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Storia della medicina: il termometro

La temperatura corporea considerata “normale” nell’uomo è di 37,5 gradi Celsius e questo valore viene mantenuto costante dall’ipotalamo (piccola area centrale del cervello), che funziona come un termostato che tiene costante la temperatura; se fattori esterni intervengono (batteri e virus) questo valore si innalza causando una ipertermia … cioè la febbre. Ippocrate valutava con la mano la temperatura cutanea del malato e riusciva a distinguere la febbre lieve (calor dulcis) dalla febbre elevata (calor mordax). Dato che l’impressione approssimativa di calore riportata non poteva rappresentare una misura obiettiva della temperatura si passò alle indicazioni fornite dal polso. Si è andato avanti per centinaia di anni con i più disparati sistemi per avere una misurazione della temperatura corporea il più possibile vicino alla realtà e contemporaneamente anche le teorie sulla febbre si sono susseguite nei secoli.

Galeno di Pergamo la considerava una malattia sistemica e nel Medioevo si arrivò a pensare che il parametro da osservare fossero i pidocchi. Infatti essi sono molto sensibili alla temperatura corporea e un minimo aumento di essa, come la febbre, li faceva andare alla ricerca di un altro ospite … con enorme sollievo per il malato! Tra le tante teorie empiriche succedutesi nel tempo vanno riportate: il “mal d’amore” secondo cui la febbre era dovuta o ad un amore non corrisposto oppure a causa di un tradimento; altra bislacca teoria era invece quella che riguardava il denaro: presentava sintomi di febbre chi aveva un problema economico, aveva perso del denaro oppure un affare andato male. Bisogna aspettare i primi del 1600 per avere un sistema di misurazione più attendibile: sfruttando “abilmente” gli studi e l’invenzione di Galileo Galilei (termoscopio) fu Santorio Santorre (medico italiano che faceva parte di un gruppo di scienziati veneziani) a utilizzarlo per la prima volta nel 1612 per scopi medici (aggiunse una scala al termoscopio ad aria di Galileo), misurando la temperatura della cavità anale e delle mani di un febbricitante, annotando le variazioni che intervenivano da un giorno all’altro.

La pratica clinica di utilizzare il termometro per misurare la temperatura corporea ebbe all’inizio modesti successi data sia la complessità della misurazione sia per il notevole ingombro dello strumento sia per il tempo impiegato ad effettuare la misurazione. Si deve invece a Gabriel Fahrenheit la fabbricazione del primo termometro a mercurio, il principio “sfruttava” l’espansione del mercurio al variare della temperatura. Questo sistema, sempre più miniaturizzato negli anni, è giunto fino ai giorni nostri e solo da pochi anni è stato affiancato (e surclassato) dai moderni termometri ad infrarossi e digitali, più precisi e più rapidi nell’utilizzo. Per misurare la temperatura corporea nel 1600, con un termometro “performante” occorreva circa mezz’ora, oggi basta un secondo, tramite un display di facile lettura! I termometri a infrarossi misurano il calore generato da superfici e cavità e si possono utilizzare anche per i bambini o neonati, che magari stanno dormendo nella propria culla, senza essere costretti a svegliarli. Quelli invece auricolari misurano il calore generato dal timpano e dal tessuto circostante e forniscono una temperatura più precisa. Da ultimo, ma sicuramente il più preciso, dobbiamo menzionare il termometro digitale per la misurazione della temperatura rettale … da consigliare ragazzi.

Ricordiamo brevemente che prima dell’avvento del termometro digitale la misurazione della temperatura corporea avveniva “grazie” al termometro a mercurio, metallo pesante giustamente ritenuto pericoloso, inserito com’era all’interno di un bulbo di vetro, altrettanto pericoloso in caso di rottura. Questo strumento medico di misurazione veniva utilizzato per misurare la temperatura corporea inserendolo sotto l’ascella, in bocca per la misurazione intra orale (molto all’indietro sotto la lingua) o applicato, con il bulbo di mercurio all’interno, nell’orifizio anale. Si consigliava di lubrificarlo con un pò di gelatina idrosolubile o vaselina ma questi prodotti spesso mancavano nelle case. Per tutti coloro che sono ancora vivi possiamo dire che … ci è andata bene!