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Rete ospedaliera fantasma in Abruzzo: Italia Viva vuole il Dea di II livello a Pescara

Convegno sulla Sanità in Abruzzo: Abbandonare i discorsi di campanile per evitare la dispersione di risorse

Sabato mattina si è tenuto un convegno sulla sanità in Abruzzo nella sala della Biblioteca comunale di Alanno, organizzato dal Comitato Costituente del Polo Riformista in Val Pescara – Italia Viva. Molti professionisti della salute, tra cui medici di base, referenti di unità ospedaliere, primari in pensione, infermieri, tecnici e cittadini, hanno riempito completamente la sala per discutere la situazione sanitaria nella regione. Durante il convegno, il consigliere comunale ed ex sindaco di Alanno Gaetano Cuzzi ha sottolineato come la sanità in Abruzzo sia ancora influenzata dai partiti politici e dalle cliniche private, e ha invitato a abbandonare i discorsi di campanile e la ricerca del consenso elettorale per evitare la dispersione di risorse che sta portando la Regione al default.

La sostenibilità del sistema sanitario abruzzese: il problema principale secondo il dottor Ciofani

Il dottor Antonio Ciofani, esperto di Nefrologia e Dialisi, ha dichiarato che il problema principale della sanità è la sostenibilità. Secondo il dottore, è costoso avere un’equipe multidisciplinare che possa intervenire in casi complessi come i politraumi.

La Germania ha appena avviato una riforma della rete ospedaliera, mentre in Italia questa riforma è stata avviata nel 2015. Tuttavia, la Regione Abruzzo ha costantemente visto respingere le sue proposte di rete ospedaliera dal Ministero per gli ultimi otto anni. Proporre quattro ospedali multidisciplinari in una regione con un milione e 300 mila abitanti non è più sostenibile. In passato, l’ospedale di Popoli aveva 400 posti letto, ma ora il Policlinico di Chieti ne ha la stessa quantità.

La Regione Abruzzo ha approvato la Rete territoriale senza avere una Rete ospedaliera, il che rende difficile capire dove portare i pazienti colpiti da ictus o vittime di incidenti gravi. L’ospedale di Pescara è l’unico ospedale in Abruzzo che dovrebbe avere un DEA di secondo livello, il che significa che i pazienti gravemente malati non possono essere portati prima in un altro ospedale e poi trasferiti in un altro.

Il dottor Ciofani ha sottolineato che i medici e gli operatori sanitari devono sapere che se il paziente è grave, deve essere portato a Pescara, perché l’ospedale di Pescara ha un pronto soccorso che registra più di 90.000 accessi all’anno ed è in grado di intervenire per le emergenze. Questo non significa penalizzare chi vive nelle aree interne, ma il contrario, perché i pazienti tempo-dipendenti che soffrono di emorragie cerebrali, per esempio, non possono essere portati prima in un ospedale e poi trasferiti in un altro.

Critiche alla gestione della sanità pubblica in Abruzzo: mancanza di Rete ospedaliera e investimenti inadeguati

Il medico di base Bartolomeo Donato Di Matteo ha espresso preoccupazione per la situazione della sanità pubblica in Abruzzo. Secondo lui, la mancanza di una Rete ospedaliera e le lunghe liste di attesa favoriscono i privati. Di Matteo critica le giunte regionali per non aver fatto abbastanza per garantire una sanità pubblica efficiente al cittadino. In particolare, evidenzia gli investimenti inadeguati nella Asl di Pescara, dove mancano molti medici e infermieri, ma si continuano a fare concorsi per i dipendenti amministrativi.

Il medico sottolinea la necessità di tornare alla meritocrazia e di evitare che le Unità Operative Complesse siano guidate dalle mogli dei primari. Secondo Di Matteo, la politica fatta solo per il consenso sta portando alla rovina la sanità pubblica in Abruzzo.

Pareri contrastanti sulla gestione sanitaria in Abruzzo

Nell’ambito della discussione sulla gestione della sanità pubblica in Abruzzo, emergono pareri contrastanti tra i professionisti del settore. Il cardiologo Piergiusto Vitulli propone di creare dei servizi di neurochirurgia e cardiochirurgia nei principali ospedali privi di unità complesse, al fine di evitare trasferimenti in ospedali di altre regioni e facilitare i contatti tra pazienti e professionisti locali. Dall’altra parte, il referente dell’Unità complessa di cure primarie in Val Pescara, Silvio Basile, chiede di salvaguardare le realtà periferiche per garantire prestazioni tempestive da professionisti competenti, al fine di evitare che i cittadini si rivolgano al privato. Nel frattempo, il medico di base e assessore regionale ai Lavori Pubblici, Bartolomeo Donato Di Matteo, critica la mancanza di una Rete ospedaliera efficiente e la lunghezza delle liste di attesa, sostenendo che la politica basata sul consenso sta portando alla rovina la sanità pubblica. In generale, emerge la necessità di una gestione più efficiente e attenta alle esigenze dei cittadini, al fine di garantire prestazioni di qualità senza dover spendere ingenti somme di denaro per la sanità privata.

Rivoluzione cardiologica: l’approccio multidisciplinare dell’Heart Team

Il cardiochirurgo Carlo Canosa dell’ospedale Gemelli Molise di Campobasso ha illustrato l’importanza dell’approccio multidisciplinare nell’ambito cardiologico, conosciuto come “Heart Team”. Il cuore è la prima causa di morte, seguita dalle malattie cerebrovascolari e polmonari. L’Heart Team, invece di avere medici specializzati in diversi reparti, si concentra sul paziente e lo assiste attraverso un team di specialisti in malattie cardiache e altre specialità. Questo tipo di approccio permette una gestione più completa e personalizzata del paziente. Inoltre, gli ospedali dovrebbero diventare “orizzontali”, con team altamente specializzati nel trattamento dello scompenso cardiaco, piuttosto che verticali.

Italia Viva contro l’autonomia differenziata delle Regioni e per la difesa della salute dei cittadini

L’avvocato Carmine Ciofani, coordinatore del Comitato provinciale di Italia Viva, ha concluso il convegno sottolineando che il governo sta cercando di attuare l’autonomia differenziata delle Regioni, anche in considerazione delle difficoltà che affliggono la sanità pubblica non solo in Abruzzo. Tuttavia, Ciofani si chiede con quali risorse e mezzi regioni come Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria potrebbero garantire il rispetto dell’Articolo 32 della Costituzione Italiana. Inoltre, la Regione Abruzzo sembra essere assente di fronte a queste problematiche. Per questi motivi, Italia Viva come partito riformista si impegna a combattere per la difesa della salute dei cittadini e per assicurare che al centro di ogni scelta politica ci sia sempre la salute pubblica.

 

L.D.F.