Stiamo con Sorrentino. La dignità del silenzio davanti all’industria del premio

Stiamo con Paolo Sorrentino. Un’assenza poetica e politica ai David 2025 che sfida il sistema. Il suo silenzio vale più di mille premi.

Stiamo con Paolo Sorrentino: il silenzio contro il sistema cinema

Stiamo con Sorrentino. La dignità del silenzio davanti all’industria del premio

“Chi tace non acconsente: semplicemente, non gioca più con le regole degli altri.”-Italo Nostromo 

«Il cinema è la realtà vista attraverso un temperamento»: così diceva Pier Paolo Pasolini, e il temperamento di Paolo Sorrentino – elegante, malinconico, poetico e intransigente – lo conosciamo bene. Ed è proprio in questa visione del cinema come espressione radicale di sé, non mediata né addomesticata, che va letta la sua assenza ai David di Donatello 2025.

Un’assenza che diventa atto politico

Con 15 candidature per Parthenope e zero premi ottenuti, Sorrentino ha deciso di non farsi vedere né all’incontro con il presidente Mattarella né alla cerimonia. Ma non è una ritirata: è un atto deliberato, un rifiuto di legittimare con la sua presenza un sistema che non riconosce il valore del dissenso estetico. Come Pasolini, anche Sorrentino rifiuta di essere complice.

Parthenope è cinema puro, non da salotto

Parthenope è un film potente, divisivo, coraggioso. È un’opera che attraversa il sacro, la sensualità, la città e la morte con uno sguardo che solo un grande autore può permettersi di avere. È cinema puro, che non cerca di compiacere ma di scavare. E lo ha fatto fuori dagli schemi produttivi dominanti, fuori dalla Rai, fuori dalle dinamiche che hanno invece favorito titoli come Vermiglio, scelto e spinto come “film di sistema”.

L’arte vera è disobbediente

L’assenza di Sorrentino è un gesto che ci ricorda che l’arte vera è disobbediente. Che un film come Parthenope, premiato dal pubblico con oltre 7,5 milioni di euro d’incasso, può essere ignorato dall’industria senza perdere una briciola del suo peso culturale. Anzi, ne guadagna.

Pasolini ci ha insegnato che il cinema può essere uno strumento di denuncia, di poesia, di lotta contro il conformismo. E oggi è Sorrentino a ricordarcelo: rimanendo fedele a sé stesso, rinunciando agli onori di cartone per rimanere autore, non figurante.

Stiamo con Paolo Sorrentino: dai David 2025 un segnale preoccupante

I David 2025 hanno premiato ciò che era già previsto. Hanno snobbato anche film intensi come Campo di battaglia di Amelio o Il tempo che ci vuole della Comencini. Il problema, dunque, non è Sorrentino: è il cinema italiano stesso, o meglio, ciò che ne guida oggi le logiche produttive e narrative.

Parthenope resterà. E noi stiamo con Sorrentino

Parthenope resterà, con la sua bellezza imperfetta, con la sua voce unica. I premi passano, la libertà no.

E noi, con la stessa radicalità che fu di Pasolini, stiamo con chi non accetta il compromesso. Stiamo con Sorrentino.

di Carlo Di Stanislao

La Redazione de La Dolce Vita
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