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Sesso e zen …

La notizia “pruriginosa”, a dire il vero, non proprio nuova, è che il sig. Gordon Matthew Thomas Sumner, “noto” cantante, meglio conosciuto come Sting, punta di diamante del complesso dei Police, alla sua veneranda età (è nato il 2 ottobre 1951 a Wallsend, Regno Unito), con all’attivo due mogli e sei figli, grazie alle tecniche yoga, tutti i giorni, pratica sesso tantrico per otto ore (senza “aiutini”); a dire il vero una prima smentita ci fu già, in quel lontano 16 dicembre 1994, da parte della moglie (l’attrice Trudie Styler) che invece dichiarò che le ore erano “soltanto” cinque e non sette o otto come aveva confermato il sessuologo, dott. Dominic Collier, interpellato (e pagato!) per “indagare” sull’evento. In tempi di crisi della coppia e d’identità del maschio /macho, la notizia è di quelle che può sconvolgere un rapporto, soprattutto se duraturo e … un po’ “stanco”. I medici, purtroppo, sono dei maledetti curiosi e … impiccioni e non si fermano, per il loro sapere, ai titoli della notizia e andando a scavare tra fisiologia e psicologia hanno indagato su cosa c’è di vero nel “pomposo” proclama fatto, dalla rock star della canzone internazionale, prima in un’intervista televisiva alla stazione via cavo britannica VH 1 e successivamente ribadito al mensile americano Rolling Stone.
Il temine yoga è molto variegato e composito, difficile da spiegare in due parole, perché con questa dicitura, a seconda dei paesi che vogliono “prendersi” la paternità di questa disciplina, si spazia tra religione pura (di estrazione indiana o meglio hinduista, dove il fine è quello di raggiungere la salvezza spirituale), a quella “pratica” più moderna che comprendono ginnastiche del corpo e di respirazione con finalizzazioni psico-fisiche atte a migliorare, governare e controllare, tramite la meditazione e il rilassamento, quello che genericamente definiamo “sensi”. Nel mondo occidentale questa filosofia religiosa, senza disconoscere o cancellare i suoi cardini fondamentali, ha modificato la sua pratica per realizzare, a seconda delle esigenze, discipline complementari dove mente e sensi si fondono in una connessione profonda. La disciplina, che ha conquistato le star del cinema da Madonna (figuriamoci se poteva mancare!) a Uma Thurman, da Diane Keaton a Willem Dafoe e tante altre star nonché Chelsea Clinton figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti (e forse della futura presidentessa USA) e ha reso “famoso” il cantante Sting si chiama “Jivamuti Yoga” che letteralmente significa liberazione dell’anima.
In questo caso, la maternità di questa nuova e, molto in voga, disciplina è di Sharon Gannon, americana nata in Florida e trapiantata a Seattle, dove praticava danza e musica. Qui subisce un grave trauma cadendo dalle scale che gli provoca la frattura della quinta vertebra e paralisi: vita artistica distrutta. Grazie allo yoga a cui si avvicina, per necessità, inizia un lento ma continuo miglioramento che la porterà nel giro di pochi anni alla completa riabilitazione. Modifica e cambia, apportando varianti dietetiche e di metodologie di allenamento, e nel suo libro Vivere lo Yoga spiega a come arrivare a questa congiunzione perfetta. Nulla di nuovo sotto il sole, del resto era stato il poeta e oratore Decimo Giunio Giovenale, nato nel 55 d.c. ad Aquino, a coniare la locuzione latina “mens sana in corpore sano”; certo non poteva sapere, il retore romano, della presenza dell’insula, una zona del cervello tra lobo frontale e temporale, dove risiede il centro, “chiamiamolo con licenza”, dell’amore e quello del sesso.
Differenze e somiglianze di stati d’animo che partono da stimoli differenti e che innescano meccanismi non correlabili tra di loro. L’amore è regolato da un circuito neurale di emozioni e di piacere, aggiungendo regioni associate con l’aspettativa di ricompensa, formazione delle abitudini e la rilevazione caratteristica. L’appetito sessuale, inveceregolato invece nella parte anteriore della corteccia insulare, elabora con attenzione selettiva i sensi (vista, olfatto, tatto …) e quello che ne nasce e un impulso che viene inviato all’amigdala (zona del cervello che regola i processi emotivi). Studi effettuati dal prof. David Reutens e dal suo gruppo di ricercatori, presso l’Università Australiana di Melbourne, hanno portato alla conclusione che più grandi sono le dimensioni dell’amigdala, più è alta la probabilità che lo stimolo sessuale porti all’eccitamento.
Che il corpo amigdaloideo si possa “inceppare” e che lo stimolo possa durare ben otto ore è da escludere, anche se ti chiami Sting! Come si evince chiaramente un po’ troppo complicato per il nostro pur “simpatico” cantante inglese e infatti … lupus in fabula, a distanza di anni, giunge la “clamorosa” smentita della moglie di Sting, al tabloid britannico Daily Mail, alle sue dichiarazioni rilasciate a suo tempo: nulla di vero, una bufala, quello che fu pubblicato era stato letteralmente inventato, una sera in un bar, dal cantante e da un giornalista …. tutte e due completamente ubriachi. Quello che la famosa rock star inglese non aveva considerato è che: una volta che si è buttato il sasso è impossibile che lo stagno non s’increspi! Uomini italiani … dormite sonni tranquilli!