burlando (governo Prodi) molto sensibile alle proteste liguri (delirio di carenza del collegio votante) e alla società Autostrade non restò che obbedire al proprio azionista ed il ponte continuò a sopportare un traffico stradale 4 volte superiore a quello per cui era stato costruito (delirio di asservimento del servizio alla politica). Quando la società Autostrade divenne privata presentò ben cinque progetti di varianti che presero il nome di “Gronda” ma l’allora presidente della provincia di Genova Marta Vincenzi si espresse come dei cinque progetti non ne andava bene nessuno, progetti governativi ma sempre avversato da qualcuno degli enti locali il cui parere era vincolante in conferenza dei servizi (delirio del potere interdittivo). Fino ai più recenti comitati “No Gronda” sostenuti anche da esponenti dei pentastellati liguri che nel 2013 espressero in un documento una convinzione, senza fondamento (delirio di onniscienza) molto vicina alla pericolosità dei vaccini e delle scie chimiche “Il ponte potrebbe star su altri cento anni”. E “at last but not least”, ossia alla fine ma non per importanza, il problema della società privata Autostrade in mano ai Benetton che comunica che “sulla struttura erano in corso lavori di consolidamento della soletta e sottoposti a costante attività di osservazione”. Mario Giordano, notissimo fattore di pulci, in un esauriente articolo raccoglie tutte le incongruenze dello “status quo” autostradale. Fra il 2008 e il 2016 le tariffe autostradali sono aumentate del 25% ben oltre l’inflazione proprio per gli investimenti che ovviamente non fa in egual misura. Ed uno dei punti dove la Società ha investito di meno (76 milioni rispetto ai 286 previsti) è proprio il tratto ligure. Autostrade per l’Italia nel 2017 ha generato ricavi per 4 miliardi di euro con un utile per gli azionisti di 972 milioni. Perché lo Stato abbia regalato questa gallina dalle uova d’oro ai signorotti di Treviso non si è mai capito. A gestire l’operazione fu il presidente dell’ Iri Gian Maria Gros Pietro, amico di Prodi, e dopo la privatizzazione fu assunto dai Benetton a presiedere le autostrade con uno stipendio annuo di 1 milione di euro (delirio amicale-consociativo). E perché questi Benetton godono di questi pregiudizi positivi che permettono loro di allargarsi alla gestione degli aeroporti da quello di Roma a quelli della Costa Azzurra, al controllo monopolistico del Telepass, al prolungamento della concessione fino al 2042, senza le previste gare europee? E perché visti gli enormi utili non trovino un briciolo di dignità nel fare gli investimenti previsti o quanto meno ridurre le tariffe dei pedaggi, che al contrario lievitano sempre? Un po’ meno di shopping per il mondo un po’ più di sicurezza per i viaggiatori. Vista la condotta dei soggetti spero che la prima cosa che possa ridare dignità a questa storia sia la revoca immediata della concessione a questi “buonisti della comunicazione francescana”. Non credo si raggiunga la punibilità dei responsabili di questa tragedia evitabile perché in questo paese è di moda lo scaricabarile ed i processi sono talmente lunghi che la prescrizione ha tutto il tempo di arrivare dopo il fine corsa. Ahinoi!!