Figliettismo e familismo: il nodo del potere in Italia tra teatro, professioni e culture a confronto

“La cultura è come l’acqua: se la lasci stagnare, imputridisce.” — Roberto De Simone

Introduzione: il fenomeno del “figliettismo”

In Italia, il fenomeno del “figliettismo” – cioè il favoritismo verso parenti e conoscenti nelle nomine di ruoli pubblici, culturali e professionali – rappresenta una delle questioni più radicate e complesse da affrontare. Recenti scandali, come quello relativo alle nomine al Teatro San Carlo di Napoli, hanno riportato sotto i riflettori un problema che affonda le sue radici nella storia, nella cultura e nelle strutture sociali del Paese, estendendosi ben oltre il solo settore culturale.

Il caso Teatro San Carlo di Napoli

Il Teatro San Carlo, istituzione simbolo della tradizione lirica italiana, è stato recentemente coinvolto in una controversia riguardante la nomina di Michele Sorrentino Mangini, figlio della direttrice generale della Fondazione Teatro San Carlo, Emmanuela Spedaliere, come direttore artistico delle Officine San Carlo. La chiamata diretta e la successiva proroga del suo incarico fino al 2027, decisa dall’allora sovrintendente Stéphane Lissner, hanno sollevato dubbi e critiche sulla trasparenza e sull’equità del processo di selezione. La vicenda ha anche acceso un dibattito parlamentare, con interrogazioni che chiedono chiarimenti sulla natura di queste nomine e sui possibili conflitti di interesse. Questo caso è emblematico di una pratica purtroppo diffusa in molte istituzioni culturali italiane, dove le logiche familiari spesso prevalgono su criteri di competenza e merito.

Storia e persistenza del figliettismo in Italia

Il figliettismo non è un fenomeno recente né confinato al mondo della cultura. Esso ha radici profonde nella storia italiana, dove da sempre il potere si è trasmesso di generazione in generazione all’interno delle stesse famiglie aristocratiche, ecclesiastiche o politiche. Nel mondo cattolico, ad esempio, la pratica del “cardinal nipote” era un sistema consolidato per mantenere il potere e il controllo all’interno di cerchie ristrette. Sebbene la società italiana sia profondamente cambiata nel dopoguerra e abbia provato a inaugurare un’era di meritocrazia, molte delle vecchie dinamiche familiari si sono adattate e hanno continuato a persistere, soprattutto in ambiti caratterizzati da scarsa trasparenza e procedure non regolamentate.

Il figliettismo nelle professioni regolamentate

Oltre alla cultura, il figliettismo si manifesta in modo altrettanto forte nelle professioni regolamentate come quella dei notai, farmacisti, magistrati e docenti universitari. In questi settori, il passaggio di sedi professionali, studi e incarichi è spesso di fatto ereditario. Favorendo, in questo modo, il consolidamento di élite chiuse e limitando la mobilità sociale. Per esempio, il mestiere del notaio è spesso trasmesso tra membri della stessa famiglia, rendendo molto difficile l’ingresso di nuovi professionisti. Allo stesso modo, le licenze per le farmacie si tramandano come un vero e proprio patrimonio familiare. Con implicazioni economiche e sociali significative. Questa forma di nepotismo istituzionalizzato ha l’effetto di creare un sistema chiuso. Dove l’appartenenza conta più del merito, e alimenta frustrazione e disuguaglianza.

Familismo e nepotismo nelle culture religiose e tradizionali

Per comprendere a fondo queste dinamiche è utile guardare anche al di fuori dell’Italia e confrontare il familismo e il nepotismo nelle grandi tradizioni religiose e culturali mondiali.

Nel cattolicesimo, la famiglia è una cellula essenziale della società e della fede, ma storicamente ha promosso un nepotismo clericale strutturato, come dimostra la nomina di cardinali nipoti e la gestione ereditaria di feudi ecclesiastici.

Nell’ebraismo, la famiglia è centrale nella trasmissione culturale e religiosa, ma la forte enfasi sull’istruzione e sulla meritocrazia intellettuale ha limitato la diffusione di favoritismi familiari sistematici.

Nel protestantesimo, in particolare nella tradizione calvinista, l’individuo è responsabile davanti a Dio e alla comunità, e il privilegio ereditario è fortemente osteggiato: il merito personale e la disciplina etica sono i criteri fondamentali per il successo sociale.

Al contrario, nelle caste induiste, la stratificazione sociale e il ruolo di ciascuno sono rigidamente determinati dalla famiglia e dalla casta di nascita, con pochissime possibilità di mobilità e con un familismo sacralizzato che rende la trasmissione ereditaria una pratica assoluta.

L’Italia si colloca in una posizione ibrida tra questi modelli, con un familismo che è al tempo stesso culturale, religioso e strutturale. Questo complesso intreccio rende difficile smantellare le reti di potere familiare che ancora dominano molti settori chiave della società italiana.

Conseguenze sociali ed economiche del figliettismo

Le conseguenze del figliettismo sono molteplici e di vasta portata. Dal punto di vista sociale, il nepotismo blocca la mobilità, genera disuguaglianze e mina la fiducia nelle istituzioni. Dal punto di vista economico e culturale, limita l’innovazione e la competenza, impedendo che i talenti emergano e contribuiscano allo sviluppo. La percezione pubblica di un sistema chiuso e ingiusto alimenta risentimento e sfiducia, con effetti negativi sulla coesione sociale e sul funzionamento democratico.

Proposte di riforma e buone pratiche

Per superare queste barriere sono necessarie riforme profonde che coinvolgano istituzioni, società civile e media. Trasparenza, regole chiare per le nomine, criteri meritocratici e controlli indipendenti sono strumenti fondamentali. Alcune esperienze italiane e internazionali mostrano come, attraverso selezioni pubbliche, partecipazione civica e monitoraggio, sia possibile ridurre le pratiche nepotistiche. Un cambiamento culturale che valorizzi il merito e riduca la tolleranza verso i favoritismi è altrettanto indispensabile.

Per chi desidera approfondire

Chi desidera approfondire questo tema può consultare testi come Figlie d’Italia (Carocci Editore), che analizza le dinamiche familiari nella costruzione dell’identità nazionale. Il nepotismo nel Medioevo (Feltrinelli Editore), che ricostruisce le origini storiche di queste pratiche nel contesto ecclesiastico e nobiliare.

Altri testi importanti sono I parenti del Papa (Unilibro Edizioni), che tratta il nepotismo pontificio. La linea Acquaviva (SalentoLibri Edizioni), che studia il nepotismo rinascimentale e la riforma cattolica. Per comprendere il ruolo storico e istituzionale del Teatro San Carlo si può leggere Il Teatro di San Carlo di Napoli (Feltrinelli Editore).

Il figliettismo e il familismo

Il fenomeno del figliettismo e del familismo, benché radicato e complesso, può essere affrontato solo attraverso una visione critica e informata. Determinata a promuovere una società più equa, trasparente e aperta al talento di tutti.

di Carlo Di Stanislao

La Redazione de La Dolce Vita
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