
Finalmente un’omelia che difende la fede cattolica, che rispetta il credo di quei cristiani pervasi, ma non fanatici, dai “valori non negoziabili” e dalla comunione con il mistero divino della Trinità e del Verbo incarnato. Ma è proprio quest’Ultimo che monsignor Crepaldi, vescovo di Trieste, tende a proteggere dalla continua invasione belligerante e destruente la sua figura da parte degli intellettuali “liberal” che di intelletto e di liberalismo hanno molto poco a che fare nel nome di quella libertà molto “soggettivistica” che orripilava una grande pensatore e filosofo cristiano come Augusto del Noce. Ed è proprio in occasione della ricorrenza della Sua Nascita che tornano in mente gli orrendi prosceni in cui il nostro Simile e Divino Gesù è stato fatto vittima sacrificale per lasciare il posto all’”Homo deus” come lo definisce il saggista Noah Harari. Ed è proprio in quest’epoca in cui la piaga dell’ “abbandono” imperversa a tutti i livelli politici, istituzionali e soprattutto etici, pensando ai cristiani perseguitati in terre lontane, ai nostri militari che combattono una guerra non proprio loro, ai nostri emarginati nelle periferie cittadine, alle nostre piccole imprese artigianali, ai nostri giovani senza arte né parte, ad una Chiesa divisiva più che unificatrice, che monsignor Crepaldi, coraggioso, ha suscitato un moto di risveglio che va dallo stupore all’imbarazzo, stupore perché dissonante politicamente dalle alte gerarchie vaticane, imbarazzo perché non vi è più quella sana abitudine di proclamare la sacralità dell’evento epocale del Dio terreno. Tutt’altro! E perché c’è stato bisogno di questa “replica” alle offese, ben lontane dal Credo apostolico, alla persona del Figlio di Dio? Perché dagli alti pulpiti, dalle autorità ecclesiastiche non suscita scandalo l’assistere allo scempio dell’identità di Cristo, della sua nascita verginale per opera dello Spirito Santo. Tutto normale, ma anche molto vile più che mansueto! Il Bambinello nato in povertà in una grotta amorevolmente assistito oltre che dai suoi genitori anche dagli umili pastori che sono accorsi ad adorarlo in compagnia della regalità dei Magi guidati da una Luce astrale, diventa simbolo di una umanità dimenticata e bisognosa, dei piccoli, degli ultimi, dei senza meta. Elemento troppo ingombrante che induce al sacrificio e all’amore in un mondo divenuto egoista, godereccio, senza responsabilità alcuna verso il prossimo, rinchiuso ed isolato nel proprio tornaconto. Ed è questa invocata apertura che fa molto male e che induce ad un cambio di paradigma, un dolce ma faticoso ritorno alle origini, prima che sia troppo tardi. Ma vorrei riportare fedelmente il nocciolo del discorso del vescovo perché da anni non si sentiva nulla del genere dagli esponenti episcopali e men che meno cardinalizi: “Questa esemplare professione di fede dei Magi in Gesù Signore, Re e Salvatore universale, durante le feste natalizie è stata oggetto di un attacco senza precedenti che è andato dispiegandosi in varie forme: dalla volgare e blasfema identificazione della sua persona con l’essere gay, pedofilo e “sardina”, fino a più sofisticate interpretazione dei testi scritturistici che lo hanno privato della natura divina. Queste ultime sono state proposte, in genere, da intellettuali liberal che, convinti di essere depositari di non si sa quale arcana verità, pretendono di esercitare autorevolmente la missione di liquidare la “regula fidei” su Cristo alla quale ci riferiamo noi cristiani alla recita del “Credo”, naturalmente in nome del progresso umano di cui solo loro possiedono le chiavi di accesso. Sempre loro e sempre quelli ogni anno giocano a spararla sempre più grossa, spacciando patacche cristologiche in nome del progresso”. Ed il giornale “Libero” ha nel tempo elencato quegli episodi oggetti degli “j’accuse” di monsignor Crepaldi. Nel Dicembre u.s. un film brasiliano, globalizzato dalla piattaforme Netflix che ha milioni di abbonati nel mondo, interpreta un “Cristo gay”. A riguardo il tribunale di Rio, giudicando la commedia “blasfema”, ha ordinato a Netflix di rimuovere dalla piattaforma la commedia “La prima tentazione di Cristo”. Purtroppo, a stretto giro, la Corte Suprema brasiliana ha revocato lo stop alla pellicola annunciato poche ore prima per cui è ancora possibile vedere in streaming il film suddetto. E stiamo parlando di un’America latina che comprendeva quasi la metà dei cattolici di tutto il mondo ed è sorprendente che nel momento in cui una papa argentino occupa l’alto scranno della Chiesa Romana il fenomeno della “protestantizzazione cattolica” è comune in tutto il continente con massime percentuali del 74% tanto che il “New York Times” si è affrettato a titolare che “L’America Latina sta perdendo la sua identità cattolica”. Sempre nel Dicembre u.s. un quadro esposto al Museo comunale di Roma, sotto l’egida dell’assessorato capitolino, va oltre ogni immaginazione dipingendo