Il castello Piccolomini di Celano, Monumento Nazionale

Scopri il Castello Piccolomini di Celano: un capolavoro tra Medioevo e Rinascimento, oggi museo d’arte tra i più visitati d’Abruzzo.

Celano e il suo castello tra Medioevo, Rinascimento e museo

Il castello sopra la Valle del Fucino: da lago a terra fertile

Imponente e di elegante struttura, il castello sovrasta la valle del Fucino. Oggi è una florida ed estesa pianura, con una produzione agricola di rilevanza nazionale. Un tempo era il terzo lago per grandezza in Italia. L’idea di prosciugarlo risale a Giulio Cesare e poi all’imperatore Claudio. Ha attraversato i secoli ed è stata portata a compimento nel 1878, dalla determinazione del principe Alessandro Torlonia. Famosa la sua frase: “O io prosciugo il Fucino, o il Fucino prosciuga me”.

Le origini storiche di Celano: dalla Gastaldia dei Marsi ai Franchi

La zona a cui appartiene Celano ha fatto parte, dopo la caduta dell’Impero Romano, della  Gastaldia dei Marsi dipendente dal ducato longobardo di Spoleto. In seguito con Carlo Magno ebbe inizio la dominazione franca e anche all’epoca si parlò di prosciugare il Fucino. Nell’anno 819 Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, titolò Contee le Gastaldie. La Gastaldia dei Marsi divenne Contea nell’850. Si divise in due contee: dei Marsi e d’Albe.

Covella dei Conti dei Marsi: una donna illuminata tra Medioevo e Rinascimento

Il personaggio più interessante facente parte dei Conti dei Marsi è Covella, contessa della Signoria di Celano dal 1422 al 1463. In un periodo di passaggio fra il Medioevo e il Rinascimento, stupisce, giovanissima, per cultura e intelligenza.

San Francesco, Giovanni da Capestrano e Celano e il suo castello

Figlia del conte Riccardo, legato in amicizia a San Francesco (Riccardo è ritratto da Giotto assieme al Santo), Covella ebbe come amico e confidente il soldato – santo Giovanni da Capestrano. A lui donerà i terreni situati su un colle di Capestrano, per costruirvi una chiesa e un convento francescano. In seguito commissionerà al pittore veneziano Bartolomeo Vivarini un ritratto del Santo, oggi parte della collezione del Louvre. Inizialmente Covella espose il quadro nella residenza a lei cara, il Castello di Gagliano Aterno (AQ), dove quasi certamente si fermò San Francesco d’Assisi nel suo viaggio in Abruzzo. Non dimentichiamo che il primo e più autorevole biografo di Francesco d’Assisi è stato Tommaso da Celano, della famiglia dei conti celanesi. Anche lui visse e operò nei pressi di Celano e il suo castello, seguace e amico del Santo d’Assisi.

Le origini del castello: dalla base sveva alla fortezza medievale

Il castello sorge sul colle San Flaviano. Le prime basi difensive sono opera di Federico II di Svevia in lotta con Tommaso Conte di Celano; si era nel 1223. Gli Svevi erano molto attenti alla funzionalità dei loro spazi di difesa. Divenne quella la base della successiva solida fortificazione, voluta da Pietro II di Celano nel 1392. La posizione strategica sul lago del Fucino, l’allineamento con altre strutture militari, come le torri di Aielli e Collarmele, che agevolava la visibilità, ne faceva un luogo privilegiato, tanto che già precedentemente sia il nonno che il padre di Pietro vi avevano realizzato una torre-mastio, mura e torrette rettangolari.

Dopo il succedersi di varie casate nobiliari (Peretti, Sforza Cesarini, Dragonetti e altri), il castello è divenuto proprietà demaniale nel 1938. Tra il 1915, quando un terribile terremoto danneggiò notevolmente anche la struttura, e il periodo bellico, ci furono anni di abbandono. Infine, tra il ’40 e il ’60 si partì per la ristrutturazione. Tanto più che dal 1893 il castello era stato dichiarato Monumento nazionale, sottoposto alla tutela delle Belle Arti. Dal dicembre del 2014 è gestito dal Ministero della Cultura tramite il Polo Museale d’Abruzzo. Durante la ristrutturazione, tutto ciò che di autoctono era possibile recuperare lo è stato, compreso l’impianto originario. Diversa sorte hanno avuto arredi e affreschi, quasi tutti inutilizzabili.

