Ciò che sta accadendo in Venezuela, ove la rivoluzione bolivariana ha condotto il paese, grande produttore di greggio e con più riserve petrolifere al mondo, alla fame, persino ad uccidere una donna incinta rea solo di aver atteso la distribuzione annunziata dal governo di uno stinco di maiale, artefici le Guardie del Popolo peraltro ubriache, per la loro tradizione natalizia del cosciotto di maiale con cipolle e patate. Questo è il Venezuela dopo 20 anni di chavismo: un popolo miserabile ridotto ad un cibo di Stato e dove un kilo di cipolle rasenta l’esborso di uno stipendio essendo l’inflazione a Caracas arrivata al 3000% con uno Stato che espropria aziende e terre, che controlla i prezzi di ogni cosa e che in soldoni propende per l’emigrazione in massa dei venezuelani per una pulizia numerica del popolo così da governare i pochi rimasti impoveriti, e sottoposti ai soli sussidi statali per poi godersi tutto il resto. Grande Maduro, promulgatore di quel socialismo collettivista che oramai si invera continuamente e storicamente nella più raccapricciante ed inverosimile dittatura! Fa da sponda la rivoluzione iraniana contro quel regime teocratico tanto lontano dalle civiltà espressi in altri mondi. Una Giovanna d’Arco palluta ha avuto il coraggio di togliersi il velo in piazza a Teheran sventolando i suoi capelli sciolti insieme ad una bandiera di “Mercoledì bianco” in nome di tutte quelle donne che non ne possono più del precetto islamico del velo. Arrestata e condotta in carcere. Ma questa donna nel nostro malverso Occidente non merita alcune menzione per il suo gesto tanto protesi sia le nostre femministe che gli intellò da bar sport a proteggere Asia Argento et similia. Si perché i nostri fulgidi rappresentanti politici come la Bonino, la Mogherini, la Serracchiani non hanno fatto altro nei loro incontri con quadri islamici che approvare, conformandosi, l’uso del velo diversamente dalla Fallaci che se lo tolse gettandolo in faccia all’ayatollah Khomeini. E abbiamo anche coperto col velo i nostri stupendi nudi statuali alla visita del premier iraniano Rouhani. Ma chi sono ‘sti italiani? Sono gli stessi di quei 566 membri che cambiano casacca dopo essere stati eletti. Ma come è possibile non manifestare, appoggiandoli, chi difende la libertà? Certo perché la libertà è una parola di un ampio significato che va da quella naturale dell’individuo da regolamentare, a quella già regolamentata, stabilita dalla “gabbia” che fa pascolare le pecore dentro il recinto. Ma per certe omissioni( che legalmente sono passibili anche in sede penale ) mi vergogno di essere italiano.
VELO E STINCO DI MAIALE
