Difficile immaginare possa esistere un altro paese reale come il nostro dove regna sovrana una democrazia talmente spinta da rasentare l’anarchia. Ed il caso della nave della Guardia Costiera “Diciotti” ne è una summa molto eclatante e indicativa. Nave della nostra Marina che sembra non aver fatto altro che salvare vite umane in pericolo in mezzo al mare. In realtà la questione appare molto più complessa e rivelatrice di quante contraddizioni e continue rese dei conti fra apparati dello Stato vive attualmente la nostra povera Italia. Sembra che l’attuale salvataggio di 177 migranti sia stato del tutto arbitrario avendo le autorità maltesi, nelle cui acque si è verificato il salvataggio, sottolineato che quello della nave italiana è stato “un’intercettazione ingiustificata in mare aperto non sussistendo alcuna condizione di pericolo. Le vostre affermazioni secondo cui i migranti vi stavano contattando per informarvi che erano in difficoltà sono false. La vostra è stata un’interferenza”, non essendoci stato neanche comunicazione col Viminale. Il seguito lo conosciamo ed è veramente grottesco: una nave della Guardia costiera italiana che non può attraccare in un porto italiano! E lo scontro tra Viminale e Guardia costiera in questo caso mostra l’esistenza di un conflitto istituzionale profondo fra Governo e i suoi Servizi. La gestione dell’emergenza sbarchi ha infatti dato ampi poteri e prestigio alle Capitanerie, oltre a 27 milioni di fondi europei. Ed il giornalista Adriano Scianca ricorda che nel periodo d’oro delle Ong, quando fu creata l’espressione “taxi del mare” per designare un sistema ben rodato, la Guardia costiera era diventata l’organismo di riferimento delle imbarcazioni degli attivisti con l’Imrcc (Centro nazionale per il coordinamento del soccorso marittimo di Roma) intento ad assegnare le competenze di intervento dopo ogni chiamata di soccorso. Ruolo che ha posto le nostre navi a stretto contatto con le Ong oltre che ampliare enormemente raggio d’azione, mezzi e prestigio ed intascare una parte dei finanziamenti europei (24 milioni di euro in un anno) espressi come “solidarietà” a sostegno aggiuntivo nell’affrontare situazioni di emergenza alle frontiere esterne dell’Unione come si evince dal sito stesso della Guardia costiera, in altre parole per gestire l’emergenza migratoria tanto cara ai potentati europei e mondiali. E nonostante questo istituto debba rispondere oltre che al Ministero delle Infrastrutture, anche al Ministero della Difesa, avendo anche compiti militari, e al Ministero degli Interni per la sicurezza nazionale, ha scelto di rispondere solo a se stesso, ai migranti, e al desiderio di prestigio e soldi con i suoi esponenti come l’ammiraglio Giovanni Pettorino che sottolinea “abbiamo risposto sempre, sempre rispondiamo e sempre risponderemo a ciascuna chiamata di soccorso, per obbligo giuridico e per obbligo che sentiamo moralmente”. In pratica una autonoma presa di posizione francamente politica “sui generis” e molto poco allineata al Governo che dovrebbe servire. Con altri colleghi come i comandanti Melone e Credendino che vanno oltre che ribadiscono che “riportare in Libia i migranti è illegale” e che “il diritto del mare non vieta alle Ong di entrare in acque libiche”. “Andiamo bene” diceva sora Lella! Italia sempre più sola ed isolata dentro e fuori i suoi confini. Ma se da fuori non potevamo aspettarci altro essendo le nostre carni molto pregiate come quelle di un vitello “Kobe” massaggiato e nutrito a birra, non una “vil chianina”, lo spettacolo interno non è solo deprimente ma semplicemente surreale. Una linea governativa (Viminale e Infrastrutture) che fa storcere il naso a chi del Mediterraneo ha fatto “business piratesco” e che recita “Stop invasione. L’obiettivo è bloccare barconi e barchini organizzando nei paesi africani sportelli che decidano chi ha il diritto di partire e chi no, seguendo il modello australiano. Basta col business degli scafisti e attuazione di progetti di investimento per aiutare veramente i paesi africani”. Sembra molto logico l’atteggiamento governativo ma non fa i conti con la complessità della nostra stratificazione sociale costruitasi nel tempo al servizio di un “dirittismo” destrutturante che sfocia in un “doppiopesismo” al limite del vomitevole. E quale altra espressione usare per i nostri cari politici “altruisti e solidali col portafogli altrui” che sono accorsi a Catania, salendo anche a bordo