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Medici eroi

Eroi una minchia” e’ l’ hashtag coniato da USB Sanita’ Lombardia: “non un applauso ma un grido di rabbia”. Infatti in Lombardia ed in tutto il Paese si e’ svolto il 14 c.m. un “flash mob“ per ringraziare il lavoro incessante compiuto dagli operatori sanitari come me. Solo con l’esplosione di una emergenza sanitaria come una “pandemia virale” tutti si stanno rendendo conto cosa possa significare avere un Sistema sanitaria all’altezza. Ed allora invece di chinare il capo come ringraziamento al plauso e ai salamelecchi urliamo arrabbiati e stremati fino all’inverosimile non solo perche’mancano presidi ed attrezzature di assistenza anche al personale di soccorso ma anche per il continuo toccare con mano, vivere l’impotenza di contrastare il morbo e vedere anche giovani vite stroncate dalla malattia perche’ ogni volta che un cuore cessa di battere, pur con l’attenuante di un evento naturale di fine corsa, per noi e’ sempre una sconfitta a prescindere dai costi di sostegno alla vita. E siamo arrabbiati non tanto per la sciagura in auge in quanto consci della possibilita’ di un evento avverso ma con chi negli anni ha distrutto il nostro SSN che partito forse troppo costoso e corpulento e’ finito “ridotto all’osso” e tenuto su solo dall’etica e dalla missione dei suoi operatori perche’ non va dimenticato che solo per la nostra professione e’ prevista una condanna per l’omissione di soccorso durante tutte le giornate ed in qualsiasi luogo del mondo dovessimo trovarci. Ed anche in virtu’ di questo obbligo morale e legale che ci sentiamo profondamente abbandonati da un Sistema che da anni ci ha sfruttato col blocco delle assunzioni e conseguenti carenze di organico con pensionati non sostituiti ed impossibilita’ di attuare per un discreto periodo quello che per la scienza medica applicata e’ di fondamentale importanza: “il travaso esperienziale”. Chi ci ha regolato con turni massacranti spesso con mancata possibilita’ di recupero della reperibilita’ notturna? Quante volte per anni ho dormito solo qulche ora per notte, con appresso lo stress della chiamata in emergenza, ed all’indomani pronto alle otto per un nuova giornata in reparto? Chi ci ha negato l’accesso alle sale operatorie per la riduzione dei tavoli e del loro tempo di utilizzo e dei supporti anestesiologici con conseguente allungamento temporale delle liste d’attesa? E chi continuamente ci ha accusati di “interesse personale” se poi siamo costretti ad intervenire sul paziente in ambito privato? Certo se in ambiente pubblico non lavorassimo per prediligere una piu’ remunerativa parcella privata saremmo giustamente colpevoli di omissione e di truffa (basta controllare i carichi di lavoro in entrambi gli ambienti) ma se la sanita’ pubblica ci mette a disposizione solo due giorni a settimana la sala operatoria cosa dovremmo fare se le richieste aumentano? E come non ricordare lo scontato ed abusato mantra mediatico che mette alla berlina la nostra categoria della visita in libera professione esitata entro qualche giorno mentre una prenotazione al CUP per la stessa prestazione viene risolta in un tempo che va da mesi anche ad anni? La risposta e’ semplice ma non univoca! Comunque le richieste urgenti anche brevi entro una settimana vengono valutate ed esitate. Poi il nostro orario lavorativo settimanale e’ di 38 ore durante le quali facciamo attivita’ di corsia e ambulatoriale come quando un radiologo esegue durante il suo turno sia esami diagnostici per pazienti interni ospedalizzati che per pazienti ambulatoriali esterni. Ed e’ ovvio che se non possiamo aumentare il monte ore lavorative, anche se spesso accumuliamo molte ore lavorative extra senza recuperarle (vedere per confronto gli altri impiegati pubblici che recuperano pure l’aria) per quale motivo non si assume piu’personale per ridurre le liste d’attesa? E per quale motivo non si diversifica il compenso del professionista in base al carico di lavoro e degli esami svolti? Perche’ un medico che produce il doppio delle prestazioni riceve lo stesso stipendio dalla ASL? Perche’ il “sindacalesimo” ha distrutto la nostra professionalita’ passata dal percepire l’ “l’onorario” ad attendere a fine mese uno stipendio cartellinizzato ed assolutamente non corrispettivo della responsabilita’ messa in campo. E per non demotivare ulteriormente il “lento” (furbo, tanto chi glie lo fa fare!) si umilia e si schiavizza il “veloce”. Questo il Sistema, che