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Luce: la mostra di Giulio Gennari illumina anche il mondo delle adozioni

A poco più di un mese dalla chiusura della mostra “Luce”, il fotografo Giulio Gennari – autore dell’esposizione svoltasi al Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara – rivela altri particolari del suo interessantissimo viaggio artistico.

“C’è un tassello che ancora manca a chiusura di questo mio viaggio intrapreso con la fotografia: è la foto di mia madre”, spiega Gennari. “Luce come “dare alla luce”: È anche questo il senso della mia esposizione dedicata alle donne e alle madri. Se siamo figli è perché la prima luce che ci è stata concessa di vedere nella nostra vita è un dono di una donna. Dare alla luce. Non c’è espressione più bella secondo me, e poi per tutta la vita c’è un amore incondizionato”.
C’è anche chi non può dare alla luce un figlio, in senso biologico. “Ma non cambia nulla”, aggiunge il fotografo pescarese, “ve lo posso assicurare da figlio adottivo. Io quella famosa luce l’ho vista soltanto un po’ più tardi, ma sempre grazie alla madre che mi ha scelto come suo figlio”.
Da oltre trent’anni Giulio Gennari illumina di bellezza gli esseri umani che fotografa e i loro momenti di vita. Le opere create per la mostra “Luce” sono uniche, come la sua visione innovativa e originale del mondo che ci circonda, e che non sempre è fatta di luce. Ogni sua opera è stata realizzata con illuminazione in movimento e interventi di colore sul retro del plexy fotografico che fa da supporto. Una delle opere esposte al Museo delle Genti è stato donato all’associazione femminile Komen.
Ora la “confessione” a fine mostra: figlio adottivo, artista con spiccata attenzione al mondo femminile e sperimentatore.