Luciano Zauri pronto a ripartire: «Sono in attesa, ancora nessun accordo»

In quella grande altalena di emozioni che è il calcio, a volte ci sono momenti in cui ti senti sospeso nell’attesa.

L’attesa di Luciano Zauri

È uno di questi momenti per Luciano Zauri, reduce da un’esperienza poco fortunata a Foggia. Ma che nella prossima stagione ripartirà quasi certamente dal Campobasso. Insieme al neo ds Giuseppe Figliomeni in una società molto ambiziosa come quella del presidente Matt Rizzetta. L’ufficialità molto presumibilmente si avrà solo a metà giugno, per lui pronto un contratto annuale con opzione. Ma Zauri tiene a precisare: «Ancora non ho nessun accordo». Intanto abbiamo interpellato il tecnico per dare un giudizio sui play-off del Pescara in attesa della semifinale contro il Cerignola. E per riavvolgere il nastro sulla sua carriera.

Carriera da serie A

Da calciatore Zauri, originario di Pescina, è cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta. Squadra con cui ha esordito in serie A il 15 maggio 1997 in un Atalanta-Roma. Poi sei stagioni e mezzo nella Lazio. Nella squadra biancoceleste divenne capitano e vinse una Coppa Italia nel 2004. Complessivamente 318 presenze in serie A e 5 presenze con la maglia azzurra della Nazionale. Carriera da calciatore che chiuse nel Pescara nella stagione 2013-2014, dopo essere arrivato l’anno precedente a metà stagione in riva all’Adriatico.

Nel Pescara da allenatore

Dal Pescara inizia anche la sua carriera da tecnico. Prima alla guida della formazione primavera nel 2014. Nel 2019 viene promosso in prima squadra dopo aver vinto il campionato di Primavera 2. Ma quella stessa stagione arrivarono le sue dimissioni a gennaio. Nell’aprile 2022 ritorna sulla panchina dei biancazzurri al posto di Auteri. Successivamente esperienza all’estero. A Malta con l’Ħamrun Spartans vince campionato e Supercoppa nella stagione 2023-2024. Quest’anno da novembre è stato alla guida del Foggia insieme al ds Luca Leone. Ma alla penultima giornata di campionato è arrivato l’esonero per lui e Leone dopo le dimissioni del presidente Canonico. Zauri e Leone hanno pagato soprattutto una situazione societaria non semplice.

Sei stato all’Adriatico in occasione di Pescara-Vis Pesaro. Adesso c’è la semifinale contro il Cerignola. E Baldini crede in questo sogno. Per Luciano Zauri quale può essere l’arma in più dei biancazzurri per centrare la promozione?

«Io non credo nei sogni ma nel lavoro. Baldini è un allenatore serio, una persona perbene. Fa giocare bene le sue squadre. I ragazzi credono nell’allenatore e lui crede nei suoi ragazzi, c’è grande fiducia. L’entusiasmo è l’arma più bella. Quando si crea l’alchimia, è quello che ti fa superare gli ostacoli».

Proprio a Pescara è iniziata la tua carriera da allenatore. Sono state due parentesi non molto durature per diverse ragioni. Tu come giudichi la tua esperienza in biancazzurro?

«Io l’ho vissuta bene. Era il mio primo anno in serie B, ho fatto il mio lavoro. L’allenatore si dedica notte e giorno alla propria squadra. Io sono un pescarese d’adozione, amo questa città. E ho sempre un riscontro positivo da parte della gente quando vado in giro. Il rispetto della gente credo di averlo, io e la mia famiglia siamo stati adottati da questa città».

Hai comunque conservato un grande rapporto di stima e di amicizia nei confronti del presidente Daniele Sebastiani. Testimoniato dal fatto che dopo l’esonero di Auteri nell’aprile 2022 fece di tutto per riportarti sulla panchina del Pescara…

«Sì, assolutamente. Ho un bellissimo rapporto con il presidente e con la sua famiglia. Devo a lui la mia esperienza sulla panchina del Pescara. Anche se quando ero sulla panchina non sono state tutte rose e fiori, ma fa parte del gioco. C’è stima da entrambe le parti».

Da calciatore gli inizi nel settore giovanile dell’Atalanta. Guardando dove sono riusciti ad arrivare i nerazzurri in questi anni, in che cosa eccelle il lavoro condotto dalla società bergamasca con i giovani?

«Io batto sempre sullo stesso principio, che è quello della serietà. Poi sono bravi a scegliere le persone. I ragazzi sanno quello che devono fare guardando gli altri. Sull’educazione e il rispetto lì a Zingonia non si scherza. Negli anni potendo spendere di più il livello si è alzato».

Per te sei stagioni e mezzo nella Lazio, squadra di cui sei divenuto il capitano. Quella attuale può definirsi una stagione positiva per la squadra di Baroni o ti saresti aspettato qualcosa in più?

«Io credo che la Lazio in un certo periodo abbia sognato qualcos’altro, volendosi inserire nelle zone alte della classifica. Vedendo anche che Juve e Milan arrancavano. Però il cammino rispecchia i valori della rosa. Se pensiamo anche a squadre come il Milan che hanno speso molto di più. Quindi io la giudico una stagione assolutamente positiva, così come il lavoro di Baroni».

Hai anche coronato il sogno di andare in Nazionale. Pensando all’Italia di adesso, Spalletti è l’uomo giusto? E in cosa bisogna puntare maggiormente per tornare competitivi?

«La Nazionale sta facendo un percorso in cui è ripartita dopo la doppia mancata qualificazione mondiale. Gli obiettivi sono quelli di centrare la qualificazione e il ricambio generazionale. Qualche giovane interessante c’è, ma è tutto l’insieme che va rinnovato. Spalletti è l’uomo giusto perché è un uomo di calcio e sa dove mettere le mani».

Guardando all’immediato futuro, Luciano Zauri è pronto da subito per una nuova avventura?

«Sicuramente. Adesso sono in attesa. Questo è il nostro mestiere, me lo sono scelto così complicato. Questo è il momento delle chiacchierate».

24-5-2025 Daniele Rossi

La Redazione de La Dolce Vita
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