Cos’è la Disforia di Genere?
La disforia di genere si manifesta quando una persona non riconosce il proprio genere biologico come quello desiderato. L’obiettivo è fornire tempo per una decisione autonoma sul percorso di transizione dopo i 18 anni, consentendo al soggetto di affrontare i cambiamenti corporei in modo più consapevole.
L’utilizzo della triptorelina nella disforia di genere
La triptorelina, infatti, è un farmaco utilizzato per bloccare la pubertà, specialmente nelle fasi iniziali tra gli 8 e i 10 anni. Secondo il dott. Gianni Bona, vicepresidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, è dunque fondamentale intervenire precocemente per garantire un’efficacia ottimale. Al contrario, ritardare troppo potrebbe ridurre notevolmente l’effetto del farmaco, rendendo così più complessi eventuali interventi futuri.
Terapia farmacologica e psicologica integrate
L’approccio ideale, infatti, combina terapia psicologica e farmacologica per garantire un intervento completo. Inoltre, la psicoterapia aiuta a orientare il soggetto e la famiglia verso una scelta consapevole. Tuttavia, solo in caso di insostenibilità emotiva e psichica, la terapia farmacologica diventa una necessità imprescindibile.
Rischi e controversie
Il ruolo delle famiglie e dei centri specializzati
Le famiglie devono essere coinvolte attivamente, infatti il loro ruolo è cruciale per supportare i ragazzi. Inoltre, i genitori dovrebbero rivolgersi a centri specialistici di endocrinologia pediatrica che, grazie alla loro esperienza consolidata, offrono un aiuto fondamentale nella gestione della disforia di genere.
La situazione in Italia
In Italia, la disforia di genere è un fenomeno raro, infatti si stima uno o due casi ogni 10.000 individui. Tuttavia, il suo impatto psicologico risulta significativo, pertanto richiede un approccio sensibile e rispettoso dei diritti dei bambini per garantire il miglior supporto possibile.