La rinascita di Celano e del suo castello con i Piccolomini

Gli eredi di Pietro II, che aveva dato il via alla conversione del complesso in una fortezza sicura e funzionale, la ampliarono. Modifiche e integrazioni hanno determinato il sovrapporsi di stili in un unicum affascinante. Una mistura fra medievale e rinascimentale caratterizza Celano e il suo castello, specie quando, nel XV secolo, venne trasformato in palazzo residenziale dal nipote di Papa Pio II, Antonio Todeschini Piccolomini. Il re di Napoli, Ferrante d’Aragona, lo nominò nel 1463 conte di Celano.

L’Abruzzo dei Piccolomini e il suo castello: lana, seta e Leonardo da Vinci

I Piccolomini, come i Medici, i Tornaquinci e altri nobili toscani sono stati assidui e anche residenti del nostro territorio, essendo l’Abruzzo una fonte lanaria e casearia tra le più ricche e apprezzate, con la dovizia di pascoli, la qualità quasi inarrivabile della tecnica dei telai, per cui le coperte abruzzesi erano leggendarie.

Cosa che incuriosì molto Leonardo da Vinci che intorno al 1498 venne a l’Aquila e dintorni per comprenderne le dinamiche ( ma pare certo che vi fosse giunto già nel 1473). Si aggiunga l’agricoltura fiorente grazie all’abbondanza di acque che ne ha potenziato la notevole biodiversità, e che ancor oggi la pone tra le terre più ricche in tal senso.

La coltura del baco da seta un tempo vivacissima dopo un’epidemia con epicentro in Francia, ridusse le nostre produzioni che comunque resistono seppure in minor quantità. Proprio a Celano grazie alla ricchezza acquifera sorse una delle più pregiate Gualchiere italiane ( edifici con macchinari adibiti a fornire carta, oltre che seta e tessuti in lana). La loro fama varcava i confini italici. Leonardo da Vinci le ha spesso privilegiate.

Castello Piccolomini

Architettura del Castello Piccolomini: un unicum medievale e rinascimentale

Il Castello, visibile per un raggio di molti chilometri da tutto il territorio fucense è a pianta rettangolare, con 4 torri quadrate agli angoli, terminanti con merlature di stile ghibellino ed evidenzia nella struttura dotata di mura di cinta attualmente ancora visibili le origini medievali di una fortificazione difensiva.

Le mura di cinta sono intervallate da cinque torri rotonde e undici a scudo. Il cortile interno è dotato di un loggiato con archi a sesto acuto e al centro un pozzo-cisterna. L’idea di Lionello Acclozamora (terzo e ultimo marito di Covella) e soprattutto di Antonio Piccolomini di rendere il castello una residenza nobiliare ha accentuato il fascino del Castello, grazie alla fusione di specifici elementi medievali e rinascimentali. Venne completata la costruzione del castello arricchito anche da decorazioni architettoniche.

Nel secondo piano si creò un loggiato interno dotato di arcate a sesto acuto, vennero aperte finestre in stile rinascimentale, si realizzarono loggette pensili appoggiate su beccatelli; ancora visibili. Fra gli altri sviluppi c’è stata l’edificazione di due torri cilindriche fortemente scarpate che, s’è detto, hanno la funzione di deviare la direzione dei proiettili, impedendo loro di conficcarsi nelle mura; è stata ampliata la cinta muraria in prossimità delle torri per aumentare la difesa degli ingressi, anche con antiporte.

