
La religione come la politica sono da considerare bisogni più o meno espressi dell’agire umano. La prima si occupa dello spirito, dell’anima, la seconda del corpo e della materia ma entrambe confluiscono nell’etica, nel comportamento, nell’espressione finale delle scelte che rendono singolarità ai soggetti. Possiamo essere atei, laici, credenti, miscredenti, anarchici ma sempre uomini “corretti” dal punto di vista della legalità e dei rapporti sociali come li intendiamo nella nostra cultura occidentale. Si può o meno discutere della politica, farne parte decisionale o meno, infervorarsi per un’idea o essere del tutto apatici ma sempre piacevolmente e correttamente umani. E siccome non abbiamo più tanti problemi, come l’immigrazione, il lavoro, la decrescita economica, la profonda deculturazione che si avvicina pericolosamente al nichilismo, che rendono precaria le nostre vite, riempiamo pagine di giornali e canali mediatici con una marea di questioni, minimali e fuorvianti che nascondono quelle prime importanti evidenze e che stanno al pragmatismo come lo Zenith al Nadir. Altrimenti cosa pensare di una ricerca dell’Unesco, organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di educazione, scienza e cultura, che mette all’indice, in quanto foriere di stereotipi di genere, le voci femminili delle assistenti vocali, le donne robot, ideate da Siri(Apple), Cortana(Microsoft), Alexia(Amazon) che rispondono alle nostre domande ma che sarebbero troppo sottomesse, civettuole, disponibili, a volte sexy, alimentando l’immagine di una donna succube e servile? Meglio una voce metallica, artificiale, veramente robotica, indistinta che fa il paio con la disforia di genere, altro grande problema da affrontare altro che il lavoro o la decrescita economica. Da fibrillazione dei cosiddetti! E che pensare della casa editrice Plantasia che all’acquisto di un suo libro regala un grammo di cannabis light? Finalmente droga libera e quasi gratis! E che pensare del putiferio scatenato dal ministro Salvini quando espone il simbolo del Rosario o invoca l’aiuto della Madonna o dei santi Patroni Europei? Sacrilegio! Peccato mortale! Appropriazione indebita di Credo cristiano! Sia chiaro che la “verità” non è mai univoca e che la mia è solo una delle tante opinioni, ma condivido gran parte delle idee del vicepremier leghista tranne che per alcune sue “sbordate” che lo fanno troppo umano se non profondamente ingenuo ma sempre molto appassionato. E questo è il caso! Perché cosa è il Credo, cosa è l’ostentazione del simbolo. Si può affermare con parole e soprattutto con la condotta, giustificata secondo la propria etica cristiana, il pascolo dell’anima ma la simbolizzazione riduce ad un celtismo paganeggiante e druidico, come osserva Alessandro Campi, con i suoi rituali folcloristici ma di grande impatto emotivo e mediatico come in uso dalla Lega dei primi tempi, bossiana, con l’ampolla votiva, padana, riempita dalle sorgenti del sacro fiume Po. Comportamento non proprio elegante e consono al momento attuale ove sembra essere passata di moda la pulsione collettiva ed irrazionale basata sui simboli sacri che non evocano più niente, tanto meno una mobilitazione politica se non addirittura un controcanto molto “critico” da parte delle gerarchie ecclesiastiche che hanno interpretato quella “epifania simbolica” del Ministro come la presenza di un altro altare salvifico cui affidarsi da veri credenti per il disagio loro creato da questo Pontefice che guarda un po’ troppo al “suo mondo” molto sudamericano e meno all’Italia che lo ospita. Ma se il gesto dell’utilizzo strumentale dei simboli religiosi da parte del Ministro può essere certamente criticabile dovrebbero essere altrettanto criticabili altri utilizzi che in passato hanno permesso addirittura di mettere nel simbolo di un partito la “Croce” nell’idea che “Nel segreto dell’urna, Dio ti vede Stalin no”, o ad oggi i presepi multiculturali per promuovere la causa “pro migranti”, il Cristo della Resurrezione che si sveglia cantando “o bella ciao”, il Gesù bambino di colore che si salva dai flutti grazie al salvagente. Altrettanto criticabili quanti, esponenti del clero, imperversano in campo politico esponendo il Vangelo, come simbolo di lotta politica, come si faceva col “Capitale” di Marx delle passate lotte studentesche. Come nel caso del Cardinale, elemosiniere del Papa, che in nome di un solidarismo “sandinista” va a riaccendere la luce agli occupanti abusivi al centro di Roma. E poi perché non ci si indigna per chi si vergogna di esporre, nascondendoli, i simboli religiosi cristiani per non urtare la sensibilità di atei e musulmani, per chi invoca “tendine amovibili” per coprire Madonne e Crocefissi al passaggio dei funerali laici, per chi ridicolizza il Cristo con la bestemmia o immagini dissacranti come il Cristo gay o rapper o partigiano. Non sono forse anche queste “appropriazioni indebite”? E ci indigniamo verso questo nuovo “Satana” di Salvini” (prime due lettere in comune) perché ostenta un rosario, bacia la Madonna, tenta di salvaguardare i confini d’Italia e d’Europa, di tutelare la società italiana ed europea, la civiltà cattolica dalla invasione islamica, dalla sharia, di ripristinare la cristianità come base della Costituzione europea. Ma non ci indigna verso l’ondata di relativismo nichilista e di scristianizzazione che sta attraversando il nostro Occidente con chiese sempre più vuote di fedeli e sacerdoti, la riutilizzazione delle chiese chiuse in B&B o disco-trattorie, verso il potere massonico, laicista ed anticristiano che ha le redini di questa Europa e che impone ai popoli un modello ideologico decisamente molto poco cattolico e cristiano, che lava i piedi agli islamici che per contro ci massacrano a centinaia ogni giorno nei loro paesi. Non ci si indigna, anzi li si elogia, per quelli che hanno lottato per la grande conquista civile dell’uccisione dei feti in utero, accogliendoli come grandi anime oltre il sacro uscio( Emma Bonino ) o quelli che predicano contro il riduzionismo dell’amore procreativo a favore della dimensione puramente ludica e contro la famiglia tradizionale, o i grandi dittatori comunisti, e che, in quanto titolare del Sacro Scranno, si tiene ben lungi dall’ospitare il neosatana ma fa visita spesso al dittatore boliviano, Evo Morales, che non smetterà mai di ringraziare per il prezioso dono del Cristo in legno sopra la “falce e martello”. Questa sovrapposizione dei ruoli Politica-Religione non giova né all’una né all’altra perché la società ne esce ancora più confusa avvolta nel suo brutale cinismo e che si tiene molto lontana da un auspicato proselitismo si di chi vuole il consenso elettorale, sia di chi spinge la Chiesa ad adottare misure sempre più secolarizzate nella speranza di riagganciare gli “allontanati” dalla “Sacra mensa”. E non giova neanche alla modernità politica della nostra beneamata democrazia fondata, con sacrificio, sul principio della laica separazione fra la sfera sacro-religiosa e la sfera civile-istituzionale. E la Chiesa l’8 per mille non lo vedrà granchè alla denuncia dei redditi me se ne potrà beare quando vedrà i praticanti rimasti!
Arcadio Damiani