
La mutazione genetica è quel processo che in natura permette ad ogni essere vivente animale o vegetale di adattarsi all’ambiente con l’unico scopo di sopravvivere. Ed è quindi una possibilità logica ed un’opzione che mira all’autoconservazione della specie. Ed in natura spesso questo adattamento è spesso molto lungo che coinvolge intere generazioni lasciandosi alle spalle morti e insuccessi, come d’altronde avviene per i batteri contro cui combattiamo con gli antibiotici ma che per “adattamento” diventano “resistenti” costringendo l’uomo, per difendersi, ad inventare nuovi farmaci contro di loro. E come fa l’uomo stesso con gli Ogm cioè quella possibilità dell’ingegneria genetica ci offre per modificare in tempi decisamente più brevi rispetto a quelli naturali la struttura del DNA di piante, animali ed anche dell’uomo per “rinforzare” le difese verso quelle malattie che li debilitano o li uccidono. Quindi “mutazione” sinonimo di “beneficio evolutivo”. Ma non sempre è così perché come avvenuto per il movimento femminista la sua mutazione non sembra arrecare speranza di conservazione. Tutt’altro! Come reduce del ’68 il movimento allora aveva ben più di una ragione per togliersi il mutandone bianco ed indossare lo slip. Esisteva allora un conservatorismo molto patriarcale che escludeva la donna dalla possibilità di un lavoro extra-familiare che non fosse solo quello di operaia nell’industria emergente o nelle risaie o se pensiamo anche al diritto negato a loro nella compagine elettorale risolto col “suffragio universale” nel 1945. Oggi la donna guida Nazioni, banche centrali, il Cern di Ginevra, partiti politici, scuole, università, reparti ospedalieri e non c’è nessun appunto da rilevare sul loro operato. Certo a volte la carriera può essere più difficile rispetto ad un uomo perché vigono ancora alcuni pregiudizi sulla minore affidabilità per il tempo dedicato al lavoro in quanto esiste anche una maternità da portare avanti ma nel complesso non si può non essere soddisfatti dei notevoli passi avanti che il sesso femminile ha raggiunto nel breve periodo di cinque decadi. Da non dimenticare talvolta come sia il sesso maschile ad essere discriminato per l’avvenenza e la compiacenza talamica della controparte. Purtroppo l’estremo desiderio di emergere comunque e di appellarsi alla parità con il sesso opposto ha condotto la donna a sacrificare quella parte di se stessa che nei tempi andati era alla base della sua stessa importanza e dignità: la maternità! Possibilità questa che invece di essere difesa strenuamente per migliorare quelle clausole sociali e assicurative che permettessero lo svolgimento della regolare attività lavoro-famiglia, viene abbandonata del tutto nell’idea di una sventura se arriva un figlio perché minerebbe la libertà della donna nell’esprimere il meglio di sé e di assecondare i suoi desideri stando lontano dal sacrificio che questo evento comporta. Così si fanno legare le tube affinché non avvenga l’irreparabile potendo soddisfare la propria libido lontane da presidi chimici o meccanici. Ma se la donna ha oramai raggiunto i suoi obiettivi, che non sembrano essere di poco conto visto anche il vittimismo delle quota rosa, mi spiegate perché sono sempre sul piede di guerra col “Non una di meno”, il “Me too” le “Femen” e via cantando? E mi è venuto questo dubbio proprio per la loro avversione che stanno manifestando contro il Forum mondiale sulla famiglia che si terrà a Verona a fine mese. L’angelo del focolare ribaltato di 180° con la scelta di accudire i figli considerata una forma di lavoro “neoservile”. Perché ora sono ben altri i temi per cui lottare ma che in fondo hanno tutti la stessa idea: abbattere i confini della diversità naturale! Ed è proprio questa idea che distruggerà l’identità femminile per la quale hanno combattuto nei decenni precedenti. Incredibile ma vero! Infatti la mutazione letale ha già un nome “Transfemminismo”. E giù con libri “L’aurora delle trans cattive”, “Corpi impuri”, “Il tabù delle mestruazioni”, spettacoli teatrali come “Il corpo lesbico”, incontri come “Conosci il tuo nemico”, crociate antiabortiste con la minaccia verso i medici obiettori “Vi spranghiamo senza far rumore”. Ma