“Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.” — Pier Paolo Pasolini
Il Mondo Occidentale e la Morale
Il mondo occidentale non è più diviso tra destra e sinistra, tra conservatori e progressisti. È diviso tra chi racconta i fatti e chi li piega, li lucida, li trucca fino a renderli accettabili al proprio pubblico di riferimento. Tra chi indaga e chi si schiera. Tra chi dubita e chi predica.
Trump, Harvard e il sensazionalismo dei numeri
Prendiamo Donald Trump. Attacca gli studenti stranieri ad Harvard: scelta miope, ottusa, degna di critica. Ma da qui a titolare “Gli studenti in fuga dagli Stati Uniti”, ce ne corre. E il dato? 700 studenti in più hanno presentato domanda alle università britanniche. Si passa da 5.980 a 6.680: +12%. Ma in numeri assoluti, si tratta di una briciola nel sistema dell’istruzione globale. Eppure, ecco il dramma servito: fuga, crollo, segnale irreversibile. Quando si vuole creare una narrazione, ogni variazione diventa tsunami. Non conta cosa accade, conta come lo racconti.
Macron, Brigitte e il doppio standard mediatico
Poi c’è Macron, e la scena — immortalata — dello “schiaffetto” di Brigitte al volto del marito sullo scalino dell’aereo presidenziale. Lui sobbalza, lei tira dritto, poi il gelo. L’Eliseo prima smentisce. Poi, sopraffatto dalla realtà, cambia versione: “una scena giocosa, intima”. Intima? Se le parti fossero invertite, ci sarebbe già un dibattito globale sulla violenza simbolica. Ma è Macron, non Trump. È Brigitte, non Melania. Quindi tutto passa, tutto si sfuma.
Piazze, scontri e narrazioni selettive
Infine, le piazze. Quelle dove, tra caschi e bastoni verdi, si attaccano i cordoni di polizia. Scene documentate. Eppure il focus mediatico è tutto sul consigliere municipale colpito da una manganellata. La violenza c’è, certo. Ma dov’era la lente quando gli agenti venivano aggrediti? Anche loro sono cittadini, anche loro — come ricordava Pasolini — figli del popolo, del proletariato, mica figli di papà. “Io simpatizzo coi poliziotti”, scriveva dopo Valle Giulia, “perché sono figli di poveri. Voi invece siete la nuova borghesia travestita da rivoluzione.” Lo disse, lo crocifissero. Ma oggi suona più attuale che mai.
Il teatro dell’informazione e la verità scomoda
I media raccontano tutto con la delicatezza di chi sa da che parte stare. Ma è davvero informazione, o è teatro? E chi paga il biglietto?
Il Mondo Occidentale e il giornalismo
Il giornalismo — quello vero — dovrebbe avere il coraggio di scomporre le immagini, non abbellirle. Di scavare sotto i dati, non acchiapparli al volo per infilarli dentro la linea editoriale. Di dire ciò che è, anche quando non conviene.
Un tempo c’erano i giornalisti
Un tempo c’erano giornalisti così. Si chiamavano Montanelli, Biagi, Enzo Bettiza, Giulietto Chiesa, Oriana Fallaci. Erano diversi tra loro, anche in contrasto. Ma avevano una cosa in comune: il coraggio di vedere. Di andare contro. Di non piacere a tutti. Oggi figure così non se ne vedono in giro. Al loro posto, narratori che inseguono algoritmi e sponsor, più preoccupati del consenso che della verità.
Guardare o vedere: una questione di scelta nel Mondo Occidentale
E allora, ricordate il monito del saggio professore di Parthenope:
“Si è uomini quando si smette di guardare e si comincia a vedere.”
Guardare è passivo. Vedere è scelta.
È azione. È responsabilità.
Ed è anche, oggi più che mai, l’unico antidoto al racconto addomesticato del mondo.