Bella, consapevole, innovatrice. La Moda etica è regina.
L’Araba fenice che rinasce dalle proprie ceneri. Un’idea visionaria ma non impossibile che vuole portare l’etica nell’estetica della moda.
Grande esploratrice di trends e sempre aperta a nuovi contesti e diversità di visioni.
Una nuova coscienza di vivere il fashion system. Un modo diverso, più responsabile, legato non solo al bello e ben fatto, ma soprattutto alla filantropia dell’impresa.
Non solamente uso, riuso, riciclo, ma anche attenzione a bio-etica,sostenibilità, alla consapevolezza, al corretto, alla trasparenza dell’intera filiera con un nuovo modello di processo produttivo.
I saperi condivisi. Feel the change. Senti il cambiamento. Così gli stilisti, professionisti del bello, spinti da rinnovata passione si cimentano oggi con la produzione cristallina di una filiera rintracciabile, a basso impatto ambientale e rispetto delle condizioni di lavoro oltre che del consumatore finale.
“La moda può rinascere e rinnovarsi partendo dalla sostenibilità?”
Ad impegnarsi su questo tema anche l’arte. Il dibattito si è svolto proprio sullo sfondo de “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, l’opera simbolo della rinascita della società all’insegna dell’equilibrio tra uomo e natura, scelto dalla Camera Nazionale della Moda come simbolo del “Manifesto della sostenibilità per la Moda Italiana”.
Arte e moda insieme per la rinascita. Il termine paradiso, spiega il pittore, in lingua persiana significa “giardino protetto” e noi siamo i giardinieri che devono proteggere il pianeta e gli esseri umani che lo abitano. Il Primo paradiso è quello in cui gli esseri umani erano integrati con la natura. Il Secondo è il Paradiso artificiale e globale di oggi, con l’evoluzione della tecnologia sviluppata dalla intelligenza umana.
Il Terzo Paradiso corrisponde alla terza fase della umanità, realizzato dalla connessione equilibrata tra artificio e natura. Indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza.
Il simbolo del Terzo Paradiso è la riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Il cerchio grande centrale è la compenetrazione tra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità.
Ecco allora l’esigenza di ri-formare i principi e i comportamenti etici come linee guida di vita comune.
Questa la responsabilità della moda.
lI padre dell’Arte Povera, con l’autorità del suo ingegno, ha contribuito a realizzare la partnership con le Nazioni Unite sugli standard di rintracciabilità a livello mondiale.
Significative le testimonianze della stilista Stella Jean che promuove una visione della moda etica, dell’Head of CS&R di Gucci, del Senior legal Counsel di Valentino. Case di moda che, insieme a tanti altri brand, hanno avviato da tempo dei percorsi di crescita sul tema della sostenibilità. Come il codice etico di Brunello Cucinelli.
Oggi i millennials, a prescindere dalla griffe, sono molto attenti alla sostenibilità. Il 74% legge le etichette, conosce la composizione dei tessuti e la provenienza geografica dei capi.
La grande sfida è ripensare il futuro: creare nuove strategie per vincere la competizione globale e dare vita a nuove forme di mercati.
Non dimenticando la circolarità dell’economia.
di Mariella Valdiserri