Rotary Vestini Virtù teramane: cultura, identità e cucina abruzzese con Antonio Moscianese Santori e l’Accademia Italiana della Cucina.
Rotary Vestini Virtù teramane: cultura, identità e tradizione
Cosa unisce un cardiologo, un piatto di legumi e la promozione della cultura gastronomica abruzzese?
Una serata promossa dal Rotary Club Terra dei Vestini, con il contributo del delegato dell’Accademia Italiana della Cucina, Antonio Moscianese Santori, che ha offerto un prezioso approfondimento culturale sulle Virtù teramane, piatto simbolo della tradizione abruzzese.
Note introduttive sull’Accademia e sulle Virtù teramane
A introdurre la serata, sono state richiamate – a cura del Rotary Club Terra dei Vestini – alcune brevi note sull’Accademia Italiana della Cucina, Istituzione Culturale della Repubblica Italiana dal 2003, fondata a Milano nel 1953 da Orio Vergani.
Oggi l’Accademia conta 225 Delegazioni e 3 Legazioni in Italia, 69 Delegazioni e 21 Legazioni all’estero, per un totale di oltre 7.500 soci, ed è impegnata nel promuovere e tutelare la tradizione gastronomica italiana come patrimonio culturale vivo, da valorizzare e tramandare.
Le Virtù teramane, piatto tipico della cucina dell’entroterra abruzzese, rappresentano un rituale di rinascita: un intreccio di legumi, paste, verdure e carni, originariamente pensato per “fare pulizia” delle dispense in vista della primavera. Oggi sono simbolo di sostenibilità e identità, differenti in ogni famiglia ma sempre profondamente legate al territorio.
Il profilo del Delegato: Antonio Moscianese Santori
Antonio Moscianese Santori, nato a Pineto nel 1953, è medico cardiologo, laureato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Ha prestato servizio come ufficiale medico nella Marina Militare (1979-1980) e ha lavorato per oltre trent’anni negli ospedali di Teramo e Atri. Per dieci anni è stato docente presso la Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università dell’Aquila, partecipando a congressi e pubblicando lavori scientifici.
Attualmente in congedo, prosegue la sua attività in libera professione e collabora come volontario con l’Associazione “Lorenzo nel Cuore” di Atri. È Delegato dell’Accademia Italiana della Cucina per la Delegazione di Atri, socio del Lions Club e Grande Ufficiale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Amante del mare e della montagna, cultore di filosofia e letteratura, è promotore di iniziative culturali come cineforum, concorsi e gruppi di lettura. È vedovo della dottoressa Luigia Caprio, medico pediatra, ed è padre di Marco (funzionario della Banca d’Italia) e Pietro (sostituto procuratore presso il Tribunale dei Minori di Milano).
Il suo intervento: le Virtù tra identità e memoria
Nel suo intervento, Antonio Moscianese Santori ha sottolineato come le Virtù rappresentino molto più di un piatto: sono il racconto di una civiltà contadina che sapeva vivere con sobrietà e intelligenza, riutilizzando ciò che aveva, senza sprechi.
Le Virtù, ha spiegato, sono una metafora perfetta del tempo che passa e si rinnova. Hanno dentro di sé il rigore della tradizione e la flessibilità dell’adattamento: ogni casa ha la sua ricetta, ogni versione è autentica.
Infine, ha ricordato che cucinare è un atto d’amore, un gesto culturale profondo, e che custodire la memoria alimentare è un modo per costruire futuro e consapevolezza.
Nuovi ingressi nel Rotary Club Terra dei Vestini
Durante la conviviale, il Rotary ha ufficialmente accolto due nuovi soci di rilievo: Alessandra Di Pietro, dirigente scolastica dell’Istituto Alberghiero, e Vincenzo D’Antuono, prefetto emerito di Pescara. Entrambi hanno già collaborato con il club, in particolare durante il convegno sul turismo enogastronomico dell’area vestina a Pianella, il 21 giugno 2024.
Il loro ingresso rappresenta un ulteriore rafforzamento del legame tra il Rotary Terra dei Vestini e le eccellenze culturali e istituzionali del territorio.
Rotary Vestini Virtù teramane. Conclusione
Il Rotary Club Terra dei Vestini si conferma protagonista nella valorizzazione del territorio, unendo cultura, storia e cucina in un dialogo che guarda al futuro. L’intervento di Antonio Moscianese Santori ha offerto uno spunto profondo e autentico su cosa significhi davvero “tradizione”.