Catia Proietti: Viaggio ‘A piedi nudi’ verso il talento giovanile

Catia Proietti: libertà, dialogo con i giovani e resilienza, tracciando la sua idea di libertà attraverso la sua opera “A piedi nudi”.

Catia Proietti: dialogo giovani, libertà e resilienza

Spiccare il volo. Leggeri, come le ali di una farfalla. Del resto la libertà va rincorsa. Afferrata. Perché è qualcosa che ci appartiene. Catia Proietti traccia la sua idea di libertà attraverso la sua opera “A piedi nudi”, edita da “Albero delle matite”.

“A piedi Nudi”

“A piedi nudi”

È la storia di Federico Coccia. La sua infanzia trascorsa sulle spiagge di ciottoli della Calabria è stata caratterizzata da gare di granchi e corse sui prati, il tutto rigorosamente a piedi nudi. Per poi trasferirsi a Roma. E tutto improvvisamente cambia. Ci si ritrova catapultati in un altro mondo. Ma lui riesce a crearsi una sua dimensione. Sempre coltivando il suo personale legame con gli animali e con la natura. Partendo dalla trasformazione dell’idea di zoo in quella di bioparco. Qui vengono accolti solo animali in cattività, che avrebbero problemi a sopravvivere in natura. Dunque niente più sbarre. E di lì a poco Coccia diverrà presidente del Bioparco di Roma. Oltre ad essere veterinario e ricercatore presso l’Università di Teramo. La sua idea di libertà è divenuta un sogno realizzato.

Catia Proietti: Dialogo con i Giovani

La Proietti ama raccontare la storia vera, soprattutto agli alunni delle scuole. Come accaduto nell’istituto Virgo Lauretana di Grottammare. Ma il suo è un percorso che ha coinvolto tante altre scuole sparse per l’Italia. Anche perché quello dell’autrice è un linguaggio che ha una grande presa sui più giovani. E questo aspetto riveste grande importanza alla luce del futuro che dobbiamo costruirci. All’insegna delle dinamiche di impatto ambientale e dell’eco-sostenibilità. Non trascendendo i valori di rispetto e di salvaguardia del regno animale. Parte integrante del nostro ecosistema. Ma anche della nostra società. Una società che si va pian piano rimodulandosi.

L’autrice Catia Proietti

L’autrice

L’autrice é nata e vive a Roma. Per l’esattezza nel quartiere di San Basilio. Da diverso tempo vive l’ambiente della periferia. Un ambiente ricco di contraddizioni. E proprio per questo ha voluto avviare un dialogo con i giovani. Ha collaborato con l’associazione “Libera contro le mafie”, con “Sottosopra Movimento Giovani” per Save the Children. Grazie al successo dei suoi libri ha collezionato diversi premi e riconoscimenti. In particolare, nel 2022 ha vinto il Premio Giovani Microeditoria con l’opera “Sulla strada di Iqbal”. Insomma, quella di Catia Proietti è una vera e propria missione. Per aiutarci a capire che il nostro può essere un mondo migliore. Basta volerlo.

L’intervista

La Missione di Catia Proietti: I Giovani e la Resilienza

Dove ci porta questo viaggio “a piedi nudi”?
«“A piedi nudi” ci porta alla possibilità di risintonizzarsi sul rapporto con la natura. Un tempo dove possiamo fermarci. E ci si mette a guardare il cielo, a guardare le onde del mare. Cose che nelle nostre giornate non avvengono. È un desiderio profondo di recuperare quello che riguarda i sensi, qualcosa che solo a piedi nudi possiamo fare, riportando alla luce quella parte di noi che stiamo perdendo con le città, la plastica e la tecnologia. Perché siamo in realtà degli animali anche noi. Siamo una specie della natura».

Libertà Attraverso la Natura

Che cos’è per lei la libertà?
«E’ la possibilità di poter esprimere sé stessi. Ognuno di noi ha un talento. E non ne viene a conoscenza perché non ha avuto la possibilità di sperimentare. Quello che lo Stato deve fare è garantire le stesse opportunità, decidere in modo libero. Questo non viene reso possibile nonostante l’articolo 3 della Costituzione. La Repubblica ha il dovere di rimuovere gli ostacoli. Per dare la possibilità di esprimersi e di scoprirsi».

Una Storia di Resilienza

Quella di Federico Coccia è una storia di resilienza e di coraggio, che ci conduce verso un sogno realizzato…
«Secondo me il punto di vista è proprio quello della storia di resilienza. Federico ha trovato attraverso la propria passione la forza di non farsi abbattere. E andare a raggiungere l’obiettivo. Ai ragazzi ho voluto dire che chi ha realizzato un sogno non l’ha fatto in un battibaleno.

Il percorso è stato lungo. Questo riguarda anche la realizzazione del sé. Chi ha realizzato un sogno ha trovato tanti ostacoli sul proprio cammino.

Nel corso dell’incontro all’istituto Virgo Lauretana, i bambini mi hanno parlato di Sinner. Per arrivare a quel livello Sinner ha dovuto affrontare tanti ostacoli. E gli ostacoli della vita sono davvero tanti, pensiamo ad un divorzio dei genitori, ad un trasferimento di casa. Ma se hai una passione tutto diventa più leggero. A me succede con la lettura. Quando sto male mi sdraio, mi metto a leggere. E mi svago».

