“La realtà è superiore all’idea.”
— Papa Francesco, Evangelii Gaudium
Lo scrittore francese Stendhal a Roma
Nel marzo del 1829, lo scrittore francese Stendhal si trova a Roma con una compagnia di amici, in uno dei suoi viaggi più lunghi e intensi in Italia. Durante questo soggiorno, lungo venti mesi, ha occasione di assistere a uno degli eventi più solenni della tradizione cattolica: il conclave per l’elezione del nuovo Papa. Ne parlerà in uno dei suoi libri più amati e vivaci, Passeggiate romane, oggi ripubblicato da Feltrinelli, un diario letterario capace di fondere osservazione, ironia e stupore. Quel conclave che porterà all’elezione di Pio VIII si trasforma, nelle pagine dello scrittore, in uno spaccato vibrante di una Roma intrisa di sacralità, ma profondamente umana, animata da riti secolari e debolezze terrene.
Ancora oggi l’attenzione sul Vaticano
La forza di Stendhal sta proprio qui: non si limita a registrare un evento, ma lo interpreta, lo racconta da testimone attento e partecipe, mostrando al lettore un conclave che è sì mistero e solennità, ma anche commedia urbana, gioco collettivo, spettacolo sociale. Il suo racconto, per quanto ambientato in un’epoca lontana, risuona con un’attualità sorprendente. Ancora oggi, a ogni nuova elezione papale, l’attenzione del mondo si concentra sul Vaticano: i media rilanciano indiscrezioni, si moltiplicano le ipotesi, nascono veri e propri “toto cardinali”. E se un tempo si giocavano numeri al lotto suggeriti da biglietti segreti, oggi impazzano le scommesse online.
Lo scrittore francese Stendhal osserva la tensione
Nel 1829, Stendhal osserva come la città viva quei giorni con una tensione sospesa tra attesa e quotidianità. La sua compagnia di amici, come tanti visitatori di allora e di oggi, si appassiona al meccanismo del conclave: imparano a riconoscere i cardinali, a capire le regole delle votazioni, a seguire le voci sui possibili favoriti. E lui, più esperto e disilluso, osserva con lucidità che nulla accade nei primi giorni: “anche l’ultimo degli artigiani romani sa benissimo che l’elezione non può avvenire subito, poiché prima è necessario che i partiti riconoscano le proprie forze”.
I Dettagli che restituiscono il Sapore della Vita
Ma il cuore del racconto di Stendhal non è solo nell’analisi politica o ecclesiastica: è nei dettagli che restituiscono il sapore della vita. L’ispezione dei pranzi dei cardinali, trasformata in rituale teatrale. La lenta processione dei panieri per le vie di Roma, le stanze segrete dove un vescovo “controlla” le vivande più per apparenza che per reale sicurezza. E poi il colpo di scena: un bigliettino arriva dall’interno del conclave con due numeri da giocare al lotto, 25 e 17. È l’Italia del primo Ottocento, ma è anche l’Italia eterna, dove il sacro convive con il profano, dove la fede non esclude la fortuna, e dove la passione per il gioco è parte integrante della cultura popolare.
Le Comunicazioni Clandestine
Nei giorni che precedono l’elezione, si moltiplicano le comunicazioni clandestine con l’esterno: biglietti infilati nelle pietre, lanci notturni dalle finestre. Passaggi misteriosi nella quiete delle strade romane. E mentre il conclave si trascina, cresce tra i romani una preoccupazione molto concreta. Se il Papa non sarà eletto entro il 19 aprile, giorno di Pasqua, salterà la settimana santa. Con essa gli affitti maggiorati e il commercio fiorente che ne deriva. Anche questo Stendhal lo nota con fine ironia: la città eterna non dimentica mai i suoi interessi.
Il Papa finalmente Eletto
Quando finalmente, sotto una pioggia battente, il conclave si chiude e viene eletto Papa Francesco Saverio Castiglioni, che prenderà il nome di Pio VIII. Roma esplode in una gioia composta, fatta di sollievo e orgoglio. La folla si raduna in piazza nonostante l’acquazzone,
e Stendhal, fedele alla consegna del cronista, rinuncia al riparo per vivere e trascrivere il momento. I turisti hanno la loro storia da raccontare, i romani il loro pontefice, e qualcuno, tra le scommesse clandestine, guadagna anche una fortuna.
Lo scrittore francese Stendhal
Quel che rende unico il testo di Stendhal è la sua capacità di cogliere, dietro ogni gesto formale, l’eco del reale. In un’epoca come la nostra, in cui anche le cerimonie più sacre sono attraversate dai riflettori dei social media e dall’analisi istantanea. La sua Passeggiata romana sembra parlarci direttamente. Cambiano i mezzi, ma resta intatto il fascino del conclave. Un momento che ferma il tempo, sospende la storia e la riempie di attese, speranze, tensioni e passioni.
Un rito antico che, raccontato da un grande scrittore, ci ricorda quanto il passato continui a vivere nel nostro presente.