Nelle foto: Davide Gangi e l’enologo Vittorio Festa
Nella kermesse dedicata alle migliori bollicine, successo per due metodi classici abruzzesi: “Carmine Festa” di Eredi Legonziano e “Santagiusta” di Marchesi Dè Cordano.

Sono state presentate le Aziende della spumantistica, selezionate da Vinoway, rappresentative non solo dei territori tradizionalmente vocati a questa produzione, ma anche di altre regioni.
A seguire, dopo il break, alle 16,00 ha avuto luogo una Masterclass con ben 17 etichette in degustazione, descritte e presentate dagli stessi produttori e con interventi di autori di Vinoway.com e della platea.
Un incontro stimolante, con le bollicine di Puglia a confronto con gli spumanti di altre regioni italiane più o meno vocate alla spumantistica. Presenti Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Sardegna, Trentino, Veneto ed un ospite straniero lo Champagne Encry il cui produttore è un italiano, Enrico Baldin, che porta la nostra bandiera in una nazione che nel mondo fa scuola di bollicine da sempre.
Giornalisti, Blogger, fotografi, enologi, esperti e winelovers hanno affollato e seguito l’evento lasciandosi travolgere dall’atmosfera gioiosa diffusa dagli spumanti e dallo stile sempre coinvolgente della Vinoway Sparkle Selection. Un momento di scambio di opinioni non solo per addetti ai lavori ma per tutti coloro che amano la spumantistica, il tutto in un contesto rilassante e piacevolmente salottiero.
Delle bollicine in assaggio molte appartengono a regioni tradizionalmente vocate alla spumantistica ed altre, come la Puglia stessa, ancora in una fase di sperimentazione in cerca di disciplinare. Ciascuna regione si è presentata con il suo profilo produttivo, tracciato dall’utilizzo di un vitigno con peculiarità adatte alla spumantizzazione o ancora con un carattere fortemente territoriale attraverso metodo Charmat e Metodo Classico. Un incontro che ha suggerito nuovi percorsi da sperimentare per immaginare un brand tutto Italiano, capace di farsi strada su nuovi mercati stranieri.
In abbinamento sono stati proposti i prodotti caseari della Masseria Cinque Santi con un ventaglio di scelte tra formaggi a pasta molle ed altri stagionati, la Burrata del Consorzio della Burrata di Andria, Il Pane di Eataly e gli Olii e Conserve di Donna Oleria.
Sia il convegno che la Masterclass hanno occupato una sala ampia, ma raccolta e predisposta con un salotto di conversazione per gli intervenuti, e postazioni ai tavoli per il pubblico, mentre i banchi d’assaggio hanno occupato i saloni della hall, con pareti arredate interamente da specchi, quasi ad abbracciare i singoli banchini disposti in modo circolare. Il riverbero delle luci e l’effervescenza nei calici hanno fatto dell’evento un momento conviviale pieno di brio.
L’Italia si veicola all’estero attraverso volumi di prodotto e non attraverso una internazionalizzazione dei singoli territori, sebbene ci siano Stati come quello giapponese, alla ricerca dell’unicità legata esclusivamente alla regione. Servono perciò investimenti ed una cultura del vino capace di comunicare col mondo e con i mercati stranieri, dove le DOP fanno un po’ fatica ad affermarsi a favore del più noto Prosecco. In generale i numeri sono in ascesa, ma le realtà locali e regionali non riescono ancora ad imporsi.
Libero RilloPresidente del Consorzio di Tutela dei Vini del Sannio, ha invece puntato l’attenzione sullo spumante come possibilità di sperimentazione di vitigni che hanno dimostrato la loro versatilità in queste produzioni quali Falanghina e Aglianico e sono in grado di promuovere un legame col territorio nella promozione e diffusione della cultura enoica della regione.
L’intervento di Gaetano Morella, sia in veste di figura istituzionale FIVI, che di produttore, ha evidenziato come la cultura della qualità in Puglia sia una realtà piuttosto recente, così come la sperimentazione di bollicine, che ha aree più vocate ed altre che, solo da poco spumantizzano. In assenza di un disciplinare comune, al momento, quello che si cerca di costruire è una veicolazione del territorio senza seguire stereotipi di facile commercializzazione ma puntando su quelle che sembrano essere le nuove tendenze come la predilezione per i prodotti Bio. È stato evidenziato come il panorama mondiale stia cambiando, c’è la ricerca di prodotti di qualità, risulta necessario perciò, uscire da una politica di volumi e favorire una di marchio, poiché il vino ha perso il suo ruolo di alimento, diventando prodotto quasi elitario, al punto tale che, il trend negli Stati Uniti d’America è quello di acquistare il vino più costoso. Uno dei quesiti sempre attuali è come identificare il vitigno più adatto per i due diversi sistemi di spumantizzazione Classico o Charmat-Martinotti, che vanno intesi come risposta a quello che la territorialità del vitigno comunica. Certamente, non può essere soltanto il metodo a conferire successo ai nostri spumanti da vitigni autoctoni, ma anche la capacità del Paese di fare squadra e predisporsi su modelli come quello francese.