della nave per controllare le condizioni dei poveri naufraghi, ripresi mentre danzano sul pontile e pregano rivolti alla Mecca, ma hanno disertato in maggioranza i funerali a Genova per le 43 vittime del ponte crollato, né si vedono nei luoghi del terremoto? Ovvio! Nel primo caso prendono soldi e consensi (di questi non sono sicuro), nel secondo perdono soldi e voti. E l’accostamento che meglio evidenzia questo habitus è disegnato nella vignetta del “Manifesto” ove si vede la nave Diciotti che precipita dal ponte crollato mettendo i migranti “pseudonaufraghi” salvati ma non in condizioni di pericolo al pari con i morti, ovviamente italiani e senza valore, sotto il ponte crollato. Allucinante! Vignetta addirittura ripresa dal direttore di “Civiltà Cattolica” Antonio Spadaro già noto affiliato al cattocomunismo ecclesiastico. “Diciotti-vergognanazionale” è l’Hashtag sintesi perfetta solo che bisognerebbe capire chi dovrebbe vergognarsi. Se chi cerca di stroncare un mercato di schiavitù e di furto autorizzato di risorse umane e naturali dal continente nero o chi travestito da agnello sacrificale vive alla mercé e al servizio di un potere famelico ed etnicida che distrugge la dignità umana, le culture, le differenze. E ben conosciamo l’atteggiamento dell’attuale governo della Chiesa verso l’accoglienza indiscriminata con risultato francamente divisivo nelle coscienze dei cattolici che vedono la crescente svalutazione di tutti quei “valori non negoziabili” sui quali hanno basato la loro fede, il bisogno della spiritualità, come la famiglia tradizionale, il lavoro, il rispetto della vita fin dal suo concepimento, senza scorciatoie. E invece? Oltre la Chiesa tutti contro il governo! In primis la UE che dopo aver riconosciuto che l’Italia non può essere lasciata ad sola ad affrontare l’emergenza migrazione si gira dall’altra parte quando arriva al sodo per risolvere la redistribuzione dei migranti. Tanto che il governo minaccia di tagliare i fondi di qualche decina di miliardi che regolarmente diamo ad essa. Ma fanno sapere che questo non è possibile mentre appare possibile denunciare il Ministro dell’Interno per arresto illegale e sequestro di persona nel caso dei migranti sulla Diciotti come ha fatto il procuratore di Agrigento su invito del guru scrittore della “malavita”. Magistratura ovviamente contro questo governo “giallo-blù”. Ma il saggio magistrato Carlo Nordio fa le pulci a questo incauto esponente della Procura agrigentina su questo caso paradossale ove una nave militare italiana viene tenuta sotto controllo dai carabinieri per evitare sbarchi indesiderabili. E ricorda che le decisioni, secondo i vari momenti e i vari allarmi spettano ai ministri competenti ed in particolare a quello dell’Interno. Oltre che le tesi del procuratore appaiono molto ardite in quanto l’illegalità di un arresto scatta quando questo si configura e sembra che non sia stato arrestato nessuno mentre il sequestro di persona si verifica quando la privazione della libertà personale è illegittima, altrimenti finirebbero sotto inchiesta anche i giudici che privano della libertà degli imputati mandandoli in galera. Ed è difficile definire “illegittima” un decisione squisitamente politica, di competenza discrezionale del ministro. E suscita perplessità, annota Nordio, che di fronte a gravi e reiterate violazioni delle leggi vigenti sulla immigrazione, invece di individuare e processare gli scafisti e trafficanti, si ipotizzi l’incriminazione di un ministro per un atteggiamento, pur criticabile, ma che parte di un accordo approvato dal Parlamento sovrano. E sarebbe facile obiettare che la Costituzione sancisce la difesa dei confini nazionali e la tutela dei cittadini italiani e non prevede che si possa entrare clandestinamente, ovvero senza requisiti legali per entrare nel nostro Paese. E gli altri paesi chiudono le frontiere e addirittura violentando i migranti come a Ventimiglia da parte della Francia o come la civile Spagna, ora sotto controllo del progressista Sanchez, che rispedisce in Marocco dall’enclave di Ceuta a mezzo della “Guardia Civil” quelli che erano riusciti a superare i getti d’acqua e i proiettili di gomma dello sbarramento. Ma perché i sodali che sono accorsi a Catania, dove i migranti vengono nutriti e curati, tipo Martina e Boldrini non hanno protestato contro il duro trattamento delle forze dell’ordine spagnole e ancora prima di quelle francesi? Perché in questi casi nessuno