Nel 1899 l’egittologo francese Victor Loret, nella necropoli di Saqqara a sud del Cairo , riportò alla luce un affresco raffigurante due chirurghi, seduti di profilo, che curano uno il piede e l’altro la mano di due pazienti. L’opera nota come la “tomba del medico” è la prima rappresentazione (III millennio a.C.) di “arte medica” conosciuta. Nell’arco dei secoli successivi la medicina è sempre stata al centro dell’attenzione di pittori e artisti che l’hanno rappresentata con dipinti e illustrazioni. Non lontano dalla nostra regione, in provincia di Frosinone, ad Anagni nella cattedrale di Santa Maria si può ammirare nella Cripta dedicata a Carlo Magno un affresco raffigurante i medici Ippocrate e Galeno che discutono durante un ipotetico incontro (tra loro vi erano circa 300 anni di differenza!). Nel museo nazionale di Atene vi è un bassorilievo, datato 370 a.C., dove è raffigurato il dio della medicina Esculapio che visita Archinos infermo alla spalla destra e il sacro serpente, simbolo della medicina, gli lecca la spalla facendolo guarire.
Certamente uno dei disegni che maggiormente lega l’essere umano alla medicina è l’uomo Vitruviano di Leonardo dove sono rappresentate le proporzioni ideali del corpo umano all’interno di un cerchio e di un quadrato. Leonardo anatomista studiò a lungo, nei più piccoli particolari, il corpo umano, con dissezioni “chirurgiche“ ben rappresentate nei suoi disegni (sono centinaia e conservati nel castello di Windsor, di proprietà della regina d’Inghilterra); questa conoscenza gli consentirà di riportare fedelmente, nelle sue opere, ogni più piccolo tratto realistico dei suoi personaggi: un modo del tutto nuovo per “guardare dentro” il corpo, rompendo tra l’altro, antichi tabù. Quasi contemporaneo del Da Vinci, Vesalio anatomista fiammingo medico di corte dell’imperatore Carlo V d’Asburgo nella sua opera principale “De Humanis Corporis Fabrica” fu il primo a confutare le teorie di Galeno, dogmaticamente considerato autorità assoluta della scienza medica, distinguendosi per il netto distacco dalle teorie precedenti e per una rara abilità nella descrizione della anatomia umana al punto da essere oggi considerato il fondatore della moderna anatomia.
Anche la chiesa ha lasciato un segno tangibile della medicina nell’arte con l’affresco del pittore castigliano Alonso de Sedano: “Il miracolo dei santi Cosma e Damiano (datato 1495 – Burgos)”, dove è descritto il miracoloso intervento di trapianto di una gamba eseguito dai santi. I mantelli rossi e i cappelli richiamano quelli utilizzati dai medici del XVI secolo. Probabilmente uno dei quadri più famosi sulla professione medica è il quadro di Rembrandt: “Lezione di anatomia del dottor Tulp – datato 1632”. L’opera rappresenta il professore, titolare della locale cattedra di anatomia, mentre esegue la dissezione del corpo di un giustiziato, tale Adrian Adrianeszoon, famigerato criminale impiccato ad Amsterdam nel gennaio del 1632. Straordinarie sono le figure, colte nel loro stupore, ribrezzo e curiosità, magnificamente sottolineati dall’illuminazione della scena, che dà al dipinto un’atmosfera assolutamente unica.
Di minor impatto emotivo ma intenso è il quadro di un giovane Picasso (aveva solo 16 anni) che nella sua opera, datata 1897: Scienza e Carità, rievocando la malattia della sorella, dipinge un medico (per questa figura posò il padre dell’artista) seduto al capezzale di una malata dal volto esangue, mentre una suora tiene in braccio il bambino della donna e le porge una tazza. Il dipinto del pittore spagnolo più famoso al mondo, forse più di ogni altra opera fonde la “scienza” (il medico che sta tastando il polso della malata) e la “carità” (la suora che contemporaneamente accudisce all’ammalata e il suo bambino): la vera essenza della medicina che dovrebbe accompagnarci SEMPRE.