
Ricorre il 230° anniversario della presa della Bastiglia, un giorno di guerra cruenta per la conquista della libertà come riportato anche dall’inno nazionale francese “La Marsigliese” ma è l’evento più significativo dell’inizio di quella Rivoluzione Francese che evidenziò tutti gli stigmi del momento dalla ottusa crudeltà plebea alla forte avversione verso l’ “Ancien Regime” e l’inizio di un processo che avrebbe determinato quei risultati culturali e civili di cui ancora oggi ci serviamo come il tramonto del feudalesimo, l’abolizione della tortura e l’istituzione dei tribunali civili, l’uguaglianza di fronte alla legge, la semplificazione e l’unificazione tributaria, la redistribuzione delle terre, la libertà di parola, di culto, di concorrenza, un sistema scolastico nazionale e la scienza autonoma e scevra dalle interferenze teologiche. Ma dopo le conquiste ed il meritato periodo di riposo ecco che l’ossimoro del “buon selvaggio” e l’“Homo homini lupus” riprendono il sopravvento decretando un degrado etico culturale molto indesiderabile per la gestione di un complesso mondo “aperto ed ipertecnologico” che genera frutti dal sapore acre se non addirittura marci. L’attività elettrica cerebrale come il ritmo cardiaco o la respirazione non si fermano mai altrimenti la vita cesserebbe ma quella che si modula è il livello di attività durante il sonno o la veglia o le reazioni d’allarme. Quindi esiste un ““attività di fondo” nel corpo umano, più lenta, dalla quale non si può prescindere, soprattutto da quella attività di fondo dei nostri neuroni che ci relazionano col mondo esterno ed interno con le nostre emozioni. Ma esiste anche un’attività di fondo dei nostri canoni e valori sociali che andrebbero difesi strenuamente perché sono alla base delle nostre relazioni, dei nostri giudizi e azioni. Qualunque essi siano, purché rispettino quei diritti umani di cui si gonfiano le gote tutte quelle associazioni mondiali come l’ONU, la Corte Europea ma che in realtà sono le prime a disattendere. Non dimentichiamo il genocidio degli armeni o degli ebrei, le innumerevoli persecuzioni a sfondo religioso delle minoranze nei paesi che disconoscono i minimi diritti umani. Tutti eventi ben al di là della rivoluzione francese e molto al di qua di quei famosi 70 anni di pace di cui i nostri politici odierni si riempiono la bocca sottacendo le nefandezze dei loro comportamenti acciecati dalla prevalenza dell’economia e della finanza a scapito della stessa natura umana perché vendere le armi o petrolio ai terroristi, avere a che mercanteggiare con spietati dittatori non è certo una carezza a chi questi deve sopportare. Credo che la più grande noxa patogena del nostro tempo sia proprio l’aver mutato fino ad azzerarla quell’ ”attività di fondo” che poteva permetterci una scelta come il nostro sistema binario neurologico impone. Siamo “leggermente confusi”, viviamo in uno stato di semi incoscienza, tanto da aver sdoganato l’uso della cannabis “light” come desiderabile ed innocuo compagno di viaggio. Perché no? Difficile accorgersi della differenza! E pensavamo che i crimini contro l’umanità fossero cessati dopo lo sgancio delle bombe atomiche su Nagasaki o Hiroshima. Nulla di tutto questo. I crimini contro l’uomo sono oggi più diffusi, sottili, e soprattutto coperti da un aura di approvazione e legalità che ci lascia veramente sgomenti. Non è un crimine contro l’umanità l’aver egemonizzato le transazioni semplicemente finanziarie rispetto alle attività produttive sconvolgendo il mondo del lavoro negando la dignità del lavoratore? Non è un crimine contro l’umanità l’aver ridotto una scuola ed un’università solo a stipendifici e che non preparano gli studenti ad affrontare adeguatamente sia il mondo tecnico professionale che quello più alto dirigenziale costringendoli ad emigrare verso paesi più riconoscenti della meritocrazia? Non è un crimine contro l’umanità la lentezza e l’opportunismo della UE che promette solo a parole i trasferimenti in Europa dei rifugiati dei soggetti più vulnerabili tirati fuori dall’Unhcr(Alto commissariato Onu per i rifugiati) dai campi o meglio lager libici via corridoi umanitari? E pensare che questi sono numeri piccoli (4000 