Importante l’intervento di Michele PeragineGiornalista RAI e direttore di Agapuglia, che in un contesto in cui la discussione si è spostata sui canali attraverso i quali è fondamentale presentare la produzione spumantistica, ha tenuto a dire come sia assolutamente necessario saper raccontare e conoscere un vino dalla vigna alla cantina, perché i valori legati al territorio devono poter emergere.
Interessantissimo l’intervento del Direttore del Consorzio Del Primitivo di Manduria, Adriano Pasculli De Angelis, che vive una doppia dimensione della questione, in quanto è pugliese, ma la formazione negli Stati Uniti lo ha portato a sviluppare una visione diversa delle dinamiche produttive, associandole strettamente a tecniche di mercato, secondo le quali il prodotto andrebbe costruito cercando di capire quali siano i gusti dell’eventuale consumatore, facendo sperimentazioni e puntando alle potenzialità dei vitigni autoctoni pugliesi. Soprattutto ora, quando i mercati sono in continuo mutamento, ribadisce che la forza dei nostri spumanti va cercata nel territorio, che possiede un grande appeal, soprattutto in alcuni mercati stranieri.
Per Sebastiano De Corato, il Movimento Turismo del Vino deve dare risposte alle domande concernenti le possibilità di diffondere le produzioni autoctone, cercando di creare una cultura del vino, finalizzata alla qualità e alla promozione del territorio in un tutt’uno.
In questo convegno dai toni impegnativi è emerso che, lo storico di un territorio ha bisogno di tempo perché trovi nuove strade e affinché declini diverse possibilità della tradizione in una identità consapevole, ma che in ogni caso, la spumantistica pugliese, lontana dal volersi omologare a modelli internazionali, trova la sua forza nell’unicità del territorio.
La Masterclass ha consentito di ampliare il dibattito mettendo in primo piano le caratteristiche territoriali di ciascuna bollicina, al di là di ogni confronto con le tradizionali produzioni che hanno sempre fatto scuola nel settore, come quelle della Franciacorta e del Trento DOC o degli Champagne. Si è fatto riferimento al legame tra chimica e vino, spesso poco chiaro all’acquirente attento ma non esperto, intendendo il vino come quell’insieme armonico di reazioni chimiche che rendono possibile il miracolo della trasformazione del semplice succo d’uva nel composto idroalcolico in cui lieviti indigeni e solfiti presenti in natura, a volte generano confusione nel consumatore. Ciò accade perché la legge non consente di eliminare dalle etichette il termine “solfiti”.
Il primo assaggio è stato dedicato ad uno spumante abruzzese Anna Spumante Brut Metodo Classico Millesimato 2013 dell’Azienda Agricola Centorame prodotto da Pecorino. Colpisce il colore intenso, giallo dorato, sfavillante, ricco nel perlage e nei profumi, tra frutti gialli ed agrume candito, fiori ed erbe aromatiche, dal sorso corposo, capace di riportare al carattere del vitigno e con una spuma morbida e carezzevole accompagnata da consistente mineralità e delicate scie sapide.
Il secondo vino è dedicato a Gabriele D’Annunzio nel centenario della sua nascita ed è prodotto dall’Azienda Chiusa Grande di Franco D’Eusanio. È il primo spumante biologico metodo classico D’eus Bianco Spumante Brut, che potremmo definire “anticonformista” come il suo proproduttore. Giallo paglierino intenso con riflessi dorati ha un perlage ricco e seducente, al naso sentori di brioche e floreali di zagara e agrumi. Il sorso si presenta setoso, morbido, balsamico, lasciando la bocca lungamente fresca.
È poi la volta del Barone Pizzini con Naturae 2014 Franciacorta DOCG prodotto da Pinot Nero. Elegantissimo, colore leggero, giallo paglierino con riflessi verdolini. Il perlage è finissimo, l’aspetto e il naso sono austeri ed eleganti con note floreali ed una accesa mineralità che si fonde a note salmastre e mela verde. La gradevole pungenza porta un sorso fresco, sapido con finale agrumato.
