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È un gatto cozza? Ecco come riconoscerlo

Quello che affettuosamente siamo soliti definire “gatto cozza”, è in realtà l’identikit del gatto che vive in simbiosi con il suo o la sua padrona ed è molto più comune di quanto si pensi. Ma come lo riconosciamo e impariamo anche ad interagire meglio con lui o lei?

I SINTOMI DEL “GATTO COZZA”

– quando ti siedi puoi contare e non arrivi a 10 che il gatto è già sulle tue ginocchia;
– non è importante la temperatura, anche se ci sono 50 gradi all’ombra lui vuole dormire con te;
– piange quando vuole essere preso in braccio (praticamente sempre);
– è la tua ombra, una presenza costante. Dove vai tu, va lui (bagno compreso);
– soffre molto la solitudine e la tua mancanza;
– è un “gatto prostituto”: qualsiasi umano entri in casa tua lui si propone per farsi fare le coccole;
– il suo motto è stiamo vicinivicini;
– se anche vive con altri gatti lui comunque preferisce la vostra presenza a quella dei suoi a-mici;
– ti guarda con sguardo adorante;
– tutte le volte che esci di casa ti guardano con occhioni tipo gatto di shrek e ti senti in colpa tantissimo.

Ecco se il vostro gatto corrisponde ad almeno 8 di queste 10 definizioni è ufficiale, vivete con un “gatto cozza”.

I GATTI E L’AFFETTO INCONDIZIONATO CHE NESSUNO SI ASPETTA

Tutti i gatti hanno bisogno di affetto e tutti i gatti, a loro modo, sono capaci di donarlo. I “gatti-cozza” sono quelli un po’ particolari, che hanno un continuo bisogno di rassicurazioni e che hanno una estrema necessità del contatto fisico. Sono quei gatti molto affettuosi e un po’ insicuri. Si riconoscono perchè hanno dei tratti caratteriali quasi più simili ai cani che non ai felini. Con loro occorre un po’ di pazienza in più ed è bene fargli sentire la nostra presenza. Ci ricambieranno con tanto sincero amore.

IL LIBRO FELINO

“Il gatto che insegnava a essere felici”
di Rachel Wells
Garzanti

“Mi è sembrato di vedere l’amore intorno a me, e mentre guardavo i volti di coloro che costituivano le mie famiglie ho fatto il sorriso più ampio che un gatto possa fare.
Avevo amato e perso e amato ancora un po’, ma in mezzo a tutta la felicità e la tristezza c’era una cosa di cui non avrei mai dubitato: questo gatto dei portoni era il gatto più fortunato del mondo.
Se hai paura, guarda accanto a te.
Sarò sempre lì.
Perché insieme tutto torna a sorridere”.

Per un gatto come Alfie non esiste niente di meglio che scorrazzare per i giardini di Edgar Road. Solo lì si sente a casa. Gli abitanti del quartiere lo accudiscono come una vera famiglia. Hanno imparato ad amarlo e non possono più fare a meno di lui. Perché Alfie ha un dono unico: è in grado di ascoltare i bisogni inconfessati. Solo lui ha capito che Claire vorrebbe tanto avere un figlio e che il piccolo Alesky ha problemi a scuola. Alfie è lì per aiutarli e insegnare loro a cercare di nuovo la felicità. Ma all’improvviso nella via arrivano dei nuovi vicini i cui movimenti appaiono sospetti: hanno traslocato di notte e non fanno amicizia con nessuno. L’armonia del quartiere è in pericolo e Alfie deve fare qualcosa. Eppure loro provano di tutto per tenerlo lontano. Soprattutto Snowball, la loro affascinante gatta diffidente e dispettosa, blocca ogni suo tentativo di capire cosa sta succedendo. E ogni suo tentativo di avvicinarsi a lei.
Alfie è convinto che dietro quegli strani atteggiamenti si nasconda solo una richiesta di aiuto, dietro quelle facce tristi solo la voglia di trovare conforto. E piano piano la nuova famiglia si accorge di quanto lui sia prezioso per la loro vita. È l’unico che può accendere il loro futuro di nuova speranza. Perché Alfie sa che si deve lasciare il cuore aperto a nuovi amici, nuove avventure, nuovi incontri inaspettati. E anche all’amore, che arriva sempre quando si crede di averlo perduto per sempre.
Dopo aver conquistato per mesi le classifiche italiane con Il gatto che aggiustava i cuori, Rachel Wells torna con un seguito che conquisterà i suoi lettori affezionati. Alfie è un gatto irresistibile, sempre in cerca d’affetto e pronto ad aiutare gli altri. Un libro che parla al cuore, per dirgli che non bisogna aver paura di svelare i propri desideri più nascosti.