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SEA WATCH 3

A bocce ferme l’episodio della Sea Watch 3 rileva una serie interminabile di confusione di ruoli, di imperdonabili ingerenze da parte di quella che oggi viene definita, in base alle ultime consultazioni elettorali, una minoranza rappresentativa del nostro paese ma che ha le sue profonde radici in tutte le istituzioni sia dello Stato che della Santa romana Chiesa, che della gran parte dell’editoria, che del mondo universitario, che della Magistratura, che del mondo politico generale sia nostrano che europeo per non dire transcontinentale come l’ONU. E fa veramente specie avvertire un senso di profonda inettitudine da parte di uno Stato di diritto che deve fronteggiare una sperticata avversione verso le sue regole, che antepone l’illegalità alla legalità che si fa beffe dei provvedimenti adottati da un governo democraticamente eletto. Ma non è solo questo che ha rivelato l’episodio piratesco della capitana della Sea Watch 3 Carola Rachete. Questa volta credo si sia oltrepassato il limite perché uomini di governi passati ed ex ministri, oltre che capi partito, hanno manifestato una compartecipazione ed un appoggio incondizionato verso chi ha infranto le regole dello Stato, come Del Rio, Magi, Fratoianni, Orfini, Faraone che hanno fatto visita sulla nave per dare conforto alla capitana della nave che sollevata così da qualche dubbio di legalità ha puntato 600 tonnellate di ferro verso la banchina danneggiando la motovedetta della Guardia di Finanza che più volte le aveva intimato l’alt e che solo per miracolo e per la prontezza del pilota è sfuggita al naufragio con danni anche ai militari. Mi domando in quale altra nazione al mondo sarebbe stato possibile questo. E non trovo risposta visto che altrove si spara o si usano mezzi più idonei. Allora se la ragazza d’alto lignaggio, annoiata fra ricchezza e ambientalismo, ha deciso di dedicarsi al traffico degli immigrati clandestini sono scelte sue ma che queste non debbano avere conseguenze mi sembra un po’ troppo. E’ chiaro che questo sia compito della Magistratura che rappresenta un potere indipendente e che nel contempo le ha ridato la libertà dopo l’arresto ingiungendo solo l’allontanamento dall’isola di Lampedusa, in attesa del processo, ma è altrettanto vero che se si dovesse interpretare come reato il comportamento della comandante andrebbero perseguiti chi, come parlamentari della Repubblica, hanno condiviso la scelta di attraccare comunque al porto mettendo in pericolo la vita dei nostri militari, tanto più essendo esponenti dello Stato e non semplici simpatizzanti da corteo. Succederà? Ho i miei dubbi! Ma le sorprese non finiscono qui perché siccome le nostre leggi prevedono il sequestro della nave e il pagamento di una multa che può arrivare fino a 50.000 euro ecco che si è scatenata una raccolta fondi vie web che va oltre il milione di euro con 750.000 solo dalla Germania e circa 400.000 dalla rete italiana. Ma d’onde sorge tutto questo buon cuore? Siamo forse di fronte ad un disastro ambientale, uno tsunami, un disastroso terremoto che ha mietuto vittime? No! Siamo di fronte ad un traffico inaudito di poveri cristi che pagano una discreta prebenda per attraversare il mare per poi finire in condizioni di vita ben peggiori dalle quali si allontanano come la prostituzione, lo spaccio degli stupefacenti, pezzi da macello per il traffico di organi, libertinaggio puro senza alcuna programmazione o integrazione. Qual è, mi chiedo, il motivo profondo che fa mettere mani al portafogli per alimentare questa fonte di smercio di esseri umani e se i tedeschi sono stati così generosi nelle donazioni lo hanno fatto perché comunque sono sbarcati Italia molto lontani dalla loro terra ove tuttavia l’immigrazione pur più consistente nel numero è molto più organizzata secondo canali lavorativi meno precari e più argomentati a partire dai profughi laureati siriani o perché devono comunque abbattere la sovranità del nostro Paese che rappresenta la loro spina nel fianco in quanto a know-how e uno degli esperimenti democratici più avanzati del mondo? Ed in realtà non solo soli i tedeschi perché vi è anche la Chiesa con il suo sacerdote che a Lampedusa dorme sul sagrato fino a che non attracchi la nave con i suoi clandestini a bordo ed il mondo universitario