Il Glicine tra Bellezza, Leggenda e Cucina

Il Glicine, con i suoi grappoli profumati e pendenti, affascina da secoli per la sua bellezza e le leggende che lo circondano.

Origini e significato del glicine

Noto anche come Wisteria, è una pianta rampicante originaria dell’Asia, apprezzata per la sua fioritura primaverile tra maggio e giugno. Il nome “glicine” deriva dal greco “glikis”, che significa “dolce”, in riferimento al profumo dei suoi fiori. Nel linguaggio dei fiori, simboleggia l’amicizia, la bellezza e la longevità.

La leggenda italiana della pastorella Glicine

Secondo una tradizione piemontese, una giovane pastorella di nome Glicine, afflitta per il suo aspetto, pianse nel prato. Le sue lacrime generarono una pianta dai fiori profumati e bellissimi: il glicine. Circondata da tale meraviglia, la ragazza trovò conforto e fierezza.

Simbolismo e usi culturali

In Cina e Giappone, la Wisteria è simbolo di amicizia e benevolenza. Nel buddismo Jodo Shinshu, rappresenta la caducità della vita e l’importanza di apprezzare ogni momento. In epoca vittoriana, simboleggiava l’amore ardente.

Il Glicine in via Milano a Pescara

Nel 1930, Nicola Di Biase, ex corridore del Giro d’Italia, piantò il glicine accanto al portoncino del suo villino in via Milano.
Sopravvissuto ai bombardamenti del 1943, il glicine superò lo sventramento della casa, resistendo al cemento, agli espropri e al tempo che passa inesorabilmente.

La signora Lillia Di Biase, vedova di Primo, lo ha curato con dedizione, potandolo regolarmente e mantenendo viva la memoria della famiglia e della città.
Grazie all’intervento del figlio Paolo, architetto, il glicine ha conquistato i piani superiori, diventando un’opera d’arte naturale visibile da tutta via Milano.

Una meraviglia naturale di Pescara che unisce generazioni

Negli ultimi vent’anni, la pianta si è sviluppata in altezza grazie a tralicci installati per valorizzarla e renderla protagonista di un panorama urbano mozzafiato.
Quando fiorisce, il profumo invade le vie fino a piazza Sacro Cuore, attirando turisti, fotografi e cittadini affascinati da questa esplosione di bellezza.

Nonostante qualche disagio – come foglie cadute, insetti o gatti in amore – il glicine  continua a essere protetto per il suo valore storico e simbolico. Per questo motivo la Signora Lilia è stata premiata nel 2009 ed è conosciuta come “la signora del glicine”, custode di una meraviglia cittadina che continua a ispirare.

In cucina è un fiore da gustare con attenzione

Il glicine, noto per la sua bellezza ornamentale, inoltre trova anche impiego in cucina, dove offre sapori delicati e profumi inebrianti. Sebbene sia apprezzato per la sua bellezza, è importante sapere che solo i petali dei suoi fiori sono commestibili; le altre parti della pianta, come semi, baccelli e foglie, sono tossiche e devono essere evitate.

In cucina, i petali possono essere utilizzati in vari modi:

  • Frittelle: immergendo i fiori in una pastella leggera e friggendoli, si ottiene un antipasto croccante e aromatico.

  • Tisane: i petali possono essere infusi in acqua calda per creare una bevanda rilassante e profumata.

  • Insalate: aggiunti crudi, i petali conferiscono colore e un sapore delicato ai piatti freschi.

  • Confetture: combinando i petali con frutta come fragole o albicocche, si può preparare una marmellata dal gusto unico.

È fondamentale utilizzare fiori non trattati chimicamente e, prima di tutto, assicurarsi di rimuovere accuratamente tutte le parti non commestibili prima della preparazione. Detto ciò, con le dovute precauzioni, il glicine può effettivamente arricchire la cucina con il suo sapore floreale distintivo.

Conclusione

La Wisteria, con la sua storia e bellezza, ancora oggi continua a incantare generazioni; infatti, simboleggia sentimenti profondi e contribuisce ad arricchire paesaggi urbani e rurali.

La Redazione de La Dolce Vita
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