Premetto che non amo i controlli capillari delle nostre vite a mezzo Gps, droni, telecamere, account, cellulari perché in questo modo si perde la libertà nel timore continuo di essere spiati anche se ti trovi a fare pipì in aperta campagna.
Tuttavia va detto che l’eccessiva ricerca dei diritti in assenza di un’etica del dovere sta ridisegnando le nostre abitudini non sempre foriere di comportamenti non delittuosi. Talché si impone la necessità di elevare in tutti gli spazi di vita il livello della sicurezza “antropica” come definita dal recente provvedimento di potenziamento del numero delle telecamere a circuito chiuso nella sede centrale del Dicastero della Cultura a Roma in via del Collegio Romano, voluto dal ministro Franceschini.
Si salvano solo gli spogliatoi e i servizi igienici riservati al personale che peraltro è in subbuglio per la possibile violazione alle normative del lavoro e della privacy. Ora, la questione della privacy dovrebbe riguardare solo la libertà di ogni individuo in merito alle sue azioni strettamente personali, ossia la sua vita privata.
Non certo la sua vita lavorativa che, se svolta in un servizio remunerato dai contribuenti o da chicchessia, deve essere svolta alla luce del sole. Sono un medico ed in ospedale i nostri camici hanno un chip che volendo riassumere le nostre azioni di certo non possiamo pretendere la “privacy” in un settore di servizio pubblico e dobbiamo giustificare la nostra presenza “lavorando” e non facendo i c..i nostri come nel nostro privato. Figuriamoci la differenza fra un PS ospedaliero e le stanze di un dicastero ministeriale. Non primo caso il problema della privacy non abita i nostri pensieri nemmeno per sogno. Nel secondo caso l’estrema carenza delle gocce di sudore porrebbe il problema: che noia e pure spiati nel diuturno cazzeggio!
Bene ha fatto Franceschini. Telecamere in tutti i servizi pubblici cosicché si pone fine alla plurima timbratura dei cartellini, al furto dei beni nelle valigie ad opera degli aereoportuali: cari pubblici dipendenti non vi resta che le frequenti visitazioni del bagno, da giustificare tuttavia con la prostata ipertrofica o con le cistiti ricorrenti!