un Gesù con evidente “erezione” sotto le sue vesti che accarezza un fanciullo inginocchiato davanti a Lui. In pratica un “Gesù pedofilo”. Questa come dice il non credente Feltri è “una schifezza indigeribile che grida vendetta ed impone una ribellione…un’operazione vile nonché ispirata a un desiderio di deridere un personaggio che da oltre duemila anni ci insegna a comportarci in modo fraterno con i nostri simili”. A seguire Roberto Saviano che posta sul suo “basso profilo” social la Madonna nell’atto “fin troppo umano” di partorire Gesù con la smorfia di dolore dipinta sul volto della Madre, nuda dalla cintola in giù, a gambe allargate e con la testa penzolante del feto nascente. Non mi sarei mai aspettato una dissacrazione così dirompente della Natività di Nostro Signore. E non puoi non chiederti il perché di tanta provocazione per abbattere un valore basilare del nostro Credo come l’ “Immacolata concezione” e l’opera dello Spirito Santo nel mantenere lo stato verginale di Maria. Ma non fa scandalo perché oramai la Chiesa gira il capo dall’altra parte e l’allegro dileggio è l’unica chiave di accesso alla notorietà ed esistenza sui social. Bisogna “sorprendere” costi quel che costi, in tal caso “nulla” ma vorrei vedere il vile autore di “Gomorra”, che vive sotto dispendiosa se non inutile scorta, se fosse capace di dissacrare similmente l’artefice del Corano. Anche in tal caso la scorta sarebbe inutile perché comunque qualche jihadista l’avrebbe fatto fuori come sa Salman Rushdie evaporato dalla faccia della terra dopo aver scritto i “Versetti satanici” molto critici del Corano, come testimonia l’assassinio del regista Theo van Gogh o l’uccisione dei giornalisti di Charlie Hebdo per le allegre vignette antislamiche. Ma è sempre lo stesso Gesù che rivolgendosi al Padre sulla croce lo invita a perdonarli perché “non sanno quello che fanno”. Grandezza della “Misericordia cristiana”! Per continuare, Dacia Maraini identifica nelle “sardine” la nuova presenza di Gesù e attacca il Dio degli ebrei contrapponendolo a quello del Vangelo: ridicola pretesa di reincarnazione con l’ovvio silenzio della Chiesa e la rivolta della Comunità ebraica per l’ “Ignobile bestemmia”. Perché “Cristo ha rifiutato il Vecchio Testamento con le sue vendette la misoginia e l’intolleranza, proprio come questi ragazzi…In nome di Cristo sono state fatte delle orribili nefandezze. La scissione fra etica e politica è accaduta nel momento in cui la Chiesa da idealistica e innovativa forza rivoluzionaria si è trasformata in un impero che ha subito costruito il suo esercito, le sue prigioni, i suoi tribunali, la sua pena di morte.” si è espressa la scrittrice. Alla fine la ciliegina sulla torta oramai rancida l’ha posta il grande intellettuale papalino Eugenio Scalfari che in occasione del Natale ha attribuito a papa Francesco una definizione di Gesù totalmente eretica, la già descritta “patacca cristologica” di monsignor Crepaldi: “era solo un uomo e che con la resurrezione si è trasformato in fantasma…Perché in fondo tutte le religioni sono uguali con sfumature diverse e i popoli hanno purtroppo diversificato il concetto di Dio con grandi danni per la pace…Ora viene l’epoca di un nuovo affratellamento universale”. Non credo che l’ “umanità” dell’ “Incarnato” sia espressione vera del credo dell’attuale Papa ma è altrettanto vero che nessuno ha smentito il giornalista molto avanti negli anni e con una ineluttabile fisiologica moria neuronale ma con questo spostamento verso la globalizzazione ed un universalismo religioso della Chiesa bergogliana e lo stretto colloquio che intercorre fra Scalfari e Francesco mi dà da pensare non poco. Auspicabile colloquio interreligioso ma convinto nel contempo che il “sincretismo” rappresenta ancora oggi una pura utopia: dialogo non “resa”! Quand’ero bambino ricordo quanto era piacevole l’atmosfera natalizia di quell’ evento simbolo di amore verso quel Nascituro che ci faceva vivere una parentesi di pace e di fratellanza nella cena della vigilia e con l’aroma della fetta di panettone il giorno dopo. Ora, da adulto avanti con gli anni, sono alle prese con una comunicazione “avversa” e sempre critica oltre che oltraggiosa del “Bambinello” occultato se non decapitato nei presepi nelle menti dei più. Ed invece di godermi quell’attimo di pace avverto l’amarezza di una profonda faglia tellurica fra il sacro e il profano che hanno deciso un inspiegabile “divorzio”. Dietro a tutto questo come dice Fausto Carioti si vede la paura delle gerarchie ecclesiastiche di inimicarsi la cultura progressista, il terrore che i cristiani siano marchiati come “estranei” allo spirito del tempo e quindi rispediti nelle “catacombe”. Ma la Chiesa delle catacombe era forte e la sua forza era proprio quella di essere diversa dal resto del mondo. Quella di oggi pretende di essere indistinguibile dal resto, persino dalla altre religioni. Che confusione!!
Arcadio Damiani