A tu per tu con il celebre chef tra bilanci, preoccupazioni, sogni e piatti dedicati ai nostri politici

Gianfranco Vissani: Chef e Ambasciatore del Gusto

Gianfranco Vissani, celebre chef italiano, proprietario del ristorante Casa Vissani ubicato a Baschi (Terni), nasce in Umbria nel 1951 a Cittadella del Lago.

Ristorante Casa Vissani

Consegue la qualifica di aiuto cuoco presso l’Istituto Professionale Alberghiero di Spoleto nel 1967, subito dopo lascia la regione d’origine andando a lavorare in alberghi e ristoranti delle più rinomate città turistiche italiane, per tornare di lì a qualche anno nella sua città e rilevare il ristorante paterno che attualmente gestisce con il figlio Luca.

Con la sua attività di ristorazione riceve prestigiosi riconoscimenti e segnalazioni su rinomate guide gastronomiche.

E’ scrittore, autore di numerosi libri di cucina e di ricette, è critico gastronomico e nella sua carriera partecipa a numerose trasmissioni televisive come Domenica In, Uno mattina, Linea Verde.

Il volto televisivo di Vissani

E’ inoltre nelle vesti di conduttore in trasmissioni come Ti ci porto io, programma di cucina su La 7 e nel programma Altrimenti ci arrabbiamo su Rai 1 con Milly Carlucci e collabora con diverse testate giornalistiche nazionali, curando nel contempo rubriche per la radio e la televisione.

L’Accolto Riconoscimento Accademico

Nel 2000 consegue la laurea Honoris Causa dall’Università di Camerino, per il titolo di testimonial accademico dell’Arte gastronomica per la valorizzazione dei prodotti del territorio.

Un’icona della cucina italiana

Nel mese di novembre 2021 riceve al Ferrara Food Festival, il prestigioso premio di “Ambasciatore del gusto 2021”, con la seguente motivazione: “per la sua infaticabile opera di innovazione, sperimentazione e celebrazione dell’arte culinaria”.

Gianfranco Vissani

Passione e tradizione: la storia di Gianfranco Vissani

A 70 anni appena compiuti (22 novembre), di cui 50 dedicati alla cucina, che bilancio fa della sua vita professionale?
“Ho portato avanti la mia vita come un guascone, io sono un po’ selvaggio, istrionico, faccio la mia cucina nel bene e nel male, sono critico, sono ingombrante, quando vado in tv non ho filtri. Non sono né di destra né di sinistra, sono libero, ho dedicato la vita alla mia attività per andare avanti e valorizzare i prodotti tipici locali”.

Prodotti locali e creatività

Non si può certo darle torto, ha portato per anni la cucina italiana nel mondo e ha cucinato in più occasioni per Capi di Stato e celebrità, valorizzando nel contempo le tipicità territoriali. Quanto sono importanti le materie prime offerte dal territorio per la sua attività di chef?
“Io sono stufo di andare a mangiare nei ristoranti dove nessuno fa cucina. Non sono d’accordo con l’uso dell’ acidocitrico, dell’azoto, di spume e altri additivi, io sono uno che fa cucina sartoriale”.

A breve sarà Natale, si vocifera di nuove chiusure delle regioni e di lockdown. E’ preoccupato per l’attività di ristorazione in un periodo che dovrebbe essere di massimo profitto?
Siamo tutti scoppiati dopo la precedente ondata di covid e sono preoccupato per questi no vax. Io ho fatto il vaccino per la mia tutela e per quella dei ragazzi che lavorano con me. Questa pandemia è come la spagnola di 100 anni fa, come la SARS, mentre noi siamo fragili.
Sono preoccupato per le imminenti festività natalizie soprattutto per il turismo sciistico montano, ma spero che la stagione non sia a rischio grazie ai vaccini e ai Green pass.

Che cosa metterebbe sulle tavole degli italiani per Natale?
Metterei carbone per il governo italiano e un mazzo di rose rosse per tutte le donne d’Italia. Per i radical chic minestra di farro con gamberi di fiume e tartufo nero uncinato, per la destra un dolce, mentre per la sinistra spaghetti con mussoli e foie gras, perché sono saporiti. Vorrei far aprire i loro cuori perché il paese sta andando a pezzi.

Dopo i tanti progetti concretizzati, i traguardi e i successi raggiunti, qual è, se lo ha, un sogno nel cassetto?
Fonderei una scuola e darei le mie indicazioni. La gente deve capire cosa vuol dire stare in cucina, la pulizia e il rigore che servono per lavorare in un ristorante. Io sono un perfezionista e non tollero la sciatteria nel lavoro.

Gianfranco e Luca Vissani (Ansa Foto)

Qual è il regalo più bello che ha mai ricevuto?
L’ho già detto in altre interviste ma non mi stanco di ripeterlo: mio figlio Luca, non avrei potuto chiedere di più!