Sebastião Salgado: un maestro della fotografia sociale e ambientale
Sebastião Ribeiro Salgado Júnior, nato ad Aimorés nel 1944, è morto a Parigi il 23 maggio 2025, all’età di 81 anni. Dopo aver studiato economia, ha scelto di abbandonare la carriera per dedicarsi alla fotografia, diventando uno dei più importanti fotoreporter del XX e XXI secolo.
Un linguaggio in bianco e nero per raccontare il mondo
Nel corso della sua carriera, Salgado ha preferito il bianco e nero per valorizzare la dignità umana e la bellezza dei paesaggi naturali. In un’intervista, ha spiegato: “Il bianco e nero è una forma che mi permette di entrare in un altro mondo per lavorare sul mio soggetto fotografico”.
Progetti iconici: da “Workers” a “Amazônia”
Nel tempo, Salgado ha realizzato opere memorabili come “Workers”, “Exodus”, “Genesis” e “Amazônia”, raccontando storie di umanità, fatica e resistenza. In particolare, per “Amazônia”, ha condotto oltre 48 spedizioni nella foresta, documentando la fragilità degli ecosistemi e delle popolazioni indigene.
Un impegno per l’ambiente: l’Istituto Terra
Con sua moglie Lélia Wanick, Salgado ha fondato l’Istituto Terra, un’organizzazione non governativa impegnata nella riforestazione della Mata Atlântica in Brasile. Finora, l’ente ha piantato milioni di alberi, contribuendo concretamente alla salvaguardia dell’ambiente.
Riconoscimenti e impatto globale di Sebastião Salgado
Durante la sua vita, Salgado ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui il prestigioso Premio Príncipe de Asturias delle Arti nel 1998. Inoltre, dal 2016 ha fatto parte dell’Académie des Beaux-Arts in Francia, consolidando così il suo riconoscimento nel panorama artistico mondiale.
Un legame con l’Italia: mostre e apprezzamento
Le opere di Salgado sono state esposte in molte città italiane, come Genova e Napoli. Il pubblico italiano ha sempre mostrato un forte apprezzamento per il suo stile fotografico intenso e umano.
Sebastião Salgado ci ha donato un’eredità che continua a ispirare
Il documentario “Il sale della terra”, diretto dal figlio Juliano e da Wim Wenders, ha raccontato la sua vita ed è stato candidato all’Oscar nel 2015. Ancora oggi, Salgado ispira migliaia di fotografi e attivisti nel mondo, lasciando un’eredità visiva e morale senza tempo.