Riscrittura storica: un nuovo sguardo sulla conquista del Gran Sasso
La storia di una delle prime imprese alpinistiche più celebrate d’Italia, la salita del Gran Sasso, subisce una svolta inaspettata grazie alle ricerche del rinomato storico medievale, il professor Carlo Dolcini. Nella sua recente pubblicazione “La prima salita del Gran Sasso. La vera data (1563)”, Dolcini solleva dubbi sulla data ufficiale dell’evento, indicando l’anno 1563 come l’anno cruciale in cui il capitano bolognese Francesco De Marchi e i suoi compagni avrebbero effettuato la pionieristica ascensione.
Una rettifica storica basata su solide prove paleografiche e testuali
Dolcini sottolinea come l’errore nella data sia stato dovuto a un refuso nel resoconto originale di De Marchi, il quale, inizialmente, scrisse 1573 per poi correggersi a 1563 con un gesto di penna. Questo equivoco, tramandato dalla storiografia fino ad oggi, ha contribuito a offuscare la cronologia corretta degli eventi. Tuttavia, grazie alle prove paleografiche e testuali convincenti presentate da Dolcini, la tesi di una retrodatazione di dieci anni dell’impresa acquista solide basi storiche.
Riscoperta della figura affascinante del capitano De Marchi
Oltre a ristabilire la data corretta della prima salita, la nuova narrazione storica permette di riscoprire l’affascinante personalità del capitano De Marchi. Un individuo animato da una curiosità scientifica tipicamente rinascimentale, De Marchi si distingueva per la sua intraprendenza e coraggio nell’affrontare imprese straordinarie. Oltre alla sua scalata pionieristica sul Gran Sasso, De Marchi è ricordato per la sua audace immersione nel lago di Nemi, equipaggiato soltanto con un rudimentale scafandro, nella speranza di rinvenire le leggendarie navi dell’imperatore romano Caligola.
Un nuovo capitolo nella storia dell’alpinismo e della ricerca scientifica
La correzione della data della prima salita del Gran Sasso non solo arricchisce il patrimonio storico-geografico italiano, ma getta nuova luce sull’ingegno e la determinazione dei pionieri rinascimentali che si spingevano oltre i confini conosciuti alla ricerca di nuove scoperte e conoscenze. La figura del capitano De Marchi emerge come un esempio emblematico di intraprendenza e curiosità intellettuale, rimarcando l’importanza di sfidare i limiti della conoscenza e dell’esplorazione umana.
Conclusioni: un invito alla riscoperta critica della storia
La recente riscrittura della data della prima salita del Gran Sasso invita gli appassionati di storia e gli studiosi ad adottare uno sguardo critico e attento alle fonti storiche, al fine di svelare nuovi dettagli e ridimensionare vecchi paradigmi. La ricerca storica, come dimostrato dalla tesi del professor Dolcini, può continuare a offrire nuove prospettive e a riportare alla luce le figure eroiche e visionarie che hanno contribuito a plasmare il nostro patrimonio culturale e scientifico.
Carlo Dolcini
La prima salita del Gran Sasso
La vera data (1563)
Passeggiando per il parco del Forte Spagnolo dell’Aquila, ci si imbatte in un cippo che commemora il quarto centenario della prima ascensione del Gran Sasso, compiuta dal capitano bolognese Francesco de Marchi e dal cacciatore Francesco di Assergi insieme a quattro loro compagni.
Secondo la tradizione, la prima salita sarebbe avvenuta nel 1573. E se quella data fosse sbagliata? Il professor Carlo Dolcini, basandosi su argomenti paleografici e testuali, propone una soluzione differente.
Carlo Dolcini è stato professore associato di Storia della filosofia medievale (Università di Bologna) e ordinario di Storia medievale (Università di Udine e di Bologna). Si occupa di studi storici e filosofici.