del tutto inopportunamente chiamasi “Azienda” in quanto qualsiasi vera Impresa o Azienda se vede aumentare le richieste del suo prodotto incrementa sia gli spazi che il personale e soprattutto premia i meritevoli. Ma l’Azienda Sanitaria e’ speciale perche’ e’ un “Servizio” ridotto al “terziario” e non produce nulla, consuma soltanto risorse ed allora il Sistema che fa? Riduce i costi ( in 10 anni tagliati 37 miliardi di euro ai fondi del SSN)! E si inventa il cosiddetto “Progetto obiettivo” che non e’altro che l’utilizzo degli stessi operatori, con remunerazione a parte da stabilire diversamente in ogni realta’ regionale, in orari “aggiuntivi” al normale monte ore con l’obiettivo di ridurre le liste d’’attesa. E con uno stipendio medico appena superiore alla media, in considerazione anche del budget assicurativo che il professionista paga di tasca propria in quanto l’Istituzione stessa non si fa piu’ garante della sua eventuale “malpractice”, siamo costretti ad espletare questi turni aggiuntivi che comunque possono causare “stress lavorativo” e una sindrome del “burn out” sempre piu’ frequente fra i camici bianchi. Ma il Sistema resta sordo alle richieste che abbiamo costantemente rivolto alle aziende e alle istituzioni. Le compatibilita‘ economiche dettate anche dalla UE hanno impedito per anni di investire nella sanita‘ publica ma non certo di privatizzare, esternalizzare, tagliare posti letto, chiudere reparti e Pronto Soccorso “improduttivi” ma tutti sanno che per anni questi sono stati usati non per le vere emergenze ma come canale di sgravio e smistamento di regolari prestazioni sanitarie. E nemmeno quando si poteva assumere e stabilizzare (dal 1 gennaio c.a.) gli amministratori regionali ed aziendali hanno ritenuto di dover procedere con la necessaria velocita’. Ma il bello viene quando durante questa pandemia virale il Sistema sta negando persino la possibilita’ di un tampone diagnostico per chi lavora in corsia a stretto contatto con pazienti o colleghi infetti (in Liguria un infettato su 10 e’ medico o infermiere. Sic!) e la rabbia monta a livelli stratosferici quando apprendiamo che in serie A se si riscontra un giocatore “positivo” si fa il tampone a tutta la squadra e all’intero staff. E noi? Purtroppo non siamo di serie A ed allora ci viene in mente l’allegra battuta che circola nel web: “se date milioni a Ronaldo e 1300 euro ad un ricercatore sarebbe piu’ logico farsi curare da Ronaldo” se il soggetto riveste maggiore importanza per la nostra vita! Ma il Sistema come cerca di risolvere l’ “empasse” e quali provvedimenti ha in mente di adottare in questa fase emergenziale? Provvedimenti che al danno fatto aggiungono anche la beffa: assunzioni temporanee per 6 mesi il che vuol dire che cessata l’emergenza tutto ritorna come prima. E si potrebbe capire se fossimo ancora in un ospedale militare da campo durante la Guerra 1915-18. Ma oggi? Ma cari cittadini, rivolgendoci a voi e comprendiamo che ve la state facendo addosso, riflettete un attimo: vi sembra cosi’ facile reperire personale medico specialista-internista-pneumologo-rianimatore da assumere quando ci vogliono almeno 10 anni per prepararlo ed oggi ancora vige il numero chiuso per le facolta’ mediche? E da quando si sapeva che sarebbero mancati gli specialisti in rapporto alla scarsita’ delle borse di studio ministeriali bandite per le varie specializzazioni? E chi in preda ad una disdicevole schizofrenia affermava fino a pochi mesi fa che i medici ospedalieri sarebbero dovuti andare in pensione per far posto ai piu’ giovani ed oggi chiedono a tutti col cappello in mano di rimanere sul pezzo fino a 70 anni? E sono anni che denunciamo la mancanza di figure professionali come chirurgi, anestesisti, pediatri e via dicendo. Nessun provvedimento efficace da parte del Sistema se non quello di utilizzare personale medico militare all’occorrenza come se potessimo paragonare la nostra inesistente sanita’ militare a quella statunitense. Allucinante! Fra poco non avremo piu’ nessun chirurgo generale, ortopedico od altro perche’ divenuto lavoro ad alto rischio di contenzioso legale senza alcuna copertura strutturale! Ma cari cittadini avete compreso il dramma che noi operatori sanitari stiamo vivendo? Non credo, altrimenti non si spiegano tutti quegli episodi che ci vedono vittime fino all’omicidio della vostra violenza fisica e verbale. E che dire delle vostre numerose denunce di presunta malasanita’, a mezzo dello sciacallaggio delle case