Con l’inizio dell’estate e la voglia sfrenata di sole a tutti i costi, si possono verificare alcuni “inconvenienti” in spiaggia che è bene conoscere per non incorrere in errori di valutazione e, soprattutto, per evitare tecniche di primo pronto soccorso sbagliate, che potrebbero aggravare il quadro clinico invece di migliorarlo. Il colpo di calore e colpo di sole sono i malori più frequenti; non sono facilmente distinguibili ma questo poco importa in quanto per entrambi si adotta la stessa terapia. Il primo è provocato da un eccessivo innalzamento della temperatura corporea legato ad insufficiente traspirazione mentre il colpo di sole è dovuto all’esposizione ai raggi solari per un lungo periodo senza una adeguata protezione alla testa con un aumento di temperatura e una vasodilatazione con calo pressorio che conduce a uno stato di shock.
I sintomi sono arrossamento del viso, difficoltà nel respiro, arresto della sudorazione e pelle calda al tatto, mal di testa, nausea, vomito, debolezza, sensazione di vertigine, aumento della temperatura corporea, stato confusionale, perdita di coscienza, coma (nei casi più gravi). La prima cosa da fare è porre l’infortunato all’ombra, in un luogo arieggiato, rinfrescargli il capo con impacchi umidi o acqua fresca ma non troppo fredda; se è cosciente: farlo sdraiare sulla schiena con le gambe sollevate e far bere bevande fresche e saline; se invece è in stato di incoscienza: metterlo in posizione laterale, avvolgerlo con un lenzuolo o un asciugamano imbevuti di acqua fredda e provvedere al ricovero in ospedale.
In attesa dell’ambulanza si può applicare borsa di ghiaccio o impacchi freddi su capo, collo, inguine e massaggiare le gambe dal piede verso la coscia. Cose da non fare: posizionare il paziente seduto, dare da bere bevande fredde. Tra i fattori predisponenti oltre l’eccessiva esposizione al sole dobbiamo aggiungere l’obesità, l’etilismo, l’assunzione di farmaci diuretici, antiparkinson, betabloccanti, antistaminici e il superlavoro muscolare.
Anziani, bambini e donne in gravidanza sono maggiormente soggetti al collasso da calore; particolarmente a rischio sono i lattanti lasciati, anche solo per brevi periodi, in autovetture ferme sotto il sole, con i vetri chiusi. Durante i bagni in mare altro inconveniente possibile è quello che in “gergo” viene chiamata puntura di medusa; in realtà le meduse non pungono né tantomeno mordono ma provocano un’irritazione della pelle mediante i tentacoli urticanti; fortunatamente le meduse presenti nei nostri mari, a differenza di alcune specie tropicali del Pacifico come la Physalia Phisalis che ha un veleno molto tossico, non uccidono ma è meglio non aggravare i sintomi con i “rimedi della nonna” che sono del tutto sbagliati, quindi niente ammoniaca, aceto o succo di limone.
Il consiglio è quello di applicare delle pomate cortisoniche e non antistaminiche, che con il sole possono provocare problemi di fotosensibilizzazione; evitare di lavare la parte colpita dai tentacoli della medusa con acqua dolce, questo potrebbe favorire la produzione di neurotossine in grado di causare danni a livello del sistema nervoso centrale; non utilizzare acqua fredda o ghiaccio, non grattare la zona dove è presente l’irritazione in quanto questa azione stimolerebbe l’attività muscolare mettendo in circolo più velocemente la sostanza tossica; lavare la parte colpita con acqua di mare e disinfettare con bicarbonato, l’uso di alcool è sconsigliato in quanto potrebbe stimolare l’apertura dei nematocisti, le cellule urticanti delle meduse; non rimuovere i frammenti dei tentacoli della medusa con pinzette, meglio utilizzare le mani evitando così la lacerazione dei tessuti con conseguente fuoriuscita delle tossine dannose.
Il rimedio migliore in caso di contatto con i tentacoli delle meduse è l’applicazione di gel astringente al cloruro d’alluminio (utile anche per le punture di zanzara); questo ha un’immediata azione antiprurito e blocca la diffusione delle tossine. Cortisonici ed antistaminici non andrebbero bene come primo soccorso in quanto la loro azione si manifesta dopo circa mezz’ora dall’applicazione quando la fase acuta è già passata. Come chiaramente si evince questi “inconvenienti” esistono e ci saranno sempre ma attenti a voler “giocare” al piccolo medico-chirurgo in spiaggia…lasciamo “a chi sa” il proprio mestiere!