Certo che sulla procreazione che potrebbe essere definita come regola fondante della natura si sta oggi creando un marasma comportamentale del tutto inaudito. Da un lato vi sono ragazzi e ragazze, spesso sotto i trent’anni, che si fanno sterilizzare per non avere figli, i cosiddetti ”child free” , che rifiutano di diventare genitori perché troppo oneroso. E ricorrono le donne alla legatura delle tube o addirittura alla salpingectomia e i ragazzi alla vasectomia cioè legatura dei dotti deferenti che fanno defluire il liquido seminale. Sono solo loro al centro della loro vita di cui possono disporre come vogliono per viaggi, spostamenti, accoppiamenti senza il tormento continuo di un possibile impiccio vitale intercorrente. Non credono assolutamente alla ricchezza di un ricambio generazionale, spesso ritenuto superfluo perché ci pensano altri e chiusi nel loro profondo egoismo di un’idea di soddisfazione e felicità molto limitata solo nella sfera infantile. Perché essere adulti è molto diverso. Ma si tratta pur sempre di una scelta anche poco criticabile se pensiamo a quanta infelicità e danni psicologici vengono sottoposti bambini nati senza criterio, non voluti, e soprattutto condannati da una genitorialità poco consone ad un normale processo educativo, condannati in futuro ad essere uomini con grosse lacune nella processualità sociale. Ma non tutti sanno che questi interventi di sterilizzazione sono definitivi e che tornare indietro appare molto difficile qualora si risvegli un qualsiasi istinto: mutilati “for ever”. Non solo, ma la vasectomia produce nel tempo anche una ipotrofia testicolare che sebbene la funzione endocrina sia separata da quella seminale, la correlazione fra produzione di spermatozoi e l’increzione testosteronica esiste e atrofizzare i tubuli seminiferi può condurre anche ad una minore produzione ormonale con possibile calo del desiderio sessuale. Nel nostro paese la sterilizzazione è permessa per legge( la 194 la stessa dell’aborto). Dall’altro lato vi sono cliniche per la Fecondazione in vitro che utilizzano applicazioni per far nascere “bambini selfie” ed in 48 ore rintracciano ovulatrici con naso, occhi uguali alla futura madre. Il servizio è offerto già da anni dalla Fairfax Cryobank, banca del seme americana anche per la controparte maschile. La prima società a farne uso e la spagnola Ovobank e la Spagna e destinazione d’elezione degli inglesi che vogliono un trattamento FIV(fecondazione in vitro) in quanto per la legge spagnola la donazione di ovociti rimane anonima, proteggendo i donatori dal doversi assumere responsabilità parentali in età avanzata perché qualcuno potrebbe intercettare il potenziale genitore sostenendo di essere suo figlio e quindi entrare nell’asse ereditario. Ed in Inghilterra può accadere il bambino può essere in grado di cercare la madre biologica durante l’adolescenza. Ma molti sono contrari perché Gillian Lockwood direttrice del Midland Fertility Service, clinica inglese per la FIV, sostiene che per quanto si possa comprendere il desiderio dei genitori di aver un figlio che gli somigli, nel Regno unito i bambini hanno il diritto di conoscere le circostanze del loro concepimento e se la tecnologia potrebbe condurre a non destare sospetti nel figlio nello stesso tempo il genitore potrebbe essere reticente riguardo la sua vera origine. Siamo comunque continuamente bombardati da una continua ed incessante rideterminazione del concetto di genitorialità fino al punto che potremmo ritrovarci anche a far meno dell’utero materno visti gli esperimenti fatti per ora sugli animali del “Biobag” ove si può ricreare artificialmente l’ambiente di accrescimento del feto. E in Tv alla scrittrice Costanza Miriano che chiedeva dove fosse la madre del bambino nato con l’utero in affitto da una coppia gay, uno dei due omosessuali rispose “..La madre non c’è, la madre è un concetto antropologico..” ed in rete si possono trovare concetti del tipo “L’istinto materno non esiste” ma anche l’esatto contrario soprattutto basato su studi scientifici come riportato da un recente libro scritto a più mani ”Basi biologiche della funzione genitoriale” firmato da Paola Venuti, Alessandra Simonelli, Paola Rigo (R. Cortina Ed.) docenti Università di Trento-Rovereto-Padova. E scopriamo, ce ne fosse ancora bisogno, che la gravidanza e il parto inducono modificazioni neurofisiologiche su base endocrina nel cervello della donna predisponendola al nuovo asset di madre. Infatti al produzione dell’ormone ossitocina stimolata soprattutto dal parto naturale per via vaginale aumenta inducendo allattamento e risposte empatiche. Lo stesso ormone che qualcuno vorrebbe somministrarci per essere più accoglienti verso i migranti. Esiste quindi una naturale connessione fra gravidanza-parto-allattamento e predisposizione materna alla cura ed accoglienza del nascituro. E cambia anche la struttura del cervello per quella “plasticità corticale” che riscontriamo almeno nei primi due anni di vita del bambino con aumento del volume della sostanza grigia in regioni cerebrali che sono alla base della motivazione materna, tra cui l’ipotalamo, l’amigdala il globo pallido e il mesencefalo. Ed anche il cervello del padre cambia spostando risorse da aree cosiddette autoreferenziali a quelle del comportamento sociale. E diversi studi dimostrano che non è che l’empatia si rivolge verso tutti i bambini ma è spiccata verso il proprio ed è dimostrato che l’olfatto è alla base di questo discernimento. Infatti la madre riconosce dall’odore il proprio bambino che sviluppa a sua volta una preferenza per l’odore materno già in epoca prenatale attraverso il liquido amniotico. Altro che madre come semplice concetto antropologico! Ma vadano a farsi benedire questi cialtroni che negano l’evidenza scientifica e se vogliono enfatizzare il rispetto della natura e dell’ambiente come tanti falsi pseudoecologisti comincino a rispettare l’ambiente materno-fetale.
PROCREAZIONE…