Il Simbolo della Farfalla

Al centro è stato messo il legame con gli animali, che ci aiuta a trovare la nostra vera dimensione. Proprio come è successo a Coccia…
«Sì, io purtroppo da cittadina non ho mai avuto la possibilità di stare con gli animali. Ma attraverso le persone che conosco posso dire che chi sta con un animale non è mai solo. Io ho amici che parlano del proprio animale come fosse una persona. Gli animali sono ottimi compagni di vita. Nel libro su questo aspetto emerge la passione di Federico».

Catia Proietti: L’Incontro con i Giovani e la Resilienza

Dalle sue opere sono nate tante occasioni di incontro con gli alunni delle scuole. Perché in fondo il suo sa essere un linguaggio che ha grande presa sui più giovani…
«Diciamo che è l’obiettivo che mi sono data quando ho iniziato. Volevo arrivare a loro e dialogare con loro. Perché ho dei figli adolescenti. E i ragazzi vogliono qualcuno che creda in ciò che fa. Le passioni nutrono altre passioni.

Loro ti guardano con lo sguardo speranzoso e mi chiedono se possono cambiare il mondo. Se ci credo davvero. Io vado dovunque, perché vuol dire che c’è possibilità di incontro e di scambio. Loro hanno sete, sono persone appassionate.

Desiderio di Cambiamento

Spesso mi dicono che gli adulti sono noiosi, vivono solo la loro routine. Così non c’è visione del futuro per loro. Perché desiderare di essere adulto se poi è solo routine? Loro hanno sete di persone che gli fanno vedere di essere animate da uno spirito diverso.

Ruolo dei Libri

Per me i libri sono un ponte. Io credo che la relazione sia veramente un cerchio. Ogni volta che ho degli incontri c’è chi mi rimanda energia. Funziona bene. E con l’altro ci incoraggiamo a vicenda».

Simbolo

Il simbolo principale a cui lei fa riferimento nel corso degli incontri nelle scuole è la farfalla. Quale significato ha questa metafora?
«La farfalla per me è un simbolo di leggerezza, ma non di superficialità. Questo esser lieve sulle cose è un modo per rappresentare il mio animale totem. Io sono pesante nei pensieri. E la farfalla mi aiuta a posarmi con leggerezza. Poi c’è l’aspetto della trasformazione, il bruco diventa farfalla. È solo apparente mobilità, perché c’è crescita.

Nella crisalide c’è tutto. È la potenza. È la farfalla che ancora non ha dispiegato le ali. A Roma c’è un giardino dove si allevano tutte le farfalle del mondo. E io ho avuto la fortuna di assistere alla nascita della farfalla. È un momento delicato. In potenza sei tutto, ma poi la decisione di quello che avverrà è molto veloce.

La farfalla è un animale affascinante e ricco di senso. Questa mia passione è nata nel maggio 2018, quando ho iniziato ad andare per le scuole. Il mio desiderio di dialogare con i ragazzi era grande. Io nelle farfalle faccio scrivere pensieri. E i ragazzi più grandi facevano fatica. Noi siamo abituati alla lezione frontale, non al dialogo. Io ho ideato l’“ice break” per rompere il ghiaccio. Quando sali al grado più alto, più i ragazzi sono cresciuti e più nelle farfalle trovi cose pesanti. E qualcuno quando l’ha letto si è anche commosso. Molti sono abituati al comando e non al testo libero».

Scopri come San Basilio, quartiere di Catia Proietti, ispiri la trasformazione e il cambiamento sociale

Lei vive a San Basilio, conosce da vicino la realtà delle periferie. Quale può essere la strada per recuperare i giovani finiti ai margini della società?

«Penso al fatto che le persone quando hanno una passione e scoprono di saper fare qualcosa decidono di investire su quel qualcosa.

Questi ragazzi non hanno sperimentato cosa sanno fare. Io mi ricordo di un dialogo con un ragazzo che mi diceva di non saper fare nulla. Lui sapeva fare gli origami. E i suoi amici si stupirono. Così lui insegnò a tutti gli altri a farli. Poi si è avvicinato all’arte ed ha fatto il liceo artistico. Adesso vorrebbe specializzarsi in montaggio al cinema. Io in realtà non sono nata a San Basilio, sono di adozione. Però mi piace parlarne.

I miei libri parlano di lotta al pregiudizio. Io do la possibilità all’altro di rompere il pregiudizio».

Tra l’altro sempre questo quartiere ha ispirato un altro suo libro, intitolato “Da ora in poi”…
«Il protagonista è Claudio. Un ragazzo che fa l’equazione matematica io sto a Rosso Malpelo come San Basilio sta alla cava di rena. Però io non ci voglio morire. Anche nel mio ultimo libro “Quando tutto brucia” racconto la realtà di una periferia. È un romanzo corale sul quartiere di Rebibbia, che non è il carcere. Rebibbia è un quartiere solidale. Dove i ragazzi studiano ma non hanno un luogo dove ritrovarsi. Quindi gli viene l’idea di entrare nelle scuole vecchie».

Daniele Rossi