Celano e il suo castello tra arte sacra e Collezione Torlonia

Oggi il maniero è sede del Museo d’Arte Sacra della Marsica e della Collezione Torlonia di Antichità del Fucino. La Collezione Torlonia, acquistata dallo Stato nel 1994, è splendida: conserva 184 oggetti e 344 monete di bronzo romane.

I tesori della Collezione Torlonia: la Testa di Afrodite e i rilievi del Fucino

Le opere esposte sono il risultato nel rinvenimento delle stesse durante il prosciugamento del lago del Fucino voluto da Alessandro Torlonia. I pezzi più preziosi della Collezione sono la Testa di Afrodite (III-II sec. a. C.), un esempio raffinatissimo di scultura, e i rilievi in pietra calcarea (II sec. d.C.), che raffigurano uno specchio d’acqua e operai, divisi in due gruppi, concentrati nel lavoro del prosciugamento del lago; inoltre una veduta della città e del suo territorio.

Il patrimonio sacro di Celano e del suo castello: porte lignee, croci preziose e pitture

Il Museo della Marsica si snoda per 12 stanze suddivise in varie sezioni: scultura, pittura, oreficeria e paramenti sacri. Sono qui custodite le pregiate porte lignee ( XII sec.) delle Chiese di S. Maria in Cellis di Carsoli raffiguranti scene del Nuovo Testamento e di S. Pietro in Alba Fucens, le cui formelle sono intagliate in legno d’acero. Splendidi: il trittico di Alba Fucens (XIII sec.), realizzato in argento dorato, perle, gemme e smalti da orafi miniaturisti di scuola bizantina; “La Vergine” di Andrea De Litio, la Croce Orsini del 1334. La struttura museale dispone anche di una sala conferenze, sale espositive, spazi esterni per performance musicali e teatrali e locali per laboratori didattici. Il Castello di Celano è un luogo tra i più visitati in Abruzzo assieme alle Gole di Celano, suggestivi canyon tra le montagne della Serra di Celano, la Defensa di Aielli e la Val d’Arano di Ovindoli.

Tra storia e leggenda: i Martiri e la Fonte Grande

La sorgente di Fonte Grande che arriva da Monte Sirente, molto fredda in qualsiasi stagione, acqua straordinariamente buona, è chiamata anche dei “Santi Martiri” per la leggenda secondo cui in quel luogo avvenne il martirio di tre nobili romani forse nativi della Borgogna: Simplicio, il padre, Costanzo e Vittoriano, i figli. Colpevoli di essersi convertiti al Cristianesimo arrivarono a Celano nel 171 per essere giudicati dall’imperatore Lucio Vero che soggiornava in quei luoghi e che li condannò alla decapitazione. Ma durante l’esecuzione avvenne un prodigio: dal sangue sgorgarono tre sorgenti di acqua purissima.

Il passaggio della Regina: Covella e il mistero del tunnel segreto

Si parla anche di un passaggio segreto che dal castello giungeva alla chiesa di Santa Maria Valleverde. Viene chiamato il passaggio della Regina, riferendosi alla citata Covella, che veniva definita “Regina”. Secondo alcuni era solo un passaggio segreto militare.

Leonardo e Celano: il paesaggio del primo disegno?

Una notizia storica da alcuni contestata è l’attribuzione di un famoso dipinto di Leonardo da Vinci, noto come “8p” conservato presso gli Uffizi di Firenze, da titolo “Paesaggio”. Risalirebbe al primo viaggio (1473) fatto in Abruzzo da Leonardo che fu ospite del conte di Celano Antonio Todeschini Piccolomini. Invalidati molti riconoscimenti che vorrebbero il paesaggio toscano o umbro, sembra ormai certo che si tratti di un paesaggio abruzzese.

Informazioni utili per la visita

Aperto dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19,30 (ultimo ingresso ore 19:00). Aperto il 1° maggio – Chiuso il 2° maggio Costo del biglietto intero: € 4.00 Costo del biglietto ridotto: € 2.00 (dai 18 ai 25 anni) Gratuito fino a 18 anni.

di Gabriella Izzi Benedetti

La Redazione de La Dolce Vita
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