“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14) come affermava l’evangelista Giovanni che in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. La “parola” personificata ad indicare l’enorme importanza che essa assume nella comunicazione non solo della dottrina della fede. La “parola” quale espressione massima del culto del pensiero custode dell’idea innovatrice senza vincoli e lacciuoli a mentire l’umanità della sua origine. La “parola” sinonimo della libertà insita nel nostro credo, nei nostri assunti, mezzo di scambio fra gli uomini ben più prezioso dell’oro, testimone della nostra storia in tutti i campi, ma ahimè anche merce malefica e mezzo infestante quando diventa interprete principale della ideologia e dell’indottrinamento. E purtroppo è quello che sta succedendo nei nostri giorni con l’uso sempre più invadente dei significati “politicamente corretti” degli stessi termini sviliti nella loro etimologia se non del tutto vietati. Riformare il vocabolario nel nome di una pseudotolleranza non fa che evidenziare il pressapochismo e la ferocia delle élite che stanno transitando l’umanità verso un transumanesimo spaventoso e uniformante. Nel nostro paese, tranne che nel ventennio e in qualche altra fase monarchica e veterostorica, non mi risulta che sia mai stato censurato nessuno scritto, nemmeno ai tempi della “guerra fredda”, con la massima libertà di acquistare e leggere libri dell’anarchico Bakunin o il Mein Kampf di Hitler. Ma oggi molte cose sono cambiate e il persistente, sedizioso, invisibile “pensiero unico” usa toni e mezzi pervasivi molto più sottili ed articolati. L’editoria, i premi letterari, la grande distribuzione delle opere scritte è oramai collusa e vittima dei diktat dell’intellighenzia che ordina e sceglie cosa è meglio leggere e pubblicare nella canea di un’offerta minimale ove la fa da padrone la scarsità dei saggi esposti, l’abbondanza dei romanzi e delle storie da cassetta nel cui contesto si evince la povertà lessicale e la voglia di piacere per forza al sistema imperante. Editoria affiancata dal Web che proprio in virtù del pensiero breve che alberga nei giovani cervelli o in quelli cannati si è ritrovata a gestire il paradosso della libertà senza confini, come voluto, ma foriera di prevedibilissime performance da bettola portuale. Correre ai ripari? Certo che si può! Ancora una volta la scusa buona per imbavagliare a senso unico quei pochi dissenzienti dal comune senso del pudore sociale. E che si fa? Si comincia da sostituire “nomi scorretti” con altri meno identificativi e più soft come zingaro con “rom”, l’handicappato con “disabile”, il cieco con “ipovedente” (ma se è totalmente cieco sarà un “avedente”), il tirchio con “ipospendente”, il profugo con “richiedente asilo”, l’omosessuale con “lgbt”, il terrorista con “militante o combattente”. Per non parlare della femminilizzazione dei ruoli dirigenziali o ministeriali . E passi anche questo cambio di nomenklatura, questa resilienza terminologica, ma si sta arrivando alla censura non tanto della forma espressiva ma del suo contenuto e qui bisogna o alzare la mani in senso di resa o combattere con tutti i mezzi a disposizione questo “Colpo di Stampa”. E non mi sta bene l’uscita del Ministro Orlando che per sconfiggere l’”hate speech” cioè espressioni che incitano all’odio sui social si è inventata la creazione di un Kgb od un Ovra che dir si voglia tutto suo formato solo da associazioni fortemente ideologizzate all’unisono in assenza di rappresentanti del “pensiero altro” che dovrebbero controllare come una “polizia del web” chi oscurare e chi no. Già il fatto di affidare la “Rete” a enti privati e non ad un ente pubblico non è scelta opportuna altrimenti vorrei saper dal caro Ministro della giustizia a senso unico come mai non si disfa di una Rai piena di debiti e di scherani statali, privatizzandola. E mi saprebbe dire caro Ministro per quale motivo le mie idee debbano essere sottoposte al vaglio dell’Uicoii, dell’Arci lesbica, dell’Arci gay, dell’Upre (cultura rom), della Comunità di Sant’Egidio, dell’Open-Group e via dicendo ma non ad esempio di un associazione del forum per le famiglie o per la difesa della vita, dell’Agesc dei genitori cattolici, del Movimento Pro Family, o di rappresentanti di altre religioni come ortodossi buddisti o testimoni di Geova? E allora cosa mi succede(per fortuna non sono sui social) se dico che molte Ong, ben finanziate all’uopo, fanno affari con gli scafisti ed i regimi tribali per il traffico dei esseri umani, se dico che molti rom sono dediti all’accattonaggio e alle ruberie, se dico che la gran parte dei terroristi, dei foreign fighters, sono islamici e non canadesi, se dico che il transgender va studiato e se possibile aiutato a trovare una sua identità ma che non può essere un riferimento per confonderci le idee, se dico che l’utero non può essere prestato e che il diritto alla felicità o alla genitorialità non esiste, se dico che la socialità sanitaria povera va ridistribuita secondo canoni che danno certezza di avere trattamenti più elevati per mantenersi in vita senza inutile dispendio e peregrinazione. Caro Ministro non so che giustizia lei amministri ma dopo tale sortita mi sembra molto simile al grillino incompetente e mi creda farebbe meglio ad occuparsi delle beghe del suo partito più che ammiccare per creare un mondo nuovo che poi tanto nuovo non è (vedi URSS)!