Marchesi de’ CordanoSantagiusta Spumante Brut si presenta con un gradevole giallo paglierino con riflessi dorati ed un perlage ricco. Naso intenso, floreale, agrumato con ritorni di erbe aromatiche. Il sorso ritrova frutta a polpa gialla, note balsamiche e fresche in questo blend al 70% Chardonnay e al 30%Pinot Nero, fermentato con lieviti indigeni per 48 mesi.
Ancora un vino biologico, Jasci e MarchesaniAutentico Vino Spumante di Qualità prodotto con Metodo Classico è un Brut Millesimato che viene da vigneti in prossimità del mare, impiantati sul letto di un fiume su terreno ciottoloso. Un blend di Pecorino, Reasling e Chardonnay che si presenta con un giallo paglierino elegante e perlage intenso. È un tripudio di frutta a polpa gialla e fiori con intense note minerali e iodate che tornano maestose al sorso.
Villa CornioleSalìsa Dosaggio Zero è la bollicina in degustazione Trento DOC 2014, che risulta diversa dalle precedenti per il colore molto leggero, un giallo delicatamente sfumato, un perlage elegante alla vista e al palato. Profumi delicati di fiori e frutti a polpa bianca poco maturi formano un bouquet, che poi si ritrova al sorso. Una scelta cromatica e di leggerezza del gusto molto gradevole.
Dalla Campania arriva FontanavecchiaPrincipe Lotaro 2009, un Aglianico che ha certamente colpito subito per il colore, rosa cipolla con riflessi ramati, ed un perlage assolutamente elegante, con un naso di rosa e frutti rossi che tornano al sorso.
Questo assaggio ci porta in Emilia Romagna con Cantine della VoltaChristian Bellei Millesimato Bianco Vsq Metodo Classico 2013, da Lambrusco, con un colore paglierino che sfuma su note verdoline. Promette la freschezza di un naso iodato e l’eleganza di fiori bianchi, pesca e agrumi ed anche erbe aromatiche che si ripropongono anche all’assaggio con un sorso persistete e lungamente sapido.
Villa Matilde100% Falanghina Mata 2011 è uno spumante con bella interpretazione in cui emergono profumi che vanno dalle erbe aromatiche a note di ginestra e albicocca, pietra focaia e grande mineralità a cui non manca l’influenza del mare, in luogo dove già gli antichi romani coltivavano la vite.
Alta interpretazione di Spumante Classico è la Gran Cuvèe XXI 2012 di D’Araprì, in cui l’autoctono Bombino è in blend con Pinot Nero e Montepulciano. Colpisce la lucentezza del colore che si arricchisce di riflessi argentati. Il perlage è ricco ed avvolgente e lascia risalire sentori aggrumati e minerali che tornano coerenti al sorso.
Il Roccapietra Brut 84 mesi dell’azienda Scuropasso è uno spumante che trova la sua identità identificandosi col territori. Pinot Nero in purezza, bello alla vista col suo elegante paglierino e le sottilissime bollicine in risalita; al naso mostra sentori di brioche e ribes che lo rendono unico.
FerrariPerlè Bianco Riserva Trentino Alto Adige, è uno degli assaggi conclusivi di questa magnifica carrellata di produzioni italiane. Chardonnay in purezza. Bellissimo con il suo giallo brillante e l’eleganza del suo perlage. Complesso ed intenso nei profumi tra sentori esotici e note balsamiche, al gusto cremoso e vellutato con fragranze di miele e frutta esotica.
L’Abruzzo conclude la carrellata di spumanti italiani con il Millesimato Abbruzzo DOC Carmine Festa dell’Azienda Eredi Legonziano. Appare scintillante con delle sottili nuances dorate, al naso frutta matura a polpa bianca e sentori minerali che tornano al gusto con grande coerenza e freschezza.
La Masterclass si è chiusa con un passaggio attraverso la Francia con lo Champagne Encry Millesimato 2012 di Enrico Baldin presentato in anteprima. Alla vista si presenta elegantissimo e luminoso. Zero dosage e assenza di malolattica lo rendono avvolgente e suadente al sorso. Sentori delicatissimi di fiori e frutta a polpa bianca con rivoli di mineralità ed una infinita freschezza ne fanno un prodotto di grande fascino.