Il 1914 è la data che segna l’inizio della Grande Guerra che incendiò l’Europa lasciando insoluti i problemi che l’avevano scatenata e po- nendo le premesse per il secondo conflitto mondiale (1939-1945). Ga- briele d’Annunzio ebbe un ruolo non secondario nel promuovere l’in- tervento dell’Italia sfociato nella dichiarazione di guerra del 24 mag- gio 1915; fu poi protagonista combattendo per terra, per mare e per aria e lanciando messaggi in prosa e in versi per spronare alla vitto- ria; una vittoria che apparve a lui come ad altri “mutilata” determi- nando l’impresa di Fiume e la trasformazione dell’Immaginifico in Vate, in poeta-soldato e in Comandante. L’occasione centenaria invi- ta a riconsiderare la figura di D’Annunzio alla luce di questo evento senza circoscrivere il tema del convegno alla mera vicenda militare di D’Annunzio, ma estendendo lo sguardo alla sua figura complessiva di scrittore e uomo d’azione, proiettandola sul vasto scenario euro- peo. D’Annunzio, infatti, fra i nostri scrittori della sua generazione, fu, con Pirandello, lo scrittore di maggior risonanza europea. Le tre facce del nostro prisma, D’Annunzio-Guerra-Europa, potranno esse- re indagate separatamente o nel loro intreccio. Quale fu ad esempio il sentimento di patria che ebbe D’Annunzio? Come evolse, se evolse, nel tempo? Quale rapporto intercorre fra patriottismo e nazionali- smo? Quale idea ebbe dell’Europa sul piano politico e sul piano cul- turale? E come guardò l’Europa a questo scrittore prima e dopo il suo schierarsi per la “fraternità latini” e contro la “barbarie” germanica? Tra i molti, forse troppi, scritti e messaggi dedicati alla tragica avventura della guerra e oggi spesso dimenticati, ce n’è qual- cuno che meriti una attenta riconsiderazione? La sua stessa retorica consente di tracciare un profilo imagologico della madre-patria va- gheggiata da D’Annunzio? Quel Vittoriale, per il quale Giansiro Fer- rata avrebbe preferito l’etichetta di “Sconfittuale” o “Conflittuale”, e che D’Annunzio considerò la sua ultima opera fatta di pietra e arre- di anziché di parole, quali memorie serba della Guerra latina? Questi ed altri possono essere i temi di un convegno che intende por- tare, accanto a qualche contributo innovatore, anche un aggiornato e sintetico ripensamento dei nodi critici che rendono ancora oggi D’An- nunzio una figura ancora aperta e attuale, ricca di luci e di ombre, pomo della discordia ma anche stimolo vitale.
Programma
VENERDÌ 10 OTTOBRE – ORE 9.30
Indirizzi di saluto
EDOARDO TIBONI, PIETRO GIBELLINI, DANTE MARIANACCI GIORGIO BÁRBERI SQUAROTTI
La guerra: epica e orrore
ALESSANDRO SCARSELLA
Il 14: guerra europea e letteratura
FRANÇOIS LIVI
D’Annunzio a Parigi nei primi mesi della Grande Guerra
MARIO CIMINI
“Il n’y a plus d’Alpes”: D’Annunzio, la Francia e il mito del “Rinascimento latino”
ELENA LEDDA
Scritti guerrieri: ai confini della parola e alla soglia dell’azione
VENERDÌ 10 OTTOBRE – ORE 16.00
LORENZO BRACCESI
L’opposizione Europa/Asia nella poesia dannunziana, Il paradigma di Micale
MARILENA GIAMMARCO
‘Quel falso limitare’ tra la vita e la morte. Paesaggi adriatici nella “Licenza”
ANDREA LOMBARDINILO
Giornali di guerra e prigionia. D’Annunzio, Gadda e il mito della “società in trincea”
MARIA ROSA GIACON
Fra pre-testo e intratesto: la circolarità complementar di ‘Notturno’, ‘Licenza’ e i ‘Taccuini’ dell’artista-soldato
MARCO PRESUTTI
Il mito di Europa in Gabriele d’Annunzio