come è possibile tanto odio e acredine verso uno Stato che comunque non punisce l’esercizio privato e pubblico dell’omosessualità, del lesbismo o della transessualità e con un aborto pagato dal SSN? E la giornalista Gemma Gaetani ha spulciato il sito internet di “Non una di meno” riportando in un suo articolo quanto di più strabiliante in merito ad ineleganza di queste partecipanti ed i loro link ad iniziare da una ”Scuola DeGenere” per una scuola libera da stereotipi, un vademecum per combattere le dinamiche di potere e le discriminazioni sessiste dentro la scuola con i nomi collettivi senza la finale sostituita da chiocciolina o asterisco come “alunn*” perché sarebbe discriminatorio (follia pura!). Le discriminazioni dentro la scuola sarebbero gli “insulti razzisti, islamofobici ed omofobici” verso persone non eterosessuali o di religione diversa. In realtà sono gli eterosessuali ed i cristiani ad essere discriminati visto come trattano la famiglia ed il nemico maschio queste anime belle coccolate dai governi e dalla gran parte della cultura imperante che nega la storia e non ammette dissenso. Combattono il reddito di cittadinanza perché troppo “familistico” e “selettivo” tagliando i migranti. E veniamo al link che conduce alle canzoni e gli slogan del movimento. “Il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne(corpe) che più non hanno voce” (deliro a buon mercato!); contro le forze dell’ordine “son brutti brutti brutti son neri neri neri non sono gli immigrati, sono i carabinieri”, gli stessi carabinieri brutti e neri che hanno salvato la vita dei 50 studenti nel bus incendiato; “gli unici stranieri gli sbirri nei quartieri”; “col razzismo non ci avete fregato lui stupra perché e maschio non perché è immigrato” e per finire con una perla “Di sicuro vogliamo fare sesso, contro ogni fascismo facciamo un’orgia, contro il decoro facciamolo più spesso”. Quindi si deduce che non bastava la parità col maschio ridotto oramai, per salvaguardarsi, a preferire l’outing alla lotta armata contro queste “amazzoni del XXI secolo” o a preferire lavori casalinghi(meglio per lui) al combattimento quotidiano all’esterno, l’intento è distruggere l’andro-universo. Contente loro, ma non dimentichino che se muore Sansone moriranno anche i filistei. E fa specie il loro sentimento di odio profondo verso quelli che difendono la famiglia come se questa non facesse più parte della loro identità, verso tutti quelli che difendono la donna dalla schiavitù a cui sono sottoposte in alcuni paesi islamici integralisti, verso chi difende la vita fin dal concepimento, verso chi esprime un amore vero e incondizionato verso la donna stessa nel nome di un progetto comune. E non sono sole in questa lotta contro il vero Catechismo della Chiesa che non azzera affatto la diversità di genere perché assistiamo sgomenti all’Università scaligera che tramite il suo rettore Nicola Sartor rifiuta di accogliere il Forum della famiglia ma ospita la conferenza su “Teoria del gender, aborto e nuove famiglie” dove avranno parola i più grandi specialisti e studiosi del settore Lgbt ma non ci sarà alcun spazio per le voci critiche per la discussione o la comparazione di altre ricerche come quella di Lisa Littmann che sui bimbi trans che vogliono cambiar sesso avverte il forte pericolo del contagio sociale. Ricerca che era stata ritirata dopo le proteste del popolo Lgbt ma che ora viene ripubblicata in quanto molto attendibile con la scienza vittoriosa sulla cloaca politica a senso unico. E assistiamo sgomenti alle parole di Don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera” e da sempre molto più vicino alla sinistra radicale che ai documenti del Concilio Vaticano II e ai dettami di Papa Francesco, che ritiene questo Forum sulla famiglia “una vergogna che ci fa tornare indietro” e di alcune teologhe sulle stesse rime. C’è solo da rabbrividire! Il movimento femminista si muove come l’Anpi i cui esponenti andrebbero clonati per sopravvivere: entrambi privi di nemici da combattere in quanto il “fascismo” è morto e sepolto a discapito della odierna vera dittatura del pensiero ed il maschio, insieme a Cristo, ridotti ai minimi termini. Evviva!
Arcadio Damiani