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Valutazione del Rischio: Misura della Circonferenza del Polpaccio

La misura della circonferenza del Polpaccio è un indicatore essenziale per valutare il rischio di malattie cardiovascolari e sindrome metabolica. I ricercatori di Taipei (Taiwan), coordinati da Wei-Liang Chen secondo quanto riportato nel Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, hanno concluso che l’aggiunta della misurazione del polpaccio – insieme ad altri elementi di valutazione già noti – aumenta significativamente la possibilità di identificare i pazienti a rischio di malattie cardiovascolari e sindrome metabolica.

Misura della Circonferenza del Polpaccio: Un Indicatore Cruciale

Gli scienziati hanno analizzato le misurazioni antropometriche di 8000 persone nell’ambito di uno studio approfondito. Queste misurazioni includevano la circonferenza vita (WMS) e quella del polpaccio (CMS), oltre a parametri come la pressione sistolica, i livelli di trigliceridi, la concentrazione di lipoproteine e il glucosio.Parametri Valutati

Per la WMS, si è misurato il soggetto in posizione eretta, posizionando il nastro metrico orizzontalmente a livello dell’ombelico appena sopra la cresta iliaca, seguendo un piano parallelo al pavimento.

Per la CMS, invece, si è misurata la circonferenza con il soggetto sdraiato in posizione supina, piegando il ginocchio ad angolo retto e rilevando il punto di maggior diametro del polpaccio.

Risultati Chiave

Valori della circonferenza della vita superiori “puntovita” a 94 cm negli uomini e a 80 cm nelle donne indicano obesità viscerale, con un rischio moderato di malattie metaboliche. Valori oltre i 102 cm negli uomini e 88 cm nelle donne sono associati ad un “rischio accentuato”. Nel caso della circonferenza del polpaccio, i valori ottimali risultano essere di 33,65 centimetri per le donne e di 36,65 centimetri per gli uomini. È importante sottolineare che tali parametri di riferimento non si applicano ai bambini.

Conclusioni

L’analisi ha rivelato che i soggetti con adiposità centrale associata a estremità più magre presentano un rischio maggiore di sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari. Questo sottolinea l’importanza di considerare la distribuzione del grasso corporeo in diverse regioni per una valutazione più accurata del rischio cardio-metabolico.

di Luciano D’Angelo