assicurative, risolte col non luogo a procedere nel 95% dei casi ma che hanno contribuito allo sperpero delle risorse economiche in quella che viene definita “medicina difensiva” ossia con la richiesta da parte medica di esami e consulenze inutili al solo scopo di non finire vittime degli avvisi di garanzia e di conseguente linciaggio mediatico insopportabile? Ed ora ci applaudite perche’ vedete le infermiere d’accettazione stremate e addormentate sulla tastiera del computer del triage e ci tocca morire come avvenuto per medici di base, ospedalieri o operatori del 118 per dire che esistiamo? No, grazie cari politici e cittadini, non sappiamo che farcene del vostro ringraziamento. Vi lamentate se le partite non si giocano, se chiudono i bar, ma vi siete mai mossi per avere un Sistema sanitario migliore? Ma non vi dicono nulla le fila estenuanti al PS prima di essere visitati ed accuditi? Pensate veramente che medici ed infermieri cazzeggiano nelle loro stanze? E siamo rimasti anche senza DPI (dispositivi di protezione individuali) a proteggere la nostra salute fisica, peggio di un saldatore senza occhiali o di un martellatore senza cuffia! Beh la Sanita‘ non e‘ una missione che ha bisogno di martiri, la Sanita‘ e‘ uno strumento che deve garantire salute e chi vi lavora non deve soffrire o piangere tornando a casa per il pericolo di contagiare i propri cari. Ed e’ solo la nostra abnegazione e senso del sacrificio che ha permesso la creazione ed il riutilizzo di intere strutture e reparti per l’emergenza ed assistenza ventilatoria e nella mia citta’ Pescara si sta preparando il 4* reparto di Rianimazione. Certo le attrezzature possono arrivare ma chi le sa usare sono sempre quegli stessi operatori che ridotti all’osso non dormono piu’ la notte o piangono in macchina quando ritornano a casa per il riposo ma che comunque siamo sempre i migliori al mondo anche per il cuore tenero. E questo coronavirus puo’ essere allora una grande opportunita’ (come dicevano i latini “ex malo bonum”) per riformare in meglio il nostro SSN? E cosa chiediamo? In primis che i nostri politici riscoprano il senso del pudore e facciano ammenda della loro profonda malaccortezza per aver gestito la Sanita’ in maniera solo clientelare per arrivare ad avere delle ASL che hanno 400 medici e 1400 ammnistrativi! Come tutte le Aziende in cui partecipa lo Stato come consocio e non come controllore il “fallimento” prima o poi e’ d’obbligo! Chiediamo a gran voce quindi che la politica cessi il suo ruolo attivo che ha nel Sistema altrimenti capacita’ e merito non vedranno mai la luce nelle scelte degli operatori! Le scelte vanno responsabilizzate e legate ai risultati ottenuti altrimenti “fuori dalle palle”, altro che continue discussioni su budget sempre piu’risicati per ottenere le stesse prestazioni. I Direttori Generali (DG) delle ASL non possono essere nominati dale Giunte Regionali ma da una commissione terza che valuti la decenza dei curriculum manageriali e li sottoponga alla scure della verifica: alta remunerazione=alta responsabilita’ e non premio di appartenenza! Basta con 20 Sistemi Sanitari Regionali! La sanita’ dev’essere “unica” nel nostro Paese ridistribuendo uomini e risorse a seconda delle necessita’ del territorio onde evitare lo spreco di ospedalucoli tenuti su “ad personam” ed il sovraffollamento di strutture piu’ qualificate. Ridistribuire le risorse umane valide ubiquitariamente per non finire sempre “salvati al Nord e uccisi al Sud”. Vedere che fine ha fatto la scuola con l’abolizione della centralizzazione dei programmi sostituita dall’autonomie organizzative: distrutta! A proposito visto che non sappiamo come lavarci le mani per allontanare il contagio non sarebbe meglio introdurre materia di istruzione scolastica in tal senso invece che propagandare l’ “l’ideologia gender fluid”? Assunzione stabile di personale istruito e dedicato o da istruire e dedicare secondo scala di necessita’ nazionale e non secondo il bacino elettorale del despota di turno. Costituzione di un Fondo Straordinario Sanitario con fondi europei con una UE che deve diminuire le sue spese, dimezzando le inutile e costose doppie sedi, a riparazione di danni oramai fatti, per finanziare la ricostruzione dei SSN su altre basi e differenti presupposti. E per chiudere il dr. Magnolfi di Arezzo si chiede se poi qualcuno paghera’ per la miopia dimostrata in questi anni o tutti la faranno franca in nome di un malinteso buonismo?

Amburgo li 17-3-2020 F.to Arcadio Damiani