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HENRY MANCINI AVEVA ORIGINI ABRUZZESI: NON SOLO SCANNO PURE A MANOPPELLO

Henry Mancini era originario di Manoppello. Vedi quella musicista là? Si chiama Federica Giusti, è la nipote di Eva Mancini, cugina di primo grado di Henry. Anch’io sono lontano parente del famoso musicista italo-americano, come molti a Manoppello. Mio padre Rocco (minatore emigrato a Marcinelle, in Belgio, ndr)lo ha conosciuto da bambino”. A farci questa rivelazione è stato Nicola Costantini, docente al Liceo musicale “Misticoni-Bellisario” (Mibe) di Pescara, in occasione della manifestazione “Cittadinanza attiva” organizzata a Pescara dall’assessore alle Politiche sociali e Pari opportunità Antonella Allegrino. Tutto il mondo sa che Henry Mancini ha origini abruzzesi ma di Scanno (L’Aquila). Nessuno sa del suo legame anche col comune nel Pescarese famoso per i suo “Volto Santo” ma anche per essere il Comune d’origine o per aver perso più minatori di tutti gli altri nella strage di Marcinelle in Belgio. Costantini, originario anche lui di Manoppello, stava facendo le prove al Teatro Massimo col Quartetto “MiBe” dei suoi allievi del Liceo Mibe (nella foto qui sotto a destra), dove suona, appunto, la giovane Giusti (seconda da sinistra). I quattro stavano suonando “La Pantera rosa”,colonna sonora dell’omonimo film e cartoni animati (nel video in fondo) composta (è proprio l’autore che apre il video) nel 1964 da Henry Mancini (vero nome Enrico Nicola Mancini), come altri successi per il cinema. Vere e proprie opere musicali che hanno fatto guadagnare al celebre compositore anche alcuni Premi Oscar  come “Colazione da Tiffany”, “Victor Victoria” o la serie tv “Uccelli di rovo”. Durante le prove del giovane quartetto liceale, chi scrive cominciò a parlare con Costantini del genio musicale scomparso negli Usa nel 1994, dov’era pure nato 70 anni prima da genitori immigrati dall'”Abruzzi e Molise” (allora unica regione). Wikipedia sia nella versione italiana sia in quella inglese parla di Scanno come origine della famiglia paterna. La versione inglese dichiara che suo padre Quinto Mancini (Quintilliano Mancini) è nato a Scanno nel 1893 ma non dice nulla di sua madre Anna Pece che è originaria di Forlì del Sannio (Isernia). Sul sito ufficiale del genio musicale non si fa menzione delle sue origini italiane. Henry Mancini ne parla, però, nel suo libro autobiografico, “Did they mention the music?” (Hanno menzionato la musica?), in vendita online, dove scrive dei due comuni che hanno dato i natali ai suoi genitori. “Anna Carolina Pece è nata qui a Forlì del Sannio il 19 ottobre 1893, figlia di Nicola Pece (quindi il compositore premio Oscar si chiamava Nicola per via del nonno materno, ndr) – spiega il sindaco del comune molisano, Roberto Calabrese – I Pece sono una famiglia molto nota e numerosa a Forlì del Sannio. Noi organizziamo ogni anno il Premio ‘Gustavo Pece'”, intitolato al poeta (nella foto qui a sinistra) e co-organizzato da La Ruota Editrice di Roma, società di Maristella Occhionero, pronipote del poeta. “La Occhionero, figlia di Carmen Pece – rivela Calabrese – è in contatto con Monica Mancini, figlia di Henry”, cantante che ha iniziato la sua carriera come corista dell’orchestra del padre (i due insieme nella foto qui sotto a destra). “Io e Monica ci siamo scritte più volte su Facebook – conferma Maristella – I nostri nonni erano cugini e le ho inviato una mia ricerca genealogica perché lei non sapeva niente della famiglia di origine della nonna paterna”.  Quindi, che Quinto Mancini sia nato a Scanno è accertato così come la moglie Anna a Forlì del Sannio. Ce lo confermano i sindaci. “Una cugina di Henry Mancini è morta pochi mesi fa, si chiamava Adele Silla – ci rivela Pietro Spacone, sindaco di Scanno – La signora Adele ha una figlia, Anna Paola Colaneri, che vive a Scanno e altri familiari che vivono a Roma. L’anno scorso abbiamo intitolato una strada a Henry Mancini, che venne a Scanno una volta mentre in un’altra occasione incontrò sua cugina Adele a Roma. Non sapevo di suoi parenti a Manoppello”. Che la famiglia del compositore abbia origini anche manoppellesi è un fatto sconosciuto pure al sindaco Giorgio De Luca e persino a un grande esperto di emigrazione italiana nel mondo come Geremia Mancini, peraltro omonimo e nato a Manoppello pure lui. Eppure Eva e Sergio Mancini dicono di essere cugini dell’illustre parente d’oltreoceano. I due cugini oggi ultraottantenni, hanno altri fratelli: Marcella, Filippo e Rocco. Questi ultimi due morti pochi anni fa. Eva ha un figlio, Nicola (Nicolas) Giusti (zio di Federica, nella foto qui sotto fra i due genitori, papà Guerino Giusti e mamma Eva), noto musicista e direttore d’orchestra a Boston (Usa), dove emigrò inizialmente il papà di “zio Henry Nicola” (che si chiamava come lui). “Una sola ho scritto a Henry Mancini per segnalargli un mio allievo che voleva studiare composizione da film e lui non solo mi ha risposto ma mi ha anche detto che se io stesso volevo, potevo andare lì da lui”, ci scrive via Facebook Nicolas Giusti da Boston. “Con mio figlio, che fa lo stesso mestiere suo, ora cercheremo di approfondire di più su di lui. Credo che Henry Mancini abbia voluto preservare la sua vita privata per evitare orde di parenti che si presentassero davanti casa a battere cassa. Di più non so” conclude Giusti (nella foto qui sotto a destra, mentre dirige un’orchestra in Usa). Suo zio Sergio Mancini, classe 1927, fratello della mamma Eva, rivela un legame fra Manoppello e Scanno: “Mio fratello Rocco viveva a Scanno. La mamma di Henry Mancini ha vissuto un periodo qua a Manoppello con nostra madre Antonietta”. Federica Giusti, la nipote di Eva Mancini racconta di essere cresciuta ascoltando questa storia familiare e se studia musica lo deve anche al famoso prozio. In famiglia si racconta che addirittura Henry Mancini a Manoppello ci sia persino nato, “nella casa del fratello Filippo di mia nonna – rivela la giovane musicista – I miei parenti hanno cercato un contatto con i figli in Usa ma non ci rispondo, forse temono che cerchiamo una parte dell’eredità. Mia nonna Eva dice di averlo conosciuto. Alcuni dicono che non è nostro parente, per cui mio padre sta facendo delle ricerche anagrafiche per capire cosa sia successo”. Ricerche che, grazie a questo articolo, sta facendo in Comune a Manoppello l’assessore all’Anagrafe Melania Palmisano, anche lei sorpresa del possibile illustre concittadino. Alla base di questo mistero ci potrebbe essere il fatto che sia stato registrato nativo in Usa per motivi di cittadinanza, visto che negli States vige lo “Ius soli” (cittadino per nascita). Henry Mancini nel suo libro scrive che suo padre “si chiamava Quinto perché era il quinto figlio della famiglia”.S’imbarcò “a Napoli e quindi arrivare a Detroit e infine a Boston, dove lavorò in una fabbrica di calzature. Tutto ciò avvenne nel 1910/1911… Ilde Galante ha scritto un articolo su “La Foce di Scanno”, dove ha tradotto i passaggi del libro, che prosegue: “Mentre gli altri genitori lottavano per inserire i propri figli nelle acciaierie, mio padre desiderava che io ne stessi lontano”, perché Quinto Mancini amava la musica e suonava il flauto, come scrive suo figlio che aggiunge: “So che per un po’ di tempo suonò in modo professionale”. Nel suo libro egli non dice che rimase orfano della madre Anna in tenera età e fu cresciuto da una zia. Nell’articolo, la Galante intervista la cugina a Scanno, Adele Silla: “Io ed Henry siamo coetanei: io sono nata a marzo e lui ad aprile. Suo padre Quinto e mia madre Maria Rosaria erano fratelli… Nel 1955 Henry venne a Roma e mi telefonò dicendo che voleva conoscermi. “C’incontrammo all’Hotel Excelsior, lui era con sua moglie Ginny e io con mio marito Vincenzo e le mie due figlie Egle e Maria Rosaria. Abbiamo passato insieme una bellissima serata parlando della famiglia e del nostro paese. Lo convincemmo così a venire a Scanno. Quando lui venne, in gran segreto, io ero a Roma, ma gli avevo dato tutte le indicazioni per riconoscere la casa paterna, che lui era ansioso di vedere. Si è fermato solo per poche ore. Ha pranzato al lago ed è subito ripartito, senza dire niente a nessuno, così come era arrivato. Come suo padre, Henry è molto riservato e nonostante il successo è rimasto una persona molto semplice. Tornato in America… mi raccontò che era stato a Scanno ma mi disse: ‘Non ci vado più perché ho paura della strada’. Mi ha scritto una sola volta, all’inizio degli anni 60 per dirmi che zio Quinto, suo padre, era morto e mi ha cercata a Roma ancora nel 68 mentre ero qui a Scanno. Da allora le sole notizie che ho sono quelle che leggo dai giornali”. Le ricerche anagrafiche sono aperte e sicuramente torneremo presto per aggiornarvi su questo mistero, su cui indagherebbe volentieri Jacques Clouseau (Peter Sellers), l’ispettore protagonista del film “La Pantera Rosa”. Nella foto d’apertura, Henry Mancini al pianoforte con la moglie Ginny e i tre figli, Felice, Monica e Chris. L’immagine è tratta dalla copertina dell’album “A Merry Mancini Christmas”, pubblicato per il Natale 1966.

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