ha indossato la maglietta rossa? E perché UE, ONU, Amnesty International, Ong, Emergency, Vaticano, Don Luigi Ciotti, Saviano, Centri sociali non hanno protestato di fronte a simili decisioni? Ma se avesse dipanato filo spinato il nostro ministro Salvini sarebbe sicuramente accusato di essere razzista, fascista e disumano. E perché profughi da paesi così lontani (Bangladesh, Eritrea, Siria, Isole Comore nell’oceano Indiano) ce li ritroviamo a Catania se prima erano molto prossimi alla ricchissima Arabia Saudita? Inoltre in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 nessuno di coloro che sono arrivati in Europa illegalmente avrebbe il diritto ad asilo o altre forme di accoglienza e si prevede l’obbligo di asilo per chi fugge direttamente da Stati in preda a guerre ma impone che le domande d’asilo vengano stilate dai campi profughi dei paesi confinanti per cui neanche i profughi “veri”, che sono una minoranza, ha il diritto di scegliere il paese dove andare. E l’intervista, ovviamente su “Repubblica”, della leader Emma Bonino si accanisce contro lo spietato Matteo Salvini affermando che “i nostri partner europei ci guardano allibiti”. Allibiti sì, ma lo siamo noi quando abbiamo constatato il “Gran rifiuto” della UE nel ridistribuire i migranti con la vicenda Diciotti conclusasi con lo sbarco e la distribuzione di questi in strutture della Chiesa, in Irlanda e in Albania: tutto extra-UE! Ed allibiti anche all’affermazione di questa donna per cui “la vita altrui non vale più niente”, donna simbolo della lotta per l’aborto e vorrei sapere se la vita di quei morticini indifesi nel grembo materno per migliaia di volte procurati dalla medesima con una pompa di bicicletta abbia lo stesso peso del migrante tenuto sul pontile della nave nutrito e curato. Alla faccia! Allibiti dall’ex ministro Maria Elena Boschi che in un tweet invita i “leoni da tastiera”, gli unici che potrebbero considerarla, ad ascoltare le storie devastanti di chi è a bordo della Diciotti perché se avete un cuore sarete i primi a commuovervi e a chiedere di farli scendere. Certo che se parliamo di “cuore” non possiamo riferirci a lei che non ha versato una sola lagrima per le “storie devastanti” e i suicidi dei truffati dalla banca a gestione paterna. E che dire dell’enorme rumore mediatico contro il presunto razzismo (rivelatasi bravata inopportuna) per un uovo lanciato sul volto dell’atleta Daisy Osakue e i dati allarmanti di continui stupri e violenze perpetrati verso i nostri concittadini da queste inusitate ricchezze d‘importazione, poco evidenziate dai giornaloni di sistema e dalle reti televisive e mai seguiti dalle proteste dei buonisti da salotto che anzi insorgono quando giustamente Salvini apostrofa come “verme” l’extracomunitario 25enne che ha stuprato una ragazzina di 15anni? E che dire dei catto-comunisti che si stracciano le vesti per gli “eroici marinai” della Diciotti? E dov’era l’afflato di questi “simulacri di giustizia” quando i nostri marò Girone e Latorre sono stati sequestrati 4 anni in India avendo solo fatto i loro dovere di fucilieri a difesa della loro imbarcazione e derisi e vilipesi al loro rientro? O quando rientravano i nostri soldati caduti in Afghanistan con la scritta che lordava i muri “10, 100, 1000 Nassiriya”? O quando bombe carta, molotov, sampietrini di No-Tav, No-global, Centri sociali piovono su polizia e carabinieri a difesa dei cantieri? Non erano e sono forse anche questi eroici militari? Specchio del nostro amor patrio e della modesta statura della nostra identità nazionale! Si può discutere sulla possibilità di togliere la scorta al Capitano “Ultimo” che ha arrestato Totò Riina ma non per la scorta al “combattente da New York” Roberto Saviano con la differenza che mentre Il Capitano è diventato un fantasma e quando si muove nessuno lo sa mentre lo scrittore sbandiera ai quattro venti ogni suo spostamento mettendo in pericolo lui e la sua scorta. Certo lui ha le “stellette”, peccato grave di questi tempi, mentre il guru si crogiola nelle sue “stallette”. Alla fine mi chiedo, visti i frequenti cortocircuiti istituzionali, chi ha in realtà il comando e le redini del nostro “sfasciato” Paese: il governo eletto sotto protezione di Bruxelles? Il Quirinale? Il presidente della Camera? La “Sinistra” oramai metastatica a prescindere? Una certa frangia della Magistratura? I sindaci? Le Ong? I Comandanti delle navi militari? Boh!!
NAVE DICIOTTI: REALTA’ ITALIANA
