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RAPPER MODERNI

FOTO-RUBRICA-SITO-DAMIANI2-400x242-1 2Una volta negli anni ’60 c’erano i Beatles e i Rolling Stones che suonavano musica e componevano canzoni cosiddette di “rottura” verso il sistema politico sociale di allora che inneggiavano anche in sordina all’utilizzo delle droghe con funzione liberatoria con “Yellow Submarine” e “Lucy in the Sky with Diamonds” e c’era John Lennon col suo “Imagine” che sognava un mondo nuovo senza confini e religioni come gli attuali progressisti desiderano. Ma si esprimevano con un’eleganza musicale e armonica che tuttora alberga nei ricordi piacevoli di quell’epoca. Oggi i nuovi “trapper” si esprimono non in gergo triviale che pur da balera sarebbe ammissibile, bensì in termini tribali, sconnessi, fumati. Ed i nuovi idoli di adolescenti e ragazzini sono quelli che si presentano disarmonicamente dipinti e tatuati da capo a fondo, “piercingizzati” con vocalizzi da stagno e che urlano la loro esistenza sulla rete non suscitando eleganza ed armoniosità ma solo un modo di vivere “libero” e molto lontano da qualsivoglia regola di convivenza sociale, fine a se stesso, al proprio nichilismo narcisista. Perché Sfera Ebbasta, meraviglioso esempio liberatorio, era atteso in quella discoteca di Corinaldo ove in questi giorni si è consumata la tragedia della balaustra ceduta all’uscita per una folla in preda al panico per la spruzzata di uno spray al peperoncino col risultato di 6 morti e tanti feriti. Il soggetto era così tanto “free” che se ne stava a 100 Km di distanza per un’altra esibizione arrivando in quella discoteca con notevole ritardo. Ma si sa l’attesa aumenta il piacere e la si può contrastare bevendo alcool o fumando erba. L’unico problema è che la maggioranza degli intervenuti erano adolescenti dai 10 ai 16 anni. Ora che a questa età si possa sbavare per ascoltare canzoni come il brano “Hey tipa” che scandisce “Quanto sei porca/dopo una vodka/me ne vado e lascio un post-it sulla porta…Hey troia vieni in camera con la tua amica porca/quale?/Quella dell’altra volta” non solo mi suscita riflessione ma un’angoscia senza pari per come si è ridotta la fucina, l’alveo, il nido di quella che dovremmo definire “generazione futura”. E non è il solo! Il trapper Ghali è stato definito come “voce di una generazione tagliata fuori” e e nel suo brano “Cazzomene” sciorina le occasioni ove ripete il suo mantra “E fra, domani io lavoro, cazzo me ne/E ho fumato tutto il giorno cazzo me ne/Devo restare sobrio cazzo me ne/ Fumo e cazzo mene”. E questo italo tunisino è stato trattato dalla vigente sinistra come un eroe, emblema della battaglia per lo ius soli e contro i confini e il razzismo. E poi c’è la “Dark Polo Gang” un gruppo di celebrità del trap di cui faceva parte un soggetto che si faceva chiamare Dark Side noto alle forze dell’ordine per il suo tormentato rapporto con gli stupefacenti e sembra figlio di un esponente dell’intellighenzia romana e dell’alta aristocrazia sinistra del cinema. Ora di fronte a queste manifestazioni espressive da lazzaretto, se non da lebbrosario, si sono levate lagnanze e proteste e sapete da chi? Ma certo dai grandi intellettuali e moralizzatori della “Gauche Kerosene” come li ha appellati Michea, passati dal “caviar” al mezzo di trasporto, l’aereo, più in uso, per evitare il traffico. Le femministe si sono disperse e date malate non organizzando cortei contro il “machismo” che le riduce a meri oggetti di piacere invitandole in camera accompagnate dall’amica, vuoi mettere il “menage a trois”, anche se qualcuna ha storto il naso perché sfoggiava due Rolex, Gennaro Migliore che se la prende ovviamente con Salvini perché ha diffuso l’uso dello spray al peperoncino, tanto dannoso se usato nella folla e con  l’alcool nelle discoteche che per questa insana abitudine andrebbero chiuse. E gridano contro i gestori che hanno accolto più del dovuto i ragazzi alla kermesse, che non hanno usato sicurezza nell’introdurre pericolosa oggettistica e che non hanno predisposto adeguate strutture di fuga. E Laura Boldrini proprio in questi giorni sta presentando una proposta di legge contro il “Revenge porn”, questa barbarie che non impedisce la condivisione pubblica di immagini o video intimi senza il consenso della protagonista. Ed assolvono questi “trash trapper” perché proprio di questi si sono serviti nei loro palchi per attirare le simpatie di questa gioventù oramai senza anima e con un corpo estremamente fragile. E nessuno dico nessuno che abbia fatto ammenda per i motivi che hanno condotto ragazzini di 10-16 anni ad andare in questi concerti che iniziano all’una di notte, spesso accompagnati da genitori che alla meno peggio si sentono in dovere di proteggerli, immersi in una bolgia innaffiata di alcool e stordita dalla droga. Tutt’altro! E se qualcuno prova a interpretarne la cause di questa disfatta giovanile ecco che si alza a scudo l’epiteto di “bigottismo moralista” perché scavando nelle responsabilità sociali e genitoriali si scopre che l’accondiscendenza per tutto, l’assenza dei “No!” mette alla berlina tutta la fatiscenza di un processo educativo carente, di un permissivismo che solleva dalla difficile via relazionale genitore-figli e che estingue il complesso di colpa dell’assenza per altri lidi. Si perché il moralista bigotto si deve adeguare al mondo che cambia, con le sue nuove esigenze di apertura “tout court” senza confini, senza vincoli, senza struttura, senza identità, senza cognizioni di causa, senza cultura. Allora chi è il vero moralista bigotto chi si oppone a questa decadenza, contro il politicamente corretto, il pensiero dominante, saper dire di no ai nostri figli, dire loro che la droga anche quella leggera fa male, che i trapper partoriscono solo scemenze non più adatte per un mondo nuovo ma solo a destrutturare il vecchio o chi si oppone al riesame di questa oramai intollerabile confusione dei ruoli, di questo andazzo divenuto sotto certi aspetti francamente delittuoso? Chi ha cavalcato l’onda del sol dell’avvenire dovrebbe rendersi conto di aver scoperto una stella “spenta” dove la vita è impossibile perché la temperatura è gelida mancando il calore della luce, dell’amore, dell’empatia, del donarsi, del comprendere, e del sacrificio per l’altro, avvolti nel proprio narcisismo menefreghista, unicamente godereccio, dove la prossiemica si limita solo ad un palpeggio di tette e non si allarga ad una stretta di mano per un caloroso saluto o un lavoro ben fatto. Come avrete capito sono un “bigotto” del secondo ordine descritto e come tale sono orgoglioso della mia esperienza di vita, di quanto ho donato alla mia famiglia e di quanto la mia famiglia ha donato a me con gli interessi e non recederei di un solo millimetro da chi vuole convincermi delle nuove vie. Tutte naturalmente innaturali!