Da Alanno all’Italia intera, la mappa dei nuovi reati per ottenere certificazioni fasulle
Un ventenne denunciato per avere esibito ai carabinieri di Penne un green pass non suo. È successo ad Alanno, in provincia di Pescara, dove il giovane no vax e’ stato beccato nel corso di un controllo effettuato dei militari in un ristorante. Per il trasgressore, una multa da 400 euro ed una denuncia per sostituzione di persona poiche’ è stato verificato che la certificazione non era falsa ma apparteneva ad un’altra persona. Analogo episodio, quattro giorni fa, a Fossacesia (Ch) dove una ragazza di venti anni si e’ sottoposta ai controlli dei carabinieri esibendo il green pass di un’amica Stupisce la leggerezza con cui si commettono reati da codice penale in un momento in cui la parte lesa possono essere le vite delle persone. E poi per cosa ? Per una cena al ristorante. Quanto si è verificato ad Alanno, a Fossacesia e, precedentemente, in altre località abruzzesi, non è che uno spaccato di una fetta di Italia furba e desolante, sprezzante verso la salute della propria persona, irriguardosa verso quella degli altri, disposta a subire processi penali per dribblare la prevenzione obbligatoria sui luoghi di lavoro o, ancora peggio, per presenziare ad eventi, cene, occasioni di divertimento. Quell’Italia Imbarazzante che sta delineando la mappa dei nuovi reati legati al Covid-19.
Eccoli, gli atti criminosi di ultima generazione su cui le cronache ci aggiornano quotidianamente.
La truffa ormai tradizionale e’ quella dell’infermiere che simula la vaccinazione e getta altrove il liquido che può salvare un’esistenza. C’e’ chi, a Lucca, lo ha fatto per 300 euro a dose.
Meno esoso un medico di Ascoli Piceno che, dietro compenso di 100 euro, faceva fare la stessa fine alla dose di vaccino, firmando certificazioni fasulle ai suoi pazienti. I due inqualificabili sanitari sono finiti in carcere. Se l’è “cavata” con gli arresti domiciliari un ventunenne brindisino per aver tentato di corrompere un infermiere affinché simulasse la vaccinazione facendo sparire il farmaco a lui destinato. Un emulo modesto di quel genio dell’odontoiatra di Biella che due mesi fa indosso’ un braccio di lattice prima di recarsi nell’hub vaccinale E farsi smascherare da un’infermiera.
Ci sono anche parenti ed amici di oppositori del vaccino che
si trasformano in truffatori correndo il rischio di essere scoperti, per far ottenere ai loro cari un green pass falso. Basta recarsi in farmacia con la tessera sanitaria del furbetto e, se l’esito del test è negativo, il trasgressore si ritrova in tasca una certificazione a lui intestata. Per non parlare del mercato incontrollato e proliferante delle certificazioni fake sul web. Un’Italia dunque ingegnosa e creativa ma non a fin di bene, purtroppo per gli italiani onesti. Un’Italia che fa arrossire, anzi sprofondare nella vergogna ed incrementa ogni giorno gli interrogativi su se e quando, grazie alle bravate dei paladini dell’anti-vaccino, verremo fuori da questo incubo.