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Nuova Pescara: “Il 1° gennaio 2023 la data inderogabile per la fusione”

L’assemblea cittadina sulla Nuova Pescara, organizzata stamane nella sala consiliare del Comune di Pescara dall’associazione degli ex consiglieri comunali e dall’associazione Nuova Pescara, ha ribadito fondamentalmente tre cose:

  1. Che la legge regionale istitutiva del 2018 è stata approvata all’unanimità da tutti i consiglieri regionali, e quindi sarebbe ora che l’attuale governatore, Marco Marsilio, prendesse una posizione chiara sull’argomento, invitando le forze politiche e le amministrazioni locali a non boicottare più il lavoro delle commissioni.
  2. Che il referendum per la fusione dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore, svoltosi nel 2014, è stato votato da più di 100.000 cittadini, e che la volontà popolare non può più essere tradita, tanto più che è supportata da una legge.
  3. Che un nuovo rinvio della fusione continuerebbe a danneggiare i cittadini delle tre realtà metropolitane, e che la data del 1° gennaio 2023 non può più essere procrastinata.

Alla tavola rotonda convocata alle 10 nella sala consiliare del Comune di Pescara hanno partecipato il presidente dell’associazione degli ex consiglieri comunali di Pescara Mario Sorgentone, il presidente dell’associazione Nuova Pescara Marco Camplone, l’ex presidente del consiglio comunale e parlamentare Gianni Melilla, il presidente della Commissione Statuto della Nuova Pescara Enzo Fidanza, l’imprenditore Angelo Allegrino e, collegati da remoto, il sindaco di Pescara Carlo Masci e il senatore Luciano D’Alfonso, impegnato a Roma per l’elezione del Capo dello Stato.

Chi ha paura della Nuova Pescara?

Il sindaco Masci ha sottolineato l’importanza di arrivare alla fusione dei tre Comuni evitando che Montesilvano e Spoltore continuino a pesare di più della città principale quando si tratta di prendere le decisioni che contano sul piano organizzativo. Inoltre ha sottolineato l’importanza di “arrivare bene alla fusione delle tre città”, senza farsi prendere troppo dalla fretta, che rischierebbe di creare danni alla complessa strutturazione della nuova realtà politico-amministrativa. Il senatore D’Alfonso ha invitato a superare le paure legate alla fusione con il dialogo, cercando di far prevalere competenze e convenienze sulle divisioni politiche. Melilla ha definito “vergognoso” l’atteggiamento di quanti, consiglieri, assessori e sindaci, non rispettano la volontà di 100.000 cittadini autoconvocati. Lo stesso Camplone ha sottolineato come sia una certa politica a tentare di ignorare “un dato di fatto irreversibile” come la nascita della Nuova Pescara, che darà numerose opportunità di rilancio e porterà risorse e sviluppo.

Basta con i rinvii: subito il commissario

Ancora più chiaro è stato il presidente Camplone sulla necessità di non procrastinare più quanto stabilito da un referendum popolare e da una legge regionale: “La fusione va fatta dal 1° gennaio prossimo. Chi parla ancora di rinvio vuole continuare a sabotare la legge e la volontà popolare. Vista la latitanza della Regione e il gioco a non riunire le commissioni con le assenze, adesso più che mai si rende necessaria la nomina di un commissario ad acta”. L’intervento di alcuni (pochi) giornalisti e cittadini presenti ha concluso in tarda mattinata l’ennesima assemblea organizzata per sensibilizzare una classe politica ritenuta “inadeguata alle esigenze di un’area metropolitana destinata a diventare un’importante realtà nazionale ed europea”.