Giovane sfida se stessa rinunciando a usare smartphone e social per due giorni
Il cellulare e i social sono diventati il fulcro della società contemporanea. Questi dispositivi hanno permesso la realizzazione di una nuova realtà virtuale, un non-luogo in cui tutti sono presenti senza esserlo. Si può comunicare con individui che si trovano dall’altra parte del mondo. Questa rete collega chiunque, ma tutto ciò ci permette realmente di non essere soli?
La storia di Emmie Killin
La ragazza protagonista della vicenda, che stiamo per raccontare, ha deciso di rinunciare per due giorni al suo smartphone a ai social. Ha voluto scoprire cosa significasse privarsi della tecnologia. Emmie Killin è una ragazzi di 21 anni, del Lancashire, e così come tutta la sua generazione anche lei è una nativa digitale, ovvero nata in un’epoca in cui tutti possiedono un cellulare e utilizzano i social. Un giorno, però, ha deciso di scoprire cosa volesse dire stare senza telefono. Era curiosa di sapere come fosse la vita di coloro che non possono permettersi uno smartphone o altri strumenti tecnologici.
La sua esperienza
Questa scelta, per certi aspetti, significa rinunciare alle comodità, ma è anche un modo per aprire la propria mente e conoscere ciò che volontariamente fino a quel momento ci si è preclusi. La ragazza ha voluto svolgere tutte quelle attività per le quali usava il cellulare: fare la spesa, cucinare grazie a un libro di cucina e usare un telefono a gettoni. “All’inizio mi sono sentita isolata. Sono così abituata ad avere il telefono al mio fianco e ad essere facilmente in grado di contattare le persone a cui voglio bene. Le prime ore mi sono sentita strana, cercavo costantemente il cellulare. Non sapevo su chi contare, non potevo fare affidamento su nessuno se non si di me. Il secondo giorno, mi sentivo molto giù, non riuscendo a essere in grado di tenere il passo con le notizie, raggiungere gli amici o inviare messaggi al mio ragazzo. L’unica parte del fine settimana che mi è piaciuta è stata usare un telefono a gettoni, potrebbe sembrare sciocco, ma non l’avevo mai fatto prima”.
Riflessioni
Tutta questa esperienza le ha permesso di comprendere come sia necessario allontanarsi dallo smartphone per un determinato periodo, ma anche come nella società contemporanea sia, ormai eccessivamente, complesso vivere senza telefono. Questo ci fa riflettere su quanto sia importante trovare un equilibrio tra l’utilizzo della tecnologia e la vita offline.
Conclusioni
Emmie Killin ci ha mostrato che staccarsi dal mondo virtuale può essere difficile, ma allo stesso tempo può offrire opportunità di crescita e di scoperta di nuovi modi di vivere e di interagire con il mondo. La sua esperienza ci spinge a trovare un modo di utilizzare la tecnologia in modo equilibrato, al fine di trarre il meglio da entrambi i mondi: quello virtuale e quello reale.