Sinner, l’italiano “riluttante”: la nuova perla di Corrado Augias contro il numero uno del mondo

“La satira è una medicina amara che spesso il potente si rifiuta di prendere.” — Voltaire

Corrado Augias parla di  Jannik Sinner

Quando Corrado Augias, l’illustre campione dell’intellettualismo da salotto, parla di Jannik Sinner, non aspettatevi una semplice analisi sportiva: no, il nostro eroe tennistico viene investito da un fiume di veleno verbale degno di un processo inquisitorio. Il motivo? Sinner ha avuto la colpa capitale di rifiutare un invito ufficiale del Presidente Mattarella per “eccessiva stanchezza”. Peccato mortale! Per giunta, l’indomani il povero atleta si è concesso una giornata di sci sulle montagne, aggravando la sua colpa agli occhi dell’establishment.

L’Italiano Riluttante

Augias ci racconta con sussiego che Sinner è un “italiano riluttante”, come se l’amore per la patria si misurasse con la partecipazione a selfie istituzionali. Dimentichiamo per un attimo che parliamo del numero uno del tennis mondiale, che incarna un’Italia vincente e giovane. Concentriamoci invece sul dramma shakespeariano di una visita saltata per colpa della “stanchezza”.

Un cerimoniale obsoleto

Per Augias, evidentemente, la fedeltà a un cerimoniale obsoleto vale più di una carriera fatta di trionfi internazionali. Sinner avrebbe dovuto inchinarsi al protocollo, anche a costo di perdere un po’ della sua lucidità – perché si sa, il vero italiano modello è quello che sorride mentre soffoca sotto la maschera dell’ipocrisia. Quel “grande rifiuto” è stato elevato a simbolo di una riluttanza identitaria, un peccato che non si perdona in patria.

Augias Vs Sinner: Un Disertore del Patriottismo

Ma qui viene il bello: il giorno dopo, Sinner non era a casa a rimediare il danno, ma a sciare – un crimine ulteriore per un paese dove lo sport sembra avere valore solo quando diventa veicolo di cerimonie noiose e occasioni di propaganda. Invece di applaudire un giovane atleta che si prende cura di sé, Augias preferisce dipingerlo come un ingrato, un disertore del patriottismo.

La cosa tragicomica è che questa isteria da “italiano perfetto” arriva da chi, come Augias, si vanta di rappresentare la voce critica e illuminata del giornalismo. Ma quando si tratta di sportivi, il buon senso va a farsi benedire, lasciando spazio a giudizi beceri e ridicoli che sembrano usciti da una sceneggiatura di un film grottesco.

Più macchina che Uomo

Ed è proprio per questa evidente umanità, fatta di scivoloni, cadute e qualche rinuncia “imperfetta”, che io, in tutta onestà, amo più Berrettini dello stesso Sinner. Matteo non è il numero uno, ma è quel ragazzo che inciampa, che sbaglia, che si mostra vulnerabile – insomma, uno di noi. Mentre Sinner, pur brillante e formidabile, sembra dover essere più macchina che uomo, più ambasciatore d’oro che persona con difetti e stanchezze. Berrettini, con la sua umanità fragile e la sua grinta appassionata, mi sembra un vero eroe del popolo, il simbolo di un’Italia autentica che non si piega al cerimoniale ma lotta con tutte le sue forze.

Augias Vs Sinner per l’invito mancato

Il vero scandalo, insomma, non è che un atleta scelga di evitare una passerella protocollare, ma che ci siano intellettuali pronti a rovesciare fiumi di veleno per una sciocchezza del genere. Ci si dimentica che il talento, la fatica e i successi dovrebbero valere molto più di un invito mancato.

Se Sinner è un “italiano riluttante”, allora ben venga il riluttante. Perché in un’Italia ossessionata dall’apparenza, dal formalismo e dalle ipocrisie, il tennista almeno ha il coraggio di essere umano. E questo, a volte, è un reato più grave di qualunque “rifiuto” di stretta di mano.

di Carlo Di Stanislao

La Redazione de La Dolce Vita
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