che non fa specie se a partenza dall’Università La Sapienza di Roma, divenuta crogiuolo di un sinistra che non permette a nessuno di utilizzare le proprie aule per una dialettica alternativa come successo a Benedetto XVI, ma prona ai vari Domenico Lucano, Saviano, ex BR ed eccellente nell’organizzazione di “rave party” ove per partecipare i neolaureati si dissanguano, morendo, sui cancelli. E non vi dico cosa hanno emanato i giornaloni “d’ancient regime” ma col vento in poppa come Corriere della sera, La Repubblica o Il Sole 24 ore nelle cui pagine scrivono giornalisti che definirli tali sarebbe una grave offesa per la stampa, da sempre alla ricerca della verità ma oggi al servizio eccellente della sua manipolazione secondo il “politically correct”. Infatti sul Sole 24 ore ha scritto un lungo articolo il Professore Fabio Sabatini associato di politica economica all’Università La Sapienza chiarendo come la comandante Carola Rachete aveva ottime ragioni per dirigersi in Italia. In primis secondo la Convenzione di Amburgo del 1979 si prevede l’obbligo di prestare soccorso ai naufraghi e portarli in un porto sicuro. Ma a quei tempi i naufraghi erano rari e solo dovuti a intemperie o guasti e non “naufraghi regolamentati” e “ricorrenti”. La Libia non è un porto sicuro perché secondo l’ONU la guardia costiera locale collabora con gli aguzzini e dove i naufraghi vengono condotti in campi di concentramento e sottoposti a schiavitù e stupri. Allora l’ONU oltre a che vedere perché non interviene rimettendo le carte in regola? La Tunisia non è un porto sicuro perché non è attrezzata per garantire i bisogni dei migranti e non ha una legislazione completa sulla protezione internazionale. E l’ONU che fa? Invece di regolamentare i tunisini cazzìano gli italiani perché hanno emanato un “Decreto sicurezza bis” che non considera che il diritto alla vita ed il principio di non respingimento prevalgono sulla legislazione nazionale; quindi il decreto è fuorviante e non in linea col diritto internazionale generale e dei diritti umani. Le ipotesi Grecia o Spagna sono state scartate perché sono più lontane, per non parlare dell’Olanda, e non rappresentano un porto sicuro “più vicino” e per non mettere ulteriormente a rischio le loro vite già provate. Anche Malta è un porto meno vicino di Lampedusa ed è poco attrezzata per l’accoglienza. Al che rimane solo l’Italia: il porto più vicino, più sicuro, più aperto, più incontrollato, ove la democrazia si regge solo a danno degli onesti, tanto è vero che i clandestini hanno anche più diritti dei poveri italiani residenti. E d’altronde come poteva crearsi un Paese così colabrodo se all’Università si faceva ancora cultura e non rave party? Ed il professore ci tranquillizza perché dice che non tutti quelli che arrivano vogliono restare in Italia che peraltro è uno dei paesi che ha percentuali di immigrati più basse in Europa ma l’esimio dimentica la differenza fra il “migrante” con le carte in regola, il “rifugiato” che scappa da qualcosa e chiede asilo concesso dopo verifiche e documenti e “clandestino” di cui l’Italia è il Paese più ricco in Europa tanto che ha il grosso problema dei rimpatri. Praticamente siamo il Paese più alla deriva non solo del Mediterraneo ma di tutta la Ue che non ha più la forza di lottare perché come ha di recente minacciato Nicola Fratoianni, alla fine l’avranno vinta loro e contro le regole che affannosamente questo governo, insieme al Presidente della Repubblica, cerca di cambiare per dare una svolta più antropologicamente rispettabile al nostro futuro. E La Repubblica oramai in forte crisi di vendita non sa più cosa inventarsi se enfatizza l’attracco della nave minimizzando la tentata distruzione della motovedetta dei finanzieri come per dire che se l’è cercata e rilevando gli applausi dei sostenitori. E’ questo giornalismo? Ovviamente è passato sotto silenzio un sondaggio del 27 giugno su Rai3, non proprio mangia migranti, che rivelava come il 61% degli italiani fosse contrario all’attracco della nave a Lampedusa e che un migrante sbarcato dalla nave, il senegalese Khadim Diop, intervistato da “Euronews” ha dichiarato che Carola è una “brava ragazza” ma che Salvini ha in parte ragione perché ritiene che l’Italia da sola non può farcela e chiede più aiuto da parte delle altre Nazioni europee.

Arcadio Damiani