posti) promessi da UE, Norvegia e Canada rispetto alla enorme massa migratoria. Per non parlare degli sfollati delle zone di guerra (in particolare Libia) e i migranti economici di cui si occupa soprattutto l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) con programmi di rientro assistito nei Paesi di partenza. E a riguardo non è un crimine contro l’umanità il traffico di esseri umani in Africa fatto di scafisti, campi di prigionia legali e illegali, con bande armate che imperversano nel territorio fautori dei peggiori crimini come torture, violenze sessuali, umiliazioni, estorsione di denaro, lavori forzati e uomini venduti come schiavi? E Luca Ricolfi annota che buona parte del problema sta nel business dei guerriglieri che nel sud della Libia, intercettano le persone in transito per imbarcarsi in Europa che hanno poche possibilità di scelta, essendo entrati in maniera illegale: un campo di prigionia, liberazione a “pagamento” del trasbordo sempre a pagamento su un’imbarcazione diretta in Europa con tutte le incognite che comporta. E l’unica maniera per rendere questo delittuoso business non “profittevole” non è certo l’apertura incondizionata dei porti tanto sbandierata dalle polimorfe “anime belle” bensì, come afferma il sociologo della “Fondazionehume”, di mettere fermamente in pratica il principio che in Europa si entra solo per via “legale”. E finché l’Europa consente e incentiva (vedi la parabola delle navi Ong e dei loro capitani o capitane addirittura meritevoli di medaglia al valore francese ma solo se speronano motovedette italiane per attraccare, ignorando l’sos per sbarcare a Marsiglia) gli ingressi via mare o montagna, il progetto di stroncare il traffico di esseri umani resta del tutto velleitario. Bisognerebbe nel contempo allargare i canali d’ingresso regolari sia per i richiedenti asilo (corridoi umanitari) che per i migranti economici (sistema di quote) ma difendendo con risolutezza i propri confini. E non è un crimine contro l’umanità uno Stato che uccide i malati che costano troppo? Nella civile Francia che ha fatto la rivoluzione per i diritti umani e maestra di etica mondiale un uomo tetraplegico, ma con una minima coscienza vigile senza respirazione assistita o alimentazione parenterale, viene privato di cibo e acqua fino alla morte e contro il parere dei genitori che lo assistevano. Così Vincent Lambert è morto di fame e sete per merito di una sentenza tribunalizia! Altre volte i tribunali hanno praticato eutanasia “legale” contro il parere dei genitori come per i piccoli Charlie Gard e Alfie Evans. In pratica dalla libera scelta di morire come per il Dj Fabo, si passa alla possibilità di morte affidata ad un tribunale. Evento epocale che non può non farci pensare su chi deciderà della nostra vita non più il buon Dio in cielo bensì un togato in terra. E lo scrittore saggista francese Michel Houellebech afferma senza mezzi termini in un intervista al “Le Monde” che “Vincent è stato ucciso perché l’ospedale aveva altre cose da fare e per lo Stato costava troppo”. E allora sarà qualcun altro domani a decidere della nostra sorte se conviene curarci o lasciarci andare. Mi vengono i brividi! Ma temo è proprio quello che succederà. E non è un crimine contro l’umanità avere una Chiesa su questi temi è stranamente sorda e distratta perché ha altro da fare con tutto l’amore politico che profonde per i flussi migratori nell’ideologia anomala, molto discordante, della difesa degli ultimi? No! Cari alti esponenti dell’Ecclesia gli ultimi non sono quei baldi giovani della medio borghesia africana con smartphone all’orecchio che affollano i barconi. Gli ultimi “veri” col pedigree sono le donne e gli anziani lasciati nel continente nero a subire i soprusi dei despoti locali che depredano la loro terra per arricchimenti personali e di un Occidente egoista e commerciale; sono quei cristiani che oramai nel mondo afroasiatico sono perseguitati fino alla morte con una Chiesa venduta a regimi come quello cinese nel nome di un’improbabile sincretismo religioso o di un rispetto reciproco delle regole; gli ultimi sono tutti quei seminaristi che sono stati violentati nelle sacre stanze da vergognosi, inadeguati, orripilanti rappresentanti dell’alto clero che peraltro e per anni hanno sottaciuto, occultato se non incentivato la regola della “sacra perversione” dei loro sodali e che ancora oggi hanno voce in capitolo nei loro media comunicativi; tanto per fare qualche nome: il defunto cardinale belga Goffried Daneels grande oppositore degli ultimi due papi, ma osannato da Bergoglio alla sua morte, e favorevole alle unioni civili fra omosessuali oltre che all’idea di concedere la comunione a divorziati risposati accusato più volte di essere un insabbiatore seriale che ha protetto ecclesiastici omosessuali e pedofili talora reo confesso di abuso sul nipotino (sic!) o il cardinale Wuerl che sottaceva la pedofilia di alcuni suoi sacerdoti, sostenuto sempre da Bergoglio ma cha alla fine ha dovuto cedere sotto la magistratura americana, e ringraziato sempre dall’attuale Papa per la sua “rinuncia”; per non dire del cardinale Edgar Mc Carrick protetto fino alla fine per le sue nefandezze o il cardinale argentino Oscar Zanchetta accusato dalla procura argentina di “abusi sessuali continui e aggravati”; gli ultimi sono quei bambini e le loro famiglie umiliati, devastati psicologicamente da tutte quelle organizzazioni cosiddette “umanitarie e caritatevoli” di cui fanno parte psicologi, assistenti sociali, magistrati e che sono stati artefici di scempi come quello di Bibbiano ove i piccoli venivano “estirpati” con inganno e lavaggi di cervello dalle loro famiglie d’origine che magari avevano solo il demerito della povertà, per poter ingrassare le “case famiglia” con le laute prebende per il loro accudimento se non addirittura affidati in custodia a genitori omosex che non vedono l’ora di coronare la loro fame di innaturale genitorialità. Addirittura come apparsa sui giornaloni di regime sorprende la difesa di queste organizzazioni all’uopo censurando le critiche sul web verso di esse (Pd) o giustificando il comportamento anomalo dei loro addetti in quanto essi stessi “abusati” durante l’infanzia (Corriere della sera). Allora chi sceglie questi “assistenti sociali” e psicologi che devono interessarsi di problematiche così complesse e delicate se psicologicamente “deboli”? E chi sceglie i magistrati che non intervengono mai nelle verifiche della relazioni redatte da questi assistenti sociali e che danno per oro colato quanto da loro denunciato facendo finire spesso i bambini in istituti e comunità che sono controllate da cooperative e Onlus religiose? Non sono forse tutti questi crimini contro l’umanità? E cosa fanno a riguardo tutte quelle organizzazioni internazionali, Chiesa compresa, che dovrebbero difendere i diritti umani ma che in realtà sonnecchiano nel nome di un “dirittismo mondiale” che nel nome di una libertà senza limiti che sta decretando la fine stessa dell’umanesimo? Si perché l’uomo non è soltanto un animale intelligente secondo il fattore “G” di Spierman inteso come l’insieme delle nostre abilità cognitive e Moshagen e colleghi dell’ Università di Ulm hanno deciso di verificare se esiste anche un fattore comune presente in ognuno di noi anche per quanto riguarda la “Cattiveria umana” e su un campione di 2500 individui hanno ottenuto risultati significativi definendo il “fattore cattivo” come fattore “D” che comprende nove caratteristiche e devo dire tutte allegramente all’opera. 1) Egoismo; 2) Machiavellismo: tipico delle persone manipolatrici che antepongono sempre i propri interessi; 3) Assenza di Etica e senso morale; 4) Narcisismo come ammirazione eccessiva per se stessi e ricerca del proprio benessere; 5) Superiorità psicologica: individui che sentono la necessità di avere trattamenti speciali; 6) Psicopatia: deficit affettivo, scarsa empatia, insensibilità, tendenza a mentire, impulsività; 7) Sadismo: sensazione di piacere e di dominio nell’infliggere dolore agli altri attraverso aggressioni d’ogni sorta; 8) Interessi sociali e materiali: costante ricerca di un tornaconto sia economico che morale; 9) Malevolenza: propensione al male in tutte le sue forme( aggressioni fisiche, busi, furti umiliazioni. E “Non c’è niente di più facile che condannare un malvagio, niente di più difficile che capirlo” ( Fyodor Dostoevskij).
Arcadio Damiani