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INTELLIGHENZIA ROSSA

FOTO-RUBRICA-SITO-DAMIANI2-400x242-1 2Finalmente i nodi sono arrivati al pettine i cui denti in mancanza di materia prima sono diventati sempre più stretti e non più a maglie larghe dato che la convivenza pacifica fra gli opposti era frutto di una economia pur traballante, per il crescente indebitamento, ma sempre benevola e generosa verso gli ultimi. Oggi ci hanno fatto il conto e dobbiamo pagarlo anche se il nostro portafogli è vuoto. E giustamente chi ha sempre agito nella certezza del mangiare a sbafo non può che lamentarsi per il brusco risveglio. E mi riferisco a quel mondo “intellettuale” che non ha più modo di esistere, quel mondo che diversamente dal passato sempre pullulante di inseganti, docenti, artisti veri, musicisti, registi che mostravano il volto di una realtà polivalente, è attualmente occupato da componenti tribali monomorfi che si riconoscono solo attraverso il solo criterio dell’ ”autoproclamazione”. L’intellettuale vero è un ricercatore profondo ed onesto che indaga i meandri della conoscenza, ama l’eleganza e la completezza e non smette mai di studiare con l’umiltà di chi “sa di non sapere” ed ama stare in disparte per non contaminarsi con l’attualità e la contingenza che potrebbero mistificare i loro assunti. E visto che i “salotti” culturali hanno chiuso i battenti come molte chiese per mancanza di materia prima soprattutto di idee e devota passione, si sono ritrovati all’aperto, senza dimora, praticamente nomadi a disposizione di qualsivoglia manifestazioni di pubblica evidenza. Occupano così posti nelle kermesse letterarie, festival, saloni cioè luoghi ove ala posto dell’alta cultura si fa basa politica. Nel mio credo chiamasi con dolce eufemismo “decadentismo”, in realtà puro nichilismo. D’altronde “L’isola dei famosi” che i media televisivi ci propina non fa altro che evidenziare con quale morboso e voyeuristico interesse al limite del “guardonismo” seguiamo queste avventure e come sia caduto così in basso il concetto della fama e dell’eccellenza. Una volta i famosi erano grandi artisti, poeti, pittori, scienziati, oggi i famosi sono personaggi che solo a sentirli interloquire vengo i brividi per lo zero assoluto della loro umanità e del loro linguaggio frutto di indomita ignoranza e scarsa connessione dendritica per “cannatura” della stessa. Tanto è vero che la Treccani e la Crusca si stanno adoperando per bloccare queste storture linguistiche che oramai pullulano nel linguaggio giovanile. E quindi qual è stata la metamorfosi degli intellettuali che da una sinistra vera che di cultura ne capiva veramente e mai espressa con acredine a quelli di oggi che si indignano, marciano, fanno petizioni, sfilano nei cortei, berciano in tv ma non producono più nulla da un libro o un film originali a una piece teatrale? Mancano semplicemente di idee e si accodano alla bisogna a tutti i fatti possibili di cronaca contingente che li possano accomunare sotto l’unico e informe grido “dagli al nemico”. Ed è veramente penoso vederli ridotti come una salsa molto ristretta scaldata sul fuoco: il sapore si accentua ma gli ingredienti sono sempre gli stessi per citare un debito paragone culinario. E dagli anni ’90 molti di loro sono vissuti non nel costruttivismo, pur opinabile e antidoto al liberalismo ma certamente rispettabile, bensì immersi nel teorema della “demonizzazione dell’avversario”.  E quale vessillo di guerra migliore di quel “berlusconismo” da combattere e di cui tutto è stato messo alla berlina. Anche allora problemi veri come la crisi economica post 2008, il lavoro, l’ascensore sociale bloccato, opere pubbliche necessarie, sanità, le nuove tecnologie che presuppongono progetti adeguati per scuole ed università nella nuova sfida al terzo millennio: tutti in secondo piano. Il mondo intellettuale attualmente solo “distruttivista” e coniato in acronimo stupefacente da Marcello VenezianiSMS” (Sinistra-Magistratura-Stampa) non aveva altro pensiero che sbirciare nell’opercolo della serratura per documentare le gesta erotiche del premier che aveva ridotto la democrazia a dittatura sudamericana nel regno delle Mignotte. E nacquero i problemi veri che la sinistra di allora alimentava impaurita che “U pilu” del re Priapo potesse essere gradito alla maggioranza dei cittadini sopraffatti da un Stato iper-brurocratico e dissipatore di risorse. Cioè se il Cavaliere sapesse se Ruby era minorenne, se i festini di Arcore erano orge o meno, se pagava e quanto la casa alle olgettine, come potesse a quell’età essere ancora in grado di avere rapporti così frequenti e quale metodo usasse solo farmacologico o anche idraulico. Con politica estera mirata solo al lettone di Putin dove si sarebbe consumato il misfatto con la D’Addario. Il tutto quindi ridotto ad un semplice gossip moral-giudiziario che ponesse fine al regno di re di Troia. Oggi, traslato tutto, non avendo più un personaggio da combattere, l’Intellighenzia rossa, usando la stessa deludente e inconcludente strategia, si è rivolta a attaccare una massa ben più grande, quella dei populisti-sovranisti che più di allora potrebbe essere molto pericolosa per la loro “beanza” e lo fa con tutti i mezzi a disposizione forte del famoso SMS di cui sopra avversando tutte le scelte di questo governo giallo-verde che già di per sé naviga a vista. Allora scelgono l’accoglienza tout court ma non la regolamentazione dei flussi migratori, invocano la galera per un ministro dell’Interno che sta agendo per interesse pubblico e del Paese ma di sicuro non per interesse personale esponendolo ad un processo che appare peraltro del tutto impossibile dal punto di vista legale, ma solo ad usum di una dittatura che non gradisce un pensiero diverso come d’altronde sono abituati tutti i regimi non democratici che imprigionano ed uccidono i giornalisti dissenzienti. Avversano tutte le altre ricette governative, dal decreto sicurezza al documento di programmazione finanziaria, alla quota 100, come se loro avessero nella sacca il rimedio miracoloso e si è visto quanto siano stati provvidi nel portare questo Paese in evidente “recessione”. Hanno perso la “trebisonda” per dirla alla Feltri ed allora si sperticano in tutti i modi per rendersi improvvidamente ridicoli. Come Michela Murgia che non riuscendo a vendere i suoi libri ( perché dovremmo comprarli? ) si affida ad un pamphlet per misurare il tasso di fascismo dentro di noi(ancora??), Roberto Saviano, alto esponente del gotha gauche caviar, che ha bisogno di un nemico al giorno ed attualmente in crisi di identità perché combattendo le mafie nostrane ha dimenticato che sono state messe sotto scacco non da lui ma dalla più potente “mafia nigeriana” di cui sembrano responsabili quelli che come lui sono gli “accoglienti”, Massimo Cacciari che oramai “urla” solo in tv in preda ad attacchi isterici se non di panico, il regista Nanni Moretti che non essendo più in grado di combattere nel nostro Paese per la rivoluzione sessantottina rievoca il pericolo fascista con un documentario sul golpe cileno, e Walter Veltroni altro grande illuminato del pensiero unico anche lui in crisi identitaria perché sta ancora valutando da circa un decennio se traferirsi in Africa per portare il  verbo ma con i lauti indennizzi pensionistici del nostro Paese. E Gino Strada fondatore di Emergency che pontifica il delitto delle politiche occidentali che “stanno uccidendo le persone riferendosi ali immigrati” ma che in realtà stanno uccidendo il suo business come riporta nel suo blog Maurizio Blondet in quanto nella sua pancia Emergency ha una” liquidità” non investita di circa 13 milioni di euro, in pratica una Onlus da quotare in borsa. E si confessa “ma chi è quel cretino che pensa di fermare le emigrazioni?”. Per non parlare della “Magistratura democratica” che palesemente fa da contraltare alle Procure e ad altri magistrati tanto per intorpidire le acque della legalità e del diritto sottoscrivendo appelli contro il governo e sfilando con i vip contro i porti chiusi o esprimendo il divieto di sequestrare la nave delle Ong. E della scuola oggi preda di iniziative sui generis e molto autonome come l’introduzione di pamphlet sulla teoria gender o invito ai genitori di marciare per i profughi. E nell’alveo della più bieca mistificazione interpretativa si rivolgono anche al Papa tirandolo per la giacca quando parla della necessità della educazione sessuale nella scuola affermando che “bisogna offrire una educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazioni ideologiche perché queste distruggono le persone”. Ed il Pontefice si rifà ovviamente alle parole stesse di Dio creatore “A sua immagine Dio li creò, maschio e femmina e maschio li creò e diede loro il comandamento andate e moltiplicatevi”. Ma ecco che l’educazione sessuale lungi dall’amore coniugale procreativo diventa con un “larvatus prodeo” (avanzo mascherato) possibilità di inculcare il menù di “generi diversi” come testimonia l’invito alla trasmissione Rai “Alla lavagna” di Valdimir Luxuria per parlare del tema complesso della rara disforia di genere senza provvedere all’ascolto di altre campane come potrebbe essere quella di Massimo Gandolfini o Silvana De Mari o Claudio Risè. Oggi gli intellettuali progressisti piangono perché oramai ridicolizzati e ridotti in minoranza da difendere come i migranti e i rom, eppure siamo in piena epoca della vera dittatura della “minoranza” in quanto questi bell’imbusti con le terga al caldo occupano ancora posti di potere, predicano in televisione, nascondendo il vuoto pneumatico dietro le loro parole “levigate”. Sarebbe ora di mandarli a ca…